chapter 26

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Confusione.
Confusione è l'unica parola che mi viene in mente in questo momento per descrivere cosa sto provando ad avere lui a meno di cinque metri di distanza.

Percepisco lo stomaco contorcersi su sé stesso, regalandomi quel fastidioso ma piacevole malessere, simile a quando si è seduti sui sedili dei roller coaster, con gli schienali inclinati verso l'alto dove non puoi vedere nulla se non l'azzurro del cielo, poi, improvvisamente la situazione si ribalta.

Alzi le braccia in aria godendoti quegli attimi di pura adrenalina mentre il vento ti colpisce violentemente il viso, quella sensazione di vuoto nello stomaco dura soltanto per qualche istante, il tempo di terminare la rapida discesa ed è già tutto tornato come prima.

Tutto questo sta riuscendo a farmelo provare un'unica persona solamente guardandomi dritto negli occhi.

Nonostante ciò, non riesco a non pensare che sia sbagliato.

Probabilmente è colpa mia.

Malgrado mi abbia calpestato il cuore, ora non riesco a odiarlo.

Ho ripetuto ai ragazzi non so quante volte quanto lo detestassi, quanto volessi urlagli i peggiori insulti, ma adesso, capisco che quel disprezzo non era riferito a lui.

Jacob era stato una delusione, la mia prima e vera delusione.

Probabilmente quella rabbia era destinata a me stessa, proprio perché non ero abbastanza forte da mettere un punto e andare per la mia strada.

Ero instabile, non riuscivo a prendere una posizione nella mia vita.

Solo Dio sa quanto, in quei momenti, io abbia desiderato di avere accanto la mia mamma e il mio papà.

Avrei voluto ricevere consigli sull'amore da una persona che ne sapeva molto più di me, essere capita, confortata nelle braccia di mia mamma.

Oppure ascoltare papà svelarmi i segreti più occulti sul comportamento di un ragazzo in piena adolescenza.

Cooper ha provato a rivestire entrambi i ruoli.

Ricordo le serate passate insieme, parlavamo di tutto: di ragazzi, di ragazze, dei dubbi esistenziali, della scuola, dei nostri genitori, dei nostri amici...

Lui è stato e sarà sempre la mia colonna portante. E quando arriverà il giorno in cui sarà lui ad aver bisogno di me, io sarò già lì, pronta a tenergli la mano.

<<Bethney per favore>>

La sua voce mi arriva come un sussurro lontano ma lo avverto come un grido

Per favore cosa, Jacob?
Per favore parla?
Per favore vattene?
Per favore sparisci dalla mia vista?

Questa sua frase non fa altro che aumentare il caos nella mia testa.

Punto il mio sguardo nei suoi occhi tentando di capire che intenzioni abbia, ma non vedo niente se non un muro verde smeraldo impenetrabile.

Perdo il contatto visivo non riuscendo a sostenere la sua freddezza.

Come se non bastasse, non ricevendo alcun mio cenno inizia ad avanzare verso di noi.

Cosa crede di fare?

<<Marcos, io e Beth andiamo in hotel, ho la sensazione che sia successo qualcosa ai nostri bagagli!>>

Inventa Brayan fermando l'imminente arrivo di Jacob.

Subito dopo afferra rapidamente la mia mano e senza preavviso comincia a correre in direzione di un taxi parcheggiato vicino ad un'insegna pubblicitaria.

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