Le note melodiose della sveglia si diffondono nella stanza ancora avvolta nella fioca luce del mattino. Una nuova settimana ha inizio, ma ciò che mi preme di più è incontrare Yvonne e ignorare quella tensione che ultimamente ci avvolge nelle sue spire pronta a travolgerci da un momento all'altro.
Lascio andare un respiro più forte del solito mentre allungo il braccio per mettere a tacere la suoneria del telefono. Non mi alzo subito, piego il gomito per poter appoggiare la mano sotto la testa e contemplo il soffitto bianco. Alcune chiazze di umidità risaltano nel candore della pittura e osservandole mi perdo qualche secondo nei miei pensieri, nel vano tentativo di placare la tensione concentrata ad altezza dell'inguine. I sogni, paradossalmente alle riflessioni, sono stati offuscati dalla visione di quella stanza. Non era più un semplice scorcio creato da un misero spiraglio di luce, ma in tutta la sua interezza si mostrava una camera dei giochi per praticare BDSM. L'inconscio mi ha catapultato proprio al centro di quelle pareti coperte di specchi che riflettevano per intero la mia figura allenata. Ovunque mi voltassi, potevo ammirare il candore del petto nudo scolpito da anni di palestra e delineato da alcune goccioline di sudore che percorrevano indisturbate i solchi del mio corpo lucido. La mia mano destra spingeva i capelli bagnaticci verso l'alto per toglierli dal volto mentre l'altra era avvolta in una massa di morbidi ricci castano dorati e accompagnava i movimenti flessuosi della testa per poter ricevere quello che il mio corpo tanto bramava. Due pozzi di oro liquido mi guardavano languidi mentre quei morbidi cuscinetti rosei e caldi mi avvolgevano delicatamente. Mancava veramente poco, quel umido calore così reale stava per mandarmi in un altro mondo, avevo chinato il capo verso dietro e stretto più forte quella massa incolta di stretti boccoli, ero così vicino eppure...
«Basta!» mi alzo di getto appoggiando gli avambracci sulle gambe piegate. Faccio dei respiri profondi per cercare di ottenere un minimo di controllo, l'erezione quasi completamente formata è contrita nei boxer neri. Una doccia fredda sarebbe l'ideale al momento, ma gli spasmi di piacere che attraversano il mio corpo non mi permettono di muovermi fluentemente. Devo calmarmi, chiudo gli occhi per focalizzarmi su qualsiasi altro pensiero che possa darmi un minimo di sollievo da queste piccole scosse dolorose.
Respiro. Ispiro.
Respiro. Ispiro.
Respiro e...
Due occhi ambrati si palesano dinanzi a me e mi scrutano lussuriosi. Balzo in piedi spalancando le palpebre intimorito dalle immagini che la mente ancora produce. Non posso continuare così, prendo giusto l'intimo al volo e mi dirigo con qualche difficoltà verso l'uscio della stanza, apro uno spiraglio per controllare che nessuno sia in giro intento a prepararsi per l'inizio di una nuova giornata. Certo di avere via libera, mi avvio verso il bagno zoppicando a causa delle fitte che, come piccole scosse, attraversano l'interno gamba. Chiudo a chiave la porta e spalanco le ante scorrevoli del box doccia aprendo subito l'acqua congelata. Mi posiziono sotto il forte getto ignorando la presenza del tessuto che comprime ancora il pene eretto mentre un brivido di freddo mi attraversa la schiena, lo ignoro e alzo la testa verso il doccino. Lascio che la frescura del liquido colpisca ogni angolo del mio corpo, mi lascio distrarre dal forte rumore dello scrosciare dell'acqua ed isolo i pensieri invasivi in un angolo della mia testa calmandomi lentamente.
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La chiamano Miss Asmoday
ChickLit(Dark Romance🔞) In un intreccio avvincente dove il desiderio si mescola al dolore, il buio svela la sua più seducente ombra. Elias Mancini, un soldato americano, vede infrangersi il sogno di una vita nell'eco lontano di una esplosione. Costretto a...