Capitolo 7

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Controllo ancora una volta tutti i fogli che il grande capo mi ha messo a disposizione per poter organizzare il viaggio in direzione della grande mela. Non doveva essere niente di troppo impegnativo fino a ieri sera ma la situazione è precipitata drasticamente in pochissimo tempo. Da qualche ora stiamo cercando di disdire accordi presi in precedenza con molte aziende e sponsor dovendo pagare purtroppo penali che creano una falla nel sistema aziendale, vani sono gli sforzi di Yvonne di trovare altri compromessi, mortificata deve chiedere scusa e promettere ingenti risarcimenti sia economici che pubblicitari solo per far fronte a degli errori commessi dai suoi stessi parenti che hanno deciso di compromettere i suoi operati, non contenti della nuova direzione che si vuol far prendere all'azienda. Certo, la pacatezza di quella donna è encomiabile, mantiene un'espressione serena ed è educata per tutto il tempo nonostante i continui rimproveri che si deve subire, mostrando tuttavia la sua rabbia solo attraverso i tratti pesanti della penna a sfera blu che riempiono decine di fogli bianchi usati per prendere appunti. Ho notato che alcuni di essi li segna con dei tratteggi lunghi o li chiude dentro delle parentesi graffe per sottolineare probabilmente un livello di priorità superiore. Più volte nei momenti di pausa che aveva tra una chiamata e l'altra, ho provato a chiederle se volesse una mano con gli accordi telefonici, portando in luce le mie vecchie competenze acquisite quando ero dietro una delle tante scrivanie della base militare ad interagire con i piani alti tramite una cornetta grigia. Tuttavia, lei si è rifiutata facendomi notare che le mie capacità militari sono ben diverse da quelle di una persona che deve trattare con sponsor, buyers e organizzatori esterni furiosi.

Consapevole delle sue motivazioni, mi concentro sul mio lavoro per non disturbare il suo, leggo con attenzione le richieste che dovrebbero essere portate a termine durante la nostra permanenza a New York sottolineando quelle che hanno una certa priorità per me. Una tra queste è ampliare i loro mercati, vogliono introdurre nuove proposte di profumazione all'interno del loro settore beauty utilizzando due nuove proposte esterne all'azienda, una proveniente dal mercato cinese e l'altra dal nostro mercato americano. Il tutto dovrebbe terminare con una cena di lavoro ed una riunione generale per capire l'andamento dei settori della sede newyorkese. Presumo che un viaggio di due giorni sia più che sufficiente per svolgere le nostre attività, potrei già iniziare a mettere su carta i punti principali e poi farglieli vedere una volta che il suo giro di chiamate sarà concluso. Prendo dei fogli bianchi ed una matita per iniziare ad abbozzare le prime idee che mi vengono in mente ma la mano piccola di Yvonne entra nella mia visuale, tiene stretta tra le dita affusolate un foglio stropicciato che riporta una dicitura breve un po' scarabocchiata per la fretta.

"Aspetta prima di prendere appunti per il viaggio, ti spiego meglio in seguito"

Annuisco e mi metto comodo sulla sedia iniziando a fare un po' di ordine sulla scrivania invasa da documenti stampati e note scritte a mano. Li divido per colonna e di tanto in tanto mi ritrovo a sfogliare quelli pregni di inchiostro blu, in essi spiccano le diciture per ottenere dei nuovi permessi, i prossimi passi da dover muovere, chi chiamare chi no e altre scritte quasi incomprensibili, simili alle ricette mediche. Ci provo con tutte le mie forze a capire cosa dicono quelle linee curve e spezzate sottolineate più e più volte con grossi segmenti ma non riesco a captarne il significato per questo lascio perdere ed una volta finito il mio lavoro, inizio a riorganizzare gli appuntamenti che oggi abbiamo saltato. Non impiego molto tempo, contatto i diretti interessati per telefono seguendo l'importanza dell'incontro e ne approfitto per inserirli in agenda, sistemando così una decina di appuntamenti spalmandoli in due settimane. Quando chiudo l'ultima chiamata, circa una trentina di minuti dopo, Yvonne è ancora al telefono persa in una discussione senza fine con uno degli organizzatori che la sta intrattenendo da un bel po'.

«La capisco perfettamente signor Gomez, sono mortificata per quanto accaduto e so che le sto chiedendo l'impossibile in poco tempo ma stiamo parlando di Jason Morris, non di uno qualsiasi. Sono disposta a pagare qualsiasi cifra chiediate» sta trovando dei nuovi accordi con l'agenzia delle luci, sono accordi vecchi che neanche io conosco alla perfezione.

La chiamano Miss AsmodayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora