"Memories"
Maroon 5<<Ha bisogno di stare tranquilla>>
Sento una voce maschile che si allontana seguita da una porta sbattuta.Faccio forza con le braccia per mettermi seduta.
Abbasso lo sguardo e con stupore noto di essere su un letto a baldacchino con delle coperte rosse.
Ho sempre desiderato averne uno, ma non pensavo che lo avrei provato in queste circostanze.
L'ansia lascia spazio alla curiosità.
Mi guardo in torno: le pareti sono decorate con della carta da parati bordeaux con appesi molti, anzi, troppi quadri.
In ognuno è raffigurato un fiore diverso.
Solo dopo aver studiato la stanza mi accorgo di non essere da sola, un'anziana signora è seduta su una poltrona di fianco al letto.Allarmata mi alzo in piedi, ma un giuramento di testa mi obbliga a risedermi.
<<Chi sei? Dove mi trovo? Che cosa mi è successo?>> Sposto i capelli neri da davanti agli occhi per vedere chi mi ha portata qui.
E se mi stessero tenendo in ostaggio per avere i soldi di Marcos?
No, no, no, Jolanda ha detto che Marcos non ha nemici...
Credo.La donna sorride dolcemente e si siede sul altro lato del letto.
Alza una mano, probabilmente per assicurarsi che io stia bene, peccato che a me viene naturale chinare la testa e chiudere gli occhi.
Ogni volta che la signora Thompson faceva così ci tirava uno schiaffo.
Ma ora l'impatto non arriva.Un po' titubante apro un occhio.
Dalla sua espressione ho paura che la mia reazione le abbia fatto capire fin troppe cose, pur non conoscendomi.
Mi scruta attentamente, ma fortunatamente non fa domande, anche perché non avrebbe ricevuto risposte.
Ha ancora la mano in aria, lentamente l'avvicina al mio viso e mi sposta una ciocca dietro l'orecchio.
<<La tua famiglia dev'essere preoccupata>>Scrollo le spalle guardando un armadio antico posizionato vicino alla finestra.
Di sicuro Cooper no.
<<Sai tornare a casa se ti riaccompagno al parco?>>
Prende la mia mano fra le sue.
Annuisco, non sapendo se chiederle come si chiama o ringraziarla per non avermi lasciata priva di sensi sul marciapiede.
A proposito, come ha fatto a portarmi qui?
Non peso di certo poco.<<Bene, allora andiamo>>
Con fatica si alza e si avvia verso l'uscita.
Rimango ancora seduta qualche minuto per metabolizzare ciò che è appena successo.
Scuoto la testa mandando i miei dubbi in un angolo della mia mente.Durante il tragitto nessuna di noi due apre bocca.
Devo ammetterlo, sono spaventata.
Non ho la più pallida idea di chi sia questa donna, non so come diavolo ha fatto a portarmi a casa sua, non capisco perché sia così calma quando ha ospitato un'estranea.
Insomma, potevo essere un serial killer... di quattordici anni.Arriviamo all'entrata del parco.
Mi giro verso di lei intenzionata a ringraziarla ma mi precede.
<<Prenditi cura di te>> Sorride dolcemente e con le mani dietro la schiena ritorna verso casa sua.La osservo andare via finché non sparisce dalla mia visuale.
Passeggio in giro per il parco non avendo voglia di vedere Cooper.
Gli sputerei volentieri in un occhio.
Resto fuori per una ventina di minuti a non fare assolutamente niente; accarezzo la corteccia degli alberi ponendomi domande che nemmeno gli scienziati più famosi possono immaginare.
Dopo aver palpato più alberi possibili mi decido ad andare a casa.Suono il campanello e spero con tutta l'anima che non venga ad aprirmi lui.
Sono in nove in casa, non verrà proprio lui.
Alle dieci di sabato mattina starà sicuramente dormendo, no?Si spalanca la porta.
La risposta è: no.
Un Cooper in pigiama con il fiatone mi si presenta davanti facendomi capire che si è appena svegliato e ha corso giù per le scale per venire ad aprirmi.
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HARD
ChickLitBethney Brooks, una dolce e graziosa bambina di sette anni con tanta voglia di giocare e divertirsi, ma purtroppo questo le verrà ben presto negato. Nonostante la sua giovane e tenera età la vita le ha voltato le spalle abbandonandola a sé stessa. O...