Trost

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CAMPO CADETTI, sera precedente


Eren se n'era andato da poco, ma Armin continuava sentirsi in colpa.

Mikasa non parlava mai, ed era diventata molto aggressiva.

Da quando non si erano fatti avanti con la selezione, Keith aveva mantenuto la promessa fatta quel giorno, trasformando il campo cadetti in un vero e proprio incubo.

La stessa sera gli aveva fatto fare una trentina di giri per tutto il campo.


La mattina si alzavano ancor prima dell'alba e si allenavano per quindici ore filate.

Sasha, stanca e affamata, una volta si era fermata.

Shadis per punizione le aveva fatto saltare la cena, unico pasto del giorno.


Tutto sembrava essere cambiato dall'arrivo del capitano Dot Pyxis in persona la mattina prima.


Dopo averli osservati aveva riunito tutta la squadra di cadetti.

-Cadetti, siete pronti. Anche se voi non vorreste andare incontro al vostro destino, è ora di prendere le redini di questo cavallo.

Preparatevi, stanotte partirete per Trost.

Dovrete aiutare i soldati già presenti. Lavorerete direttamente sul campo.

Vi aspetto. -

Annunciato ciò, se n'era andato, spiazzando tutti.


Shadis non aveva perso tempo a insultarli e imprecare.


I ragazzi una volta cambiati si erano ritrovati a parlare nella sala comune.

-Non capisco, cosa dovremmo andare a fare a Trost?- aveva detto Sasha parlando con la bocca piena.

-Probabilmente non c'è molta organizzazione e in qualche modo dovremmo aiutarli.

Non volevano che stessimo con le mani in mano, senza far nulla.

Soprattutto da quando Eren, Jean e Annie se ne sono andati.- pensò ad alta voce Armin.

-Magari ritroviamo faccia da cavallo lì, a fare da guardia! Sarebbe il colmo!- scherzò Connie, facendo scoppiare tutti a ridere.


-Vorrei solo rivedere Eren.- sussurrò a un certo punto Mikasa. Una lacrima le solcò la guancia.


"Chissà tra quanto lo rivedrò" rifletté.


Immediatamente Krista e Sasha, con ancora un pezzo di pane in bocca, si catapultarono vicino a Mikasa e iniziarono a consolarla.

La ragazza dai capelli corvini si alzò di scatto e uscì dalla sala, ignorandole.


-Ragazzi ci penso io.- esclamò il giovane dai capelli dorati uscendo dall'edificio, alla ricerca della giovane.


La trovò poco  dopo, seduta vicino a uno dei tanti falò.

Le si avvicinò e le poggiò una mano sulla spalla.


Dopo tutto quel tempo trascorso insieme si consideravano fratelli.


𝐃𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 (𝐞𝐫𝐞𝐫𝐢-𝐫𝐢𝐫𝐞𝐧)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora