Col sorriso ancora sulle labbra varco la porta di casa e mi libero del cappotto, delle chiavi e della mia ventiquattro ore. Non credo che la mia famiglia mi abbia sentito, le grida gioiose dei miei nipoti che giocano nel soggiorno coprono la maggior parte dei rumori. Dalla mia posizione posso notare che sono tenuti d'occhio dallo sguardo attento e meticoloso di mia madre che, comodamente adagiata sul divano, si diletta a realizzare qualcosa ai ferri. Sam è in cucina col marito a preparare la cena e discutono della giornata lavorativa di lui che si è appena conclusa.
«Buonasera famiglia!» esclamo per renderli partecipi della mia presenza. Non ho il tempo di mettere piede nel salone che due piccole furie sorridenti si attaccano alle mie gambe. A sinistra vengo strattonato da Georgie, la mia dolcissima principessa di sette anni. Il suo corpicino snello e slanciato è coperto da un lenzuolino bianco che l'avvolge come se fosse un vestitino, i suoi lunghi capelli biondo scuro sono raccolti in una morbida treccia decorata con delle margheritine ed una coroncina di plastica argentea che risalta il colore grigio dei suoi occhi ereditati da mia sorella. Stavano giocando alla principessa e al supereroe. Lo capisco dal costumino di Hulk che il piccolo Jake indossa, con le sue braccine paffute stritola la mia povera gamba destra e gli occhiali tondi, rigorosamente del suo colore preferito, si spostano accentuando i suoi vivaci occhi verdi un po' distanti tra loro e con una lieve incurvatura verso l'alto. Gli accarezzo i corti capelli rossicci che delineano il piccolo viso rotondeggiante e mi abbasso sulle ginocchia per riempire i miei due topini di baci facendoli ridere sonoramente mentre, come un mantra, ripetono "zio, zio".
«Oh santo cielo, sei già stato licenziato nel giro di tre settimane?» mia sorella lascia cadere una ciotola per terra a causa dello stupore, per fortuna era di plastica. Corre all'ingresso della cucina per avere una visuale migliore del soggiorno seguita dal marito. «Non credo proprio bimba, il suo sguardo sprizza gioia da tutte le parti per essere uno che è stato appena licenziato» Chris mi conosce come le sue tasche e per placare Sam le lascia un morbido bacio sui corti capelli tinti di nero. Una volta erano rossi come quelli del piccolo, ma le ricordavano troppo quel bastardo di nostro padre, per questo ha deciso di coprirli con una tinta scura ed iniziare a portarli a caschetto. «Per caso hai conosciuto una donna?» si intromette mia madre voltando il suo viso nella nostra direzione speranzosa. Lascio andare un sospiro di sconforto, non impareranno mai a farsi un po' di fatti loro e, in fondo, mi va bene così. Sono questi i momenti migliori della mia giornata, le mie vittorie quotidiane.
Mi alzo invitando i ragazzi a tornare a divertirsi nel salone mentre io raggiungo la cucina per bere un bicchiere d'acqua sotto lo sguardo indagatore degli altri, non si daranno pace fino a quando non sputerò il rospo.«Se impicciarvi della vita altrui fosse un lavoro, saremmo più ricchi del mio capo» gli faccio notare inclinando la testa di lato per fare intuire il mio fastidio ai tre paladini del gossip fermi sulla soglia.
«Sei mio figlio, ho il diritto di impicciarmi finché il mio cuore regge».
«Mamma!» la richiamo scocciato.
«Fratellino, i tuoi nipoti desiderano una zia per Natale»
«Sam!»
«Amico mio...devi togliere qualche ragnatela dal tuo bastone».
«Chris, i bambini!» lo richiamo voltando lo sguardo verso i piccoli che per fortuna ci hanno ignorato, altrimenti, avrei lasciato a lui l'arduo compito di spiegare come vengono al mondo i neonati.
«Dico la verità, il tuo inquilino dei piani bassi no...Sam!».
«Non davanti ai nostri figli» lo riprende mia sorella dopo avergli dato un colpo di strofinaccio sulla testa facendo ridere mio nipote, venuto in cucina per abbracciare il padre seguito dalla sorella che richiama la madre per aver ferito a morte il suo amato principe.
Credevo di potermela svignare con l'intervento dei piccoli, ma lo sguardo cristallino di mia madre mi impedisce di muovermi e con un cenno della mano mi invita a sedermi su una delle sedie presenti in cucina. Senza protestare mi accomodo proprio ad un capo del tavolo e lei fa lo stesso dal lato opposto al mio, ritrovandoci faccia a faccia.
«Parla con la tua mamma preferita figlio mio, potrebbe essere l'ultima volta che lo fai».
«Mà!» questa volta la richiama mia sorella che è tornata a girare il bollito di carne che sta preparando per la cena mentre mio cognato, dopo aver ribadito che è l'unica madre che abbiamo e per forza di cose deve essere la preferita, ha portato i bambini a giocare nel soggiorno con la scusa di dover salvare la sua principessina dal terribile Hulk.
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La chiamano Miss Asmoday
ChickLit(Dark Romance🔞) In un intreccio avvincente dove il desiderio si mescola al dolore, il buio svela la sua più seducente ombra. Elias Mancini, un soldato americano, vede infrangersi il sogno di una vita nell'eco lontano di una esplosione. Costretto a...