chapter 11

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La casa di Marcos è a dir poco meravigliosa.
Dato che lui lavora come giudice in un tribunale e sua moglie come chirurgo, di certo non ci si poteva aspettare una casetta di dimensioni "normali".
Avete presente quelle case che hanno i ricconi nei film? Quella villa pazzesca...
Ecco, un pochino più piccola, ma è decisamente simile.

<<Ragazzi, potete entrare>> Appare sull'uscio una donna sulla sessantina.
Presumo la moglie di Marcos.
Lasciando indietro gli altri mi avvio verso il portone.
<<Ciao cara, tu devi essere Bethney! Oh, sei proprio bella>> Mi abbraccia come se non mi vedesse da anni.
Infatti non ci siamo mai viste prima d'ora, tutto questo affetto?
Ricambio un po' titubante l'abbraccio.

<<Jolanda, tesoro, che ne dici di andare a preparare una piccola merenda per i ragazzi?>>

Le sorride mentre con un gesto invita i miei amici ad avvicinarsi.
<<Oh sì, sì!>> Si precipita dentro casa tutta felice.
<<Perdonala se ti resterà attaccata come una cozza, ma ha sempre voluto una figlia femmina>> Sbuffa alzando gli occhi al cielo.

Gli dico che per me non c'è problema, dopodiché ci fa accomodare in soggiorno.
Poso il mio zainetto su una sedia e mi lascio sprofondare su una poltrona morbidissima.
Mi sembra di toccare un pulcino per quanto è soffice.
<<Ragazzi, non posso crederci che vivremo per due anni qua!>> Si siede su di me Yerodin soffocandomi.

Tento di togliermelo dalle gambe ma con scarsi risultati.
È troppo pesante, ha vinto.
Morirò schiacciata.
<<Sei davvero una cacchetta!>> Si alza trascinando con lui anche me.
Dopo avermi liberamente rubato la mia poltrona mi fa cadere su di lui.
Questo è maltrattamento di persona.
<<Lo sai che sei un pessimo amico?>> Gli tiro uno schicchero sulla fronte, facendolo imprecare.

<<Andiamo, lo so che infondo mi ami>> Mi stritola impedendomi di fuggire.
Dannazione.
<<Bene ragazzi, dobbiamo parlare>>
Jolanda seguita da suo marito si siedono sul divano in pelle nero.
<<Voi siete tutti minorenni, perciò dovete vivere sotto custodia di una persona adulta>>
Si schiarisce la voce tossendo un paio di volte.

<<Io e Jolanda vi terremo finché uno di voi non avrà diciott'anni, in questo caso i primi saranno Cooper e Shunko>>
Indica i due presenti.
<<Penserete che quello che ho fatto sia illegale, ma prima di sequestrarvi ho avuto un'intesa e lunga chiacchierata con gli assistenti sociali, non vi sto a raccontare, sarebbe una vera noia>>
Prende tra le sue mani quelle di Jolanda ridacchiando.

<<In ogni caso, quando Cooper o Shunko arriveranno ad essere maggiorenni vi farò una sorpresa>>
Conclude il discorso con un sorriso a trenta due denti.
C'è comunque qualcosa che non mi torna in tutto questo.

<<Perché state facendo tutto questo per noi?>> Mi precede Brayan portando l'attenzione di tutti su di lui.

Cala un silenzio tombale.
Dopo qualche minuto Marcos si decide a parlare.
<<Perché ci sono passato anch'io>> Si alza e con un sorriso finto in volto si dirige in cucina.
È capitato anche a lui?
Non sapevo che Marcos fosse orfano.
In effetti, non so quasi nulla su di lui.
Solo che è un giudice, fine.

<<Bene ragazzi ci sono tre camere al piano di sopra, quando avete finito di sistemare le vostre cose scendete pure!>>
Tre camere per otto ragazzi?
Io e Egor ci guardiamo con sfida per poi correre al piano di sopra, il primo che arriva si aggiudica il letto migliore.
La prima stanza è bianca panna con un letto matrimoniale al centro.
La seconda ci stanno due letti a castello davvero carini.
Infine la terza stanza c'è un altro letto matrimoniale.

<<Io prendo il letto matrimoniale!>> Urlo catapultandomi nella prima camera.
Chiudo la porta e mi siedo sul lenzuolo color caramello.
Ha davvero un bellissimo arredamento; un divanetto beige affiancato da due scrivanie nere.

Tiro fuori il contenuto del mio mini bagaglio, svuotandolo.
Le due cornici dei miei genitori decido di posarle sul comodino, sapendo che vedendoli ogni mattina mi sentirò male.

Mi sembra di essere leggermente masochista.

Rovescio il resto sul letto, il mio sguardo cade su una busta bianca e rossa.
Non ricordo di aver mai ricevuto una lettera nell'ultimo periodo, ovvero in sei anni.

Leggo il mittente, scritto in stampatello: Jacob.
Destinatario: Bethney.
Il cuore incomincia a battere più forte, riesco addirittura a sentire le palpitazioni.

Con le mani tremanti strappo l'adesivo che la teneva sigillata.
Prendo un profondo respiro e la apro.

"Bethney Brooks, so per certo che quando starai leggendo questo foglietto sarai già a Monterey.
Io invece lo sto scrivendo con te che dormi qui a fianco a me.
Sei bellissima, spero davvero che mi aspetterai come lo farò io.
So che sarai triste e delusa dal mio comportamento, ma ti posso giurare che l'ho fatto solo ed esclusivamente per te.
Per la tua sicurezza.
Sai che non sono molto bravo con le parole, soprattutto scritte.
Ricordati che ti amo.
Sembra da immaturi dirlo a soli quindici anni, ma non me ne frega assolutamente niente.

TI AMO TANTISSIMO BEE!

Il tuo Jacob"

Resto qualche altro minuto a osservare questo pezzetto di carta, che al momento è il più importante della mia vita.
Mi tocco la guancia sentendola calda.
Sto piangendo e non me ne ero resa conto.

Sento bussare contro la porta in legno.
<<Betty, sto per entrare!>> Grida Cooper dalla parte opposta.
Maledizione!

Con una velocità innata mi scaravento contro essa chiudendola a chiave.
<<No, torna più tardi>> Cerco di mascherare la voce spezzata dal pianto.

<<Betty, cosa succede?>>

Impreco tra me e me per non essere stata abbastanza convincente.

Ora che cosa gli dico?
"Mi sto disperando come una poppante, nulla di grave".

<<Niente, dí agli altri che fra qualche minuto arrivo>> Appoggio la schiena contro il legno freddo dello stipite.
Strizzo gli occhi provando a bloccare le lacrime. [sopra]

Mi manca, mi manca dannatamente tanto.
Il punto è che è passato poco più di un giorno, non oso immaginare quelli a venire come saranno.
Orribili, ecco.

<<Betty, ricordati che puoi sempre contare su di me>> Vedo muovere la maniglia su e giù.
<<Ti prego, apri>>
Lentamente allungo la mano verso serratura.

Spinge piano la porta e la richiude subito per non far entrare nessun altro.
Non dice niente, mi prende in braccio e si sdraia sul letto con me sopra il suo busto.

Fa passare la mano avanti e indietro dal fianco alla schiena riuscendo così a tranquillizzarmi.
<<Ti voglio bene piccola>> Mi bacia la guancia stringendomi a lui.

[Wait, Read]

Spero vi stia piacendo!
Se è così potete supportare la storia cliccando la stellina..❤️

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