La Verità

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Lo scenario peggiore per Levi si era avverato.

Aveva osservato Eren per tutto il percorso e fino a quel momento se l'era cavata in modo a dir poco perfetto.
Eppure qualcosa era andato storto.

Fortunatamente era riuscito, grazie alla sua agilità, a prendere al volo il giovane.

Tenendolo tra le sue braccia, Levi non faceva altro che ripetere il nome del giovane come un disco rotto.

Non poteva fare nulla.

Si sentiva completamente inutile.

Il ragazzo stava lentamente perdendo i sensi, e sembrava non udire le sue parole.

Levi era nel panico più assoluto.

Cosa avrebbe dovuto fare?

La sua mente era bloccata, ma il suo corpo come per istinto stava agendo.

Si stava recando nella sua camera, lì lo avrebbe curato in qualche modo.
Era l'unica opzione che gli era passata per la mente.

"Petra"

D'un tratto si accese una lampadina: Petra era la risposta a tutto in quel momento.

Era davvero brava a sistemare e curare le ferite, aveva come una dote innata.

-PETRA, VIENI SUBITO QUI! - urlò continuando a correre facendo attenzione a stava mettendo i piedi per evitare di inciampare.

Avrebbe potuto uscire dal bosco usando il dispositivo di manovra tridimensionale, ma in quel momento, non ci aveva nemmeno pensato.

Dopo minuti di folle corsa il capitano entrò nell'edificio sbattendo la porta, non curante dei danni che poteva avervi recato, e salì le scale di corsa.

Finalmente adagiò Eren sul suo letto.

Balzò in bagno per prendere le medicazioni e vi trovò al suo interno Petra già intenta a cercarle.

Sembrava molto scossa.

-Sono arrivata prima perché ho usato l'attrezzatura.
Dov'è Eren?-
Sembrava sapere già tutto.

-In camera mia, cazzo Petra facciamo in fretta. - disse Levi usando un tono di voce che la donna non aveva mai udito uscire dalla sua bocca.
Sembrava addolorato.

La ragazza annuì.

Il viso di Levi, che solitamente non lasciava trasparire nessuna emozione, invece mostrava un evidente dolore.

Petra rifletté.
Dall'arrivo del giovane, al "fraintendimento" della mattinata prima, al ritardo di quella stessa giornata.

C'era qualcosa tra il capitano ed Eren, ora ne era più che sicura.
Avrebbe parlato con il giovane, ma al momento doveva solamente preoccuparsi del suo infortunio.

Entrata in camera si avvicinò al corpo privo di sensi del ragazzo.

Aveva una brutta ferita sulla fronte, ma nulla di non curabile.

Tirò un sospiro di sollievo.
Dovevano solo sperare che si riprendesse il prima possibile.


Nel tardo pomeriggio

Le ore passavano ed Eren non accennava a svegliarsi.

Per l'intera giornata Levi non aveva fatto altro che rimanere accanto a lui.

Lo guardava, e più osservava quel viso dolce più aveva voglia di piangere.

Se lui non avesse detto quelle stronzate per allontanarlo da sé, il giovane sarebbe stato bene.
Aveva capito che lui o le sue parole erano state la causa della distrazione di Eren.

𝐃𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 (𝐞𝐫𝐞𝐫𝐢-𝐫𝐢𝐫𝐞𝐧)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora