chapter 27

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<<Casa dolce casa!>> La voce possente di Shunko inonda l'atrio di casa nostra.
Allontana con un colpo di tallone il borsone bordeaux lasciandolo slittare vicino al vaso in cui è piantata la palma Kentia, scelta dal nostro interior design personale, Egor.
Ripensandoci... Quasi tutto l'arredamento è stato selezionato da lui.

Si sfrega le mani, decorate da anelli d'argento, soffiandoci sopra, piega la schiena in avanti e comincia a correre buttandosi sul divano posizionato al centro del salone. Brayan e Yerodin lo seguono compiendo gli stessi passi.

Ragazzi.

<<Prima che lasciate tutto in disordine - batte le mani Egor attirando l'attenzione di tutti- disfate i borsoni nelle rispettive camere, sfaticati di merda!>>

Senza controbattere al biondino salgo velocemente le scale lasciando scivolare le dita lungo il corrimano in vetro accumulando sull'indice una leggera polvere.
Proprio agli ultimi scalini il mio bagaglio, praticamente vuoto, decide di spostarsi davanti ai piedi riuscendo a farmi inciampare come una stupida.

Chiudo gli occhi aspettando il doloroso impatto ma una salda e improvvisa presa sul mio avambraccio mi impedisce di andare sbattere contro il gelido granito.

<<Attenta>>

Sento il cuore salire rapidamente lungo la gola mentre il corpo di Jacob mi affianca rimanendo a qualche centimetro di distanza dal mio orecchio.

Incerta giro di poco il volto fino ad avvertire il suo caldo respiro irregolare sulla guancia.
L'estrema vicinanza mi permette di inebriarmi le narici con il suo profumo, un aroma differente dall'ultima volta.

Non che me lo ricordi vividamente, ma ora è sovrastato da quello di... schiuma da barba?

Indugio timidamente sul suo mento cercando una parvenza di peluria rasata.
Alzo impulsivamente la mano, rimasta ancorata al corrimano, per sfiorare il suo viso e confermare o meno la mia tesi. I suoi seducenti occhi verdi scrutano ogni mia movenza.

Invece di fermarmi, lui, con la mano libera, afferra il mio polso e mi guida dolcemente verso il suo volto senza interrompere il contatto visivo.

Un urlo di frustrazione al piano di sopra rompe l'atmosfera riportandomi con i piedi per terra. Spalanco gli occhi incredula del mio comportamento e con uno scatto mi porto il braccio vicino al torace.

<<Bethney Brooks, la prossima volta il tuo cane del cazzo te lo porti dietro!>>
Fa la sua comparsa dalla cima delle scale Travis mentre esce da camera mia sbattendo violentemente la porta.
Aderisce la schiena ad essa e incrocia le braccia al petto mettendo in risalto i vari tatuaggi che gli macchiano la pelle dorata.

<<Hai intenzione di fermarle la circolazione sanguigna, amico?>>
Indica con un cenno del capo la mano di Jacob ancora fissa sul mio avambraccio.

<<Travis, dove l'hai rinchiuso?>> Afferro il borsone, responsabile di questa situazione, e scivolo via dalle sue dita calde.

<<Quel mostro è qui dentro>> Batte le nocche sul legno dipinto che divide la mia stanza dal corridoio. Probabilmente, udendo i due rintocchi, Boss inizia ad abbaiare ininterrottamente.

<<Non mi sono presentato, che maleducato - si sposta lateralmente per essere faccia a faccia con Jacob - io sono Travis, tu devi essere Jackson...>>
Allunga la mano e lascia in sospeso la frase aspettando una risposta.

Come se non la sapesse.

<<Jacob, Jacob Rogers>>
L'afferra con forza e lo squadra con un sopracciglio alzato inclinando il mento in giù per esaminarlo meglio.
Travis è leggermente più basso, ma più robusto.

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