Capitolo 21

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Nascosti dalla fitta vegetazione di alti arbusti, il padre di Marcus si muove come un leone in gabbia mentre borbotta frasi sconnesse passandosi di tanto in tanto una mano tra i capelli che si aggrovigliano tra loro donandogli un aspetto disordinato

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Nascosti dalla fitta vegetazione di alti arbusti, il padre di Marcus si muove come un leone in gabbia mentre borbotta frasi sconnesse passandosi di tanto in tanto una mano tra i capelli che si aggrovigliano tra loro donandogli un aspetto disordinato. Persino la piccola Raven, percependo il clima teso che si è creato, ha deciso di appollaiarsi sulla spalla del padrone, cercando di passare inosservata nascondendosi tra i lunghi capelli bianchi.

«Padre, per piacere fermati. Stai attirando lo sguardo degli altri Dominatori» lo richiama il biondino cercando di sovrastare il chiacchiericcio generale che proviene dal centro della sala, mantenendo comunque una voce bassa e modulata per evitare di essere udito da orecchie indiscrete. Per fortuna, non sono molti gli occhi che ci osservano. I grossi tronchi formano un separé naturale che ci divide e nasconde al contempo, permettendo solamente a quelle persone che si sono allontanate per guardarsi in giro, di scorgerci di sfuggita.

«Siamo incappati in un guaio più grande di noi» il tono roco malcela la preoccupazione che sta provando in questo momento. Arresta la sua camminata solamente per concedersi un rapido scambio di sguardi con il figlio. Sul volto pallido, un sorriso malinconico fa la sua apparizione. «Abbiamo trascinato tua sorella all'inferno. La mia bambina è lì, su quelle scale e presto vedrà la depravazione che porta con sé quel mostro» le parole escono come un effimero sussurro. Tutti sembrano aver timore di essere uditi da quella donna comodamente adagiata sul trono scuro.

Ho notato che la sua comparsa ha fatto cadere nella sala un mix di emozioni contrastanti. Sembrava che qualcuno fosse scoraggiato, qualche altro ero ben lieto di vederla sedere al di sopra di loro, e perché no, qualcuno era anche verde di invidia. Tuttavia, un solo sentimento sembra accomunare tutti, la cautela. Siamo più guardinghi, me ne accorgo dagli effimeri riflessi dei corpi proiettati sul lucido pavimento a scacchiera. Coloro che dovrebbero essere i Dominatori, hanno assunto una postura più rigida e composta, a volte abbassano lo sguardo in segno di riverenza; invece, i sottomessi stringono le braccia intorno al corpo adornato da corde o tessuti in latex, quasi timorosi dello sguardo della donna. Nonostante il suo vero volto sia rivestito dalla maschera dorata, sembra di percepire i suoi occhi osservarti in ogni angolo della sala. Ogni arbusto, cespuglio o aiuola scompare dinanzi la misteriosa padrona di questo luogo.

«Scusate la domanda inopportuna, ma non dovreste sapere già chi è il Dominatore supremo del Dungeon a cui partecipate?» chiede il signor Andy comodamente seduto su uno dei muretti perimetrali.

«E perdere così tutto il divertimento che ne scaturisce dall'effetto sorpresa? Suvvia Andrew, credevo che almeno tu potessi cogliere la costernazione generale che è sorta con la presenza esclusiva della nostra Padrona. È esilarante vedere anime deboli brancolare nel buio delle incertezze» la figura slanciata di Jason entra nella nostra visuale, al suo fianco la piccola Iris lo segue sostenendosi dalle braccia del moro che la guidano tra le tenebre. Infatti, le sue iridi calde sono nascoste da una spessa benda dorata, impedendole così di vedere la depravazione che lentamente dilaga nella grande sala. Lascia che a sfilargliela dal volto rilassato sia il fratello che l'accarezza sorridendo vedendola tranquilla. La ragazza, sentendosi al sicuro tra le braccia dell'uomo, si estranea da ciò che la circonda beandosi del calore creato dal corpo di Marcus che focalizza l'attenzione sul Dominatore dinanzi a sé. Con un cenno della testa ringrazia l'artista.

La chiamano Miss AsmodayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora