(Dark Romance🔞)
In un intreccio avvincente dove il desiderio si mescola al dolore, il buio svela la sua più seducente ombra.
Elias Mancini, un soldato americano, vede infrangersi il sogno di una vita nell'eco lontano di una esplosione. Costretto a...
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È passata una settimana da quando lavoro nella grande azienda dei Blackstorm e tutto scorre liscio come l'olio. Ho stretto molte amicizie nei vari reparti, le persone che lavorano qui sono davvero disponibili e al minimo cenno di difficoltà, mi vengono incontro. Ogni tanto qualcuno mi ferma durante le pause perché curioso di sapere come sia lavorare a stretto contatto con il grande capo uscendone sempre insoddisfatti dalla chiacchierata poiché già a conoscenza. Grazie a questi confronti ho potuto appurare che, per quanto possa non piacerle questo posto, Yvonne fa di tutto per mettere a proprio agio i suoi sottoposti: dagli atteggiamenti e dalle parole di ognuno di loro ho percepito ed apprezzato molto la devozione e il rispetto che hanno nei suoi confronti e tutti vengono ripagati equamente dalla ragazza che non indugia mai nelle sue scelte, gratifica chi se lo merita e aiuta chi, invece, è in un momento di difficoltà senza mai sminuire. Nel corso della settimana che ho passato lavorando a stretto contatto con lei, ho avuto modo di poterla studiare con attenzione per apprendere al meglio cosa potesse gratificarla e cosa no, vedere il sorriso genuino che si apre sul suo volto ogni volta che può rendersi utile per qualcuno mi ha scaldato il cuore. Lei sembra diversa dall'immaginario che mi ero creato, l'ho vista mischiarsi con la sua gente e comportarsi come loro per far capire che non è solo un capo là dentro. Il suo atteggiamento che mette tutti a proprio agio ha avuto la meglio anche su di me. L'affabilità con la quale si rivolge, mi ha spinto a darle del tu solo una volta, credendo che non ci fossero problemi considerando il suo atteggiamento e la piccola differenza di età tra noi. Non l'avessi mai fatto: i suoi occhi glaciali hanno subito intercettato i miei ed il suo sguardo carico di rimprovero è valso più di mille parole. Se uno sguardo avesse potuto uccidere, molto probabilmente io sarei già cenere, talmente intenso era il suo da far riaffiorare alla mente vecchi ricordi di guerra sia piacevoli che dolorosi, costringendomi ad abbassare il capo per impedirle di leggere le mie emozioni contrastanti. Di fatti ho sempre la sensazione che questa donna possa leggermi come un libro aperto nonostante sia molto schivo nei suoi riguardi, dandomi l'impressione di un mercenario pronto ad usare ogni informazione in suo possesso per rimanere sulla cima del potere. Per questo molte volte scappo nel mio studio. Anche quella volta che le ho dato del tu mi sono allontanato per darle i suoi spazi dopo aver borbottato un misero "Mi scusi, miss". Da quel giorno sono sempre stato attento ad ogni mia mossa, ad ogni parola detta ed a qualsiasi mio atteggiamento che potesse risultare ostile nei confronti della ragazza. Tuttavia, per avere un attimo di sicurezza e per poter capire come affrontare al meglio ogni situazione futura, ho raccontato la vicenda ad Alejandro che mi ha suggerito di aspettare che sia lei a fare un passo verso di me prima di poter aprirmi del tutto tenendomi presente di non abbassare mai la guardia, continuando proprio come sto facendo anche se questo significa momentaneamente rintanarmi nel mio studio. Anche Mike ha saputo dell'accaduto, sembra che quello che fa la cugina si diffonda velocemente e, per il mio bene, mi ha consigliato di dare le dimissioni.
Ovviamente non gli ho dato retta e dopo una domenica passata in totale relax con la mia famiglia, sono tornato dinanzi alla piazzola della meravigliosa azienda con il sorriso sulle labbra. È ancora presto per entrare dentro l'edificio e raggiungere il mio studio, sono solo le otto e cinque, posso approfittare del tempo che mi resta per fermarmi al bar e godermi una buona colazione. Prima di salire le scale per raggiungere l'ingresso, controllo il telefono nel caso fosse arrivato un messaggio di Yvonne, negli ultimi giorni non è tornata a casa per la mole di lavoro arretrato e sono stato costretto a portarle il caffè ogni mattina. Tuttavia, oggi non è così e posso godermi i miei venti minuti di tranquillità. Salgo i primi scalini di pietra grigia canticchiando una canzone allegra, ma la figura tremolante di un'ombra che affianca la mia mi interrompe. Di sott'occhio guardo alla mia sinistra per capire chi si è accostato al mio fianco e noto il corpo muscoloso di Mike avvolto in un lungo cappotto di pelle, sul volto ha stampato il suo solito ghigno divertito mentre guarda nella mia direzione con la sua solita aria altezzosa malamente celata dagli occhiali da sole.