𝐃𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 (𝐞𝐫𝐞𝐫𝐢-𝐫𝐢𝐫𝐞𝐧)

Vecchia Filastrocca

Eren e gli altri soldati partirono in direzione del castello di Utgard, verso sud-ovest.
Anche se i cavalli corsero a velocità elevata, giunsero solamente quando i primi raggi solari iniziarono a schiarire il cielo terso.
-I giganti sembrano uniti in un unico punto. La squadra in prima linea pensi a loro, gli altri controllino l'intero perimetro!- esclamò Hanji.
Mikasa, che faceva parte della prima squadra, intravide Christa a una ventina di metri da lei.
Un gigante le si stava avvicinando a grandi passi. Azionò il dispositivo di manovra tridimensionale, e con uno colpo secco di lame uccise il titano.

Eren vide la scena, e strinse le redini.
"Ci penseremo noi."
Eren si lanciò in campo, infrangendo le regole della caposquadra.
"MUORI!" pensò attaccando il gigante più vicino.
Quando vide le carni atterrà sorrise soddisfatto.
"Il mio primo abbattimento."
Quel minimo momento di distrazione fece perdere il controllo del dispositivo al giovane, che non riuscì ad agganciarsi correttamente e cadde rovinosamente a terra.
-Diamine la mia schiena.- mormorò il soldato facendo fatica a sollevarsi.
-Idiota che fai? Fa più attenzione...- disse un altro uomo sorpassandolo.
-Sissignore.-
Quando fu in piedi, si guardò attorno.
Non vi era più l'ammasso di giganti, ma qualcos'altro era in corso.
Sbatté le palpebre più volte per mettere a fuoco la scena.
-Eren!- urlò una voce conosciuta.
Il moro si voltò verso il suono, e vide Connie, Berthold e Reiner correre verso di lui.
-Ragazzi! State bene?- chiese preoccupato.
-Reiner non proprio...è stato morso da un titano e ha perso il braccio.-
-Cosa stiamo aspettando? Reiner, devi farti curare!-
-Si quello lo farò dopo...comunque è stato grazie a Ymir se siamo salvi.- affermò il biondo fissando un punto preciso.
"Ymir? Che c'entra?"
-Dietro quella cerchia di giganti vi era Ymir. A quanto pare, anche lei è un titano...- esclamò Berthold, lanciando di sfuggita occhiate a Reiner.
-COSA?!- disse Eren cadendo per poco a terra.
I ragazzi vennero poi chiamati a fare rapporto.
Alcune ore dopo, i soldati salirono sopra le mura, per trovare una possibile breccia sulle mura.
L'avanguardia del corpo di guarnigione aveva guardato l'intero perimetro delle mura, ma dal distretto di Trost, fino a quello di Krolva.
-Non possiamo fare molto. Andremo a Trost e aspetteremo lì.- disse Hanji.

-Che significa?-
-Non è successo nulla in questi cinque anni, e ora il mondo sembra impazzito.-
-Eren, possiamo parlare?-
-Parlarmi di cosa?-
-Cinque anni fa abbiamo dato inizio all'attacco verso l'umanità. Io sono il gigante corazzato, Berthold è quello colossale.-
-Reiner che stai dicendo? Fermati.-
-Il nostro obiettivo era distruggere le persone di quest'isola. Ma ora, non è necessario. Eren, accetta di venire insieme a noi, e la popolazione continuerà a vivere.-
Eren spalancò la bocca.
"Mi sta prendendo ingiro?"
-E dove andremo?-
-Nella nostra terra natia, lontano da qui. Accetta e nessuno si farà del male.-
-Andiamo Reiner. Se lo fossi non faresti mai una proposta come questa. Smettila di scherzare.-
Berthold annuì e diede ragione a Eren.
Il giovane soldato non ci credeva. Reiner era come un fratello maggiore per lui, lo aveva aiutato durante momenti difficili al campo cadetti. Si rifiutava di pensare una cosa del genere.
-E comunque, non accetterei mai. - disse infine Eren.
Reiner parve fulminarlo con lo sguardo.
-No. Ora basta. Siamo stati in mezzo a questi stupidi per troppo, è ora di tornare nel nostro paese.-
Eren era sempre più confuso.
-Non vorrai farlo qui e ora?! - esclamò Berthold poggiandogli una mano sulla spalla.
-E invece si. Decideremo tutto in questo momento.- affermò levandosi le bende dal braccio, che era visibilmente guarito.
"Il suo braccio... Era..."
Mikasa aveva seguito tutta la scena dalle retrovie, e dopo aver visto i due soldati mettersi in posizione d'attacco, gli era saltata addosso, riuscendo a colpirli.
Tuttavia Reiner e Berthold riuscirono a trasformarsi, facendo iniziare il caos.
I titani presero Eren e Ymir, ancora incosciente.
"Non può essere..." pensò il moro guardando il corazzato.
"Ci siamo fidati e voi, ci avete traditi!"
-MALEDETTI TRADITORI! - gridò mordendosi la mano e trasformandosi a sua volta.