Capitolo 9

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Tra protocolli e riunioni, la settimana è passata tranquillamente e finalmente il weekend è arrivato

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Tra protocolli e riunioni, la settimana è passata tranquillamente e finalmente il weekend è arrivato.
Come aveva accennato Yvonne qualche giorno fa per telefono, mi ha lasciato il compito di recuperare il signor Morris all'aeroporto usando la macchina aziendale, una Mercedes-Benz classe A di ultima generazione. Non posso lamentarmi della Ford Focus datata 2016 che usiamo in famiglia, ma questa ragazzaccia è senza dubbio su tutt'altro livello con i suoi numerosi display ed i sedili dotati di ogni comfort, per non parlare delle rifiniture in legno. Viaggiare su questo veicolo è molto comodo, non ho per niente sofferto il traffico mattutino del weekend che ho incontrato lungo il tragitto. Le strade di Seattle diventano un inferno nel fine settimana, molti si spostano per delle gite fuori porta approfittando dei due giorni di pausa dal lavoro, ma sono riuscito ad arrivare con qualche minuto di anticipo a destinazione. Yvonne mi ha avvisato di aspettare in macchina il nostro ospite, tanto non sarebbe passato inosservato. Così, eccomi fermo nei parcheggi poco distanti dalla zona degli arrivi ad attendere qualcuno che non ho mai incontrato prima, fatta eccezione per alcune foto sfocate sui tabloid. Nell'attesa, guardo il mio telefono per fare un resoconto della settimana successiva e segnare gli appuntamenti più importanti poco prima della partenza fissata per il 12 maggio.

«Tu devi essere il segretario di Grumpy, ti ha descritto davvero alla perfezione» una voce profonda di qualche ottava poco distante da me mi costringe a perdere di vista l'agenda che stavo sfogliando per potermi concentrare sul nuovo arrivato. Avendo sempre a che fare con le tante conoscenze lavorative di genere maschile di Yvonne, pensavo di trovarmi dinanzi ad uno dei soliti vecchi grassocci che pendono dalle sue labbra. Invece, con mio grande stupore, noto che l'uomo potrebbe avere all'incirca la mia età. Osservandolo bene, lo definirei una bellezza particolare. Non possiede tratti efebici come Enea e non risulta muscoloso ed alto come quel vichingo di Mike o di Alejandro; piuttosto, si presenta come il classico uomo medio americano, alto forse un metro e settantacinque e robusto. Tuttavia, qualcosa nel suo stile che richiama molto l'estetica del dandy e nel volto valorizzato dalla mascella squadrata, abbellita da un leggero strato di barba e incorniciata da folti capelli scuri tirati indietro col gel, mi fanno intuire che lui faccia strage di donne.

«Lei deve essere il signor Morris, è un piacere fare la sua conoscenza» gli vado incontro e allungo una mano per salutarlo con una stretta energica che lui ricambia con piacere. Da questa vicinanza posso notare il colore dei suoi occhi scuri come la notte che mostrano sicurezza e determinazione, rendendoli due calamite per chiunque osi solo sfiorarli con la coda dello sguardo. «Chiamami pure Jason e dammi del tu. Sono felice di incontrare un capitano valoroso come te, ho letto del tuo incidente sui giornali e spero che possa rimetterti presto per tornare di nuovo operativo. L'America avrebbe bisogno di più uomini coraggiosi e fedeli come te» il suo sorriso è rincuorante, qualcuno crede in me e questo è un tassello in più che mi spinge ad andare avanti. Lo ringrazio e lo invito ad entrare in macchina mentre mi occupo di sistemare il suo borsone nel cofano. Mando, poco dopo, un messaggio a Yvonne per informarla del nostro rientro.

La chiamano Miss AsmodayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora