Capitolo 10

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«Allora, cosa ne pensate?» la voce di Yvonne risuona tra le spesse strutture cubiche del Freeway Park

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«Allora, cosa ne pensate?» la voce di Yvonne risuona tra le spesse strutture cubiche del Freeway Park. Con una mano allungata davanti a sé, ci indica ogni dettaglio. Quando l'ho proposto, non pensavo fosse così suggestivo ed imponente. Quello che una volta era un ammasso architettonico, adesso è diventato un tutt'uno con la natura circostante, i grandi massi di roccia perfettamente levigati si fondono con la ricca vegetazione facendolo sembrare un labirinto senza fine, una visione quasi post apocalittica che attira il visitatore.

Alejandro e Jason si guardano intorno attentamente, si soffermano dapprima sui quattro ragazzini che si dilettano a fare un po' di parkour. Il loro sguardo, poi, torna a vagare nello spazio verde che li circonda, si sposta sulle scalinate grigie che permettono di raggiungere le zone sopraelevate, poi cade sulla cascata a canyon che gorgoglia ricadendo in una delle piscine idriche che sono state inglobate nella struttura e, infine, si soffermano sui giardini rigogliosi e le panchine, fermando di tanto in tanto i loro occhi sulle aiuole.

«Mi chiedo come abbia ignorato un posto del genere per tutto questo tempo» afferma Alejandro incamminandosi all'interno dei grossi massi, totalmente rapito da questo luogo. Inconsciamente, mi soffermo su Yvonne, il lieve vento tiepido le scompiglia i capelli, i raggi solari del primo pomeriggio sfiorano la sua figura dolcemente, quasi timorosi dinanzi a lei. Il sorriso che le aleggia sul volto mentre osserva il fratello sguazzare qua e là felice, la fa sembrare quasi irrealistica. Tale bellezza non passa inosservata, ma è difficile considerarla reale.

Un colpo di tosse mi costringe a focalizzarmi sulla persona al mio fianco. «La bellezza è una lama a doppio taglio, uno di gioia, uno di angoscia e tagliano in due il cuore» afferma Jason con noncuranza.
«Come prego?»
La sua frase mi distrae per qualche secondo, so che mi ha beccato a fissare il mio capo, ma non capisco il nesso con queste parole.
«Virginia Woolf, è una sua citazione» si prende una pausa e si volta nella direzione della ricciolina ora intenta a scattare delle foto con il suo telefono. Lascia andare un sospiro ed incrocia le mani dietro la schiena. «La guardi come se fosse la donna più bella di questo mondo, ma la sua bellezza è letale. Mi sento un po' deluso, credevo che almeno tu riuscissi a resisterle ancora un po'».

«Dopo aver vissuto una vita come la mia, ho imparato a guardare ogni donna come se fosse la più bella del mondo» taglio il discorso sul nascere, non voglio parlare con lui di questo e, soprattutto, non voglio dare voce a quei pensieri che lentamente stanno invadendo la mia mente.
«Staremo a vedere. Yvonne!» si sposta da me e si incammina verso la ragazza, raggiungendola in poche falcate. «Allora, cosa ne pensi?» le chiede girando su sé stesso per ammirare ciò che lo circonda. Non percepisco la risposta ma, dallo sguardo concentrato che ha assunto Jason, deduco che stia esponendo osservazioni tecniche.
Senza sembrare un impiccione, mi avvicino lentamente e, man mano che diminuisce la distanza, riesco a scorgere qualche parola del discorso.

«Se facciamo come ti ho appena detto, non dovrebbero esserci problemi. Finiamo il sopralluogo, una volta tornati a casa inizierò a stilare la lista di formule da applicare e tutti i procedimenti da effettuare. Li inoltrerò a Joseph appena sarà tutto concordato» le sento dire mentre l'amico annuisce scrivendo qualcosa nel suo telefono.

La chiamano Miss AsmodayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora