<<Bethney, sveglia!>> Spalanca la porta Jolanda urlando e battendo le mani.
<<Eh?!>> Sobbalza Cooper che per lo spavento rotola giù dal letto borbottando qualche parola poco educata.<<Jolanda, cosa succede?>> Sbadiglio coprendomi la bocca.
<<Manca un settimana all'inizio dell'estate! Bisogna fare shopping!>> Si precipita verso di me obbligandomi ad alzarmi prendendomi le mani.
<<Ma io non ho soldi>> Tento di dissuaderla.
Alle nove di mattina andare a fare compere è da pazzi.
Liquida ciò che ho appena detto con un gesto della mano.<<Non dire sciocchezze, consideralo come regalo per il compleanno e Natale>> Si affretta ad aprire l'anta del mio armadio tirando fuori le prime cose che trova.
<<Su su, muoviti! Altrimenti ci rubano i vestiti migliori!>> Canticchia uscendo dalla stanza.
Non ci posso credere.
Mi lascio cadere a peso morto sul letto sbuffando.<<Dai tesoro, andiamo!>> Cinguetta Cooper usando una vocina acuta.
<<Oh, aspetta che chiedo a Jolanda se puoi venire anche tu!>> Corro verso la porta ma due braccia mi afferrano prima di scendere le scale.<<Grazie Egor, ti devo un favore>>
<<Mettimi giù!>> Tiro qualche pugno sulla schiena sperando di essere ascoltata.
Il mio desiderio viene incredibilmente esaudito.
Prima di rischiare di essere acchiappata di nuovo mi vesto in fretta e furia.<<Perfetto! Noi andiamo al centro commerciale!>> Grida la moglie di Marcos avvisando anche tutto il vicinato.
Guida per una ventina di minuti, quando noto che ci siamo fermati davanti a noi si presenta un'enorme struttura.Oh mio dio, è gigantesco!
<<Forza, forza!>> Mi apre la portiera con troppa enfasi.Il primo negozio in cui vengo trascinata è pieno zeppo di abiti.
<<Uh, uh, che ne dici di questo?>> Posiziona un vestito rosso leggero sopra il mio corpo per farsi un'idea di quale stile mi possa far "risaltare i miei punti forti" eccetera eccetera, come dice lei. [sopra]<<Ti sta d'incanto>> Sorride dolcemente.
Non so per quale motivo, ma mi ritrovo abbracciata a lei.
Era da quando avevo sette anni che non mostravo gesti d'affetto ad un adulto.Beh, ovvio.
A chi avrei dovuto darli? Alla gentilissima e dolcissima signora Thompson?
Preferivo staccarmi le mani a morsi.
<<Grazie>> Mormoro ancora tra le sue braccia.<<Oh cara, per qualunque cosa sappi che io ci sarò sempre>> Scosta i miei capelli neri su una spalla.
<<Dai, abbiamo tanti altri negozi da vedere!>> Saltella come un'adolescente facendomi ridere.
Sembra una mia coetanea.
<<Cosa aspettiamo allora?>> La prendo sotto braccio uscendo con due buste stra colme di vestiti.Dopo tre ore abbondanti siamo sommerse di buste e scatole.
<<Non mi divertivo così da tantissimo tempo!>> Muove le braccia facendo scuotere tutti i sacchetti.
<<Io non l'avevo mai fatto prima d'ora>> Faccio un giro su me stessa osservandomi intorno.Cosa mi sono persa in questi anni?
Non appena mi siedo in auto sospiro dalla stanchezza.
<<Mi fanno male i piedi>> Ammetto allacciandomi la cintura.
<<Guarda che lo shopping fa bruciare le calorie!>> Scoppia a ridere guidando verso casa.
Sono le dodici e quaranta, il mio stomaco brontola e il mio corpo desidera sdraiarsi sul letto per non alzarsi mai più.Metto piede in casa e subito mi ritrovo Sebastian intento a sbirciare tra tutte le mie compere.
<<Adoroo!>> Tira fuori una canotta nera con sopra stampato un arcobaleno.
<<Se vuoi te la regalo>> Chino la testa da un lato facendogli un'occhiolino.
<<Simpaticona, comunque ti è arrivata una lettera!>> Sventola in aria un foglietto rettangolare.Gliela strappo di mano e corro in camera.
Mittente: Jacob.
Sorrido come una scema di leggerla."Ciao piccoliotta, qui le cose si stanno complicando sempre di più.
La Thompson si è incazzata di brutto quando ha scoperto della vostra fuga, non ti dico le mazzate che mi ha dato.
Ma non ti preoccupare, ha detto che non sprecherà il suo tempo a cercarvi!
Sono un po' dolorante, ma come tu sai non posso ribellarmi o userebbe le maniere forti.
Sto resistendo a tutto questo solo per te.
Mi manchi come l'aria, ti amo.
Un bacio.Il tuo amato Jacob."
Sento l'ossigeno abbandonare i polmoni.
Jacob Rogers, il mio ragazzo, si sta lasciando picchiare per colpa nostra.
Colpa mia.
Istintivamente porto una mano sul petto sentendo un dolore lancinante.
Non è il momento adatto per avere un attacco di panico adesso.
Chiudo gli occhi e mi concentro solamente sul battuto del mio cuore.
<<Bethney...>> Fa il suo ingresso Yerodin bloccandosi sulla soglia.
<<Stai bene?>> Si affretta a sedersi di fianco a me.
Senza farmi vedere nascondo il foglietto sotto il cuscino facendo finta di sistemarlo.
<<Sì sì, tutto a posto, tu?>>Mento spudoratamente.
Non voglio assolutamente mostrarmi 'debole' davanti ai miei amici.
Non so il motivo preciso.
Non l'ho fatto quando la Thompson mi metteva le mani addosso e non lo farò sicuramente adesso.Per un ragazzo poi... sembrerei solamente una bambina capricciosa.
<<Guarda, vorrei tanto sparire>> Sospira mettendo la testa sulle mie gambe.<<Ho incontrato una tipa oggi, al parco>> Guarda il soffitto con tale rabbia che penso stia immaginando la ragazza in questione stampata lì sopra.
<<Ha rifiutato di darmi una indicazione perchè sosteneva che fossi un lurido nero in cerca di oggetti da rubare>> Batte velocemente le palpebre, segno che si sta trattenendo di piangere.<<Perché sono diverso?>> Lascia sfogo alle lacrime che scendono lentamente sui suoi zigomi.
Oh dio, io non so mai cosa vogliono sentirsi dire le persone quando stanno male.
Alcune cercano sostegno, altre dei consigli.
Perché non sono in grado di saper distinguere i due generi? Cavolo!Ora direi che Yerodin ha bisogno di un appoggio da un'amica, ma se sbagliassi?
Andiamo Bethney, sbagliare è umano, te lo potrà perdonare se dirai qualche cazzata, no?
Okay, proviamo il piano A: conforto.Respiro a pieni polmoni cercando di creare un senso logico al discorso che sto per fare.
<<Yerodin, la diversità è meravigliosa, che mondo sarebbe se fossimo tutti uguali?>>
<<Hai la pelle più scura, e allora?
In un mondo composto solamente da persone cieche, credi che a qualcuno fregherebbe di che tonalità sei?>>
Gli strizzo una guancia mentre mi osserva con i suoi occhioni neri.
Mi sento molto in soggezione.<<Non penso proprio>>
<<Devi essere fiero di ciò che sei, solo così riuscirai a ignorare i giudizi e pregiudizi di quei poveri ignoranti>>
Si mette a sedere di colpo sfiorando, fortunatamente, con la sua testa il mio mento.Porca vacca, se ci fossimo scontrati avrei perso tutti i denti.
<<Hai tenuto nascosto il tuo lato "nonna saggia" per tutto questo tempo?!>> Gesticola come uno psicopatico.
Ma un secondo fa stava piangendo.
Io non lo capisco.<<Sei consapevole che fuori sei una bellissima e giovanissima ragazza, ma dentro sei una vecchietta sapiente di duecento anni?>> Mi pizzica la guancia.
Aia.<<Con questo gesto ti sei rivelato anche tu un nonnetto!>>
Scoppio a ridere contagiando anche lui.Il piano A è stato eseguito con successo.
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HARD
ChickLitBethney Brooks, una dolce e graziosa bambina di sette anni con tanta voglia di giocare e divertirsi, ma purtroppo questo le verrà ben presto negato. Nonostante la sua giovane e tenera età la vita le ha voltato le spalle abbandonandola a sé stessa. O...