Capitolo 16

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Osservo il mio riflesso allo specchio, le dita fremono nel tentativo di annodare la cravatta vinaccia che mi è stata donata da Yvonne insieme al completo che sto indossando

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Osservo il mio riflesso allo specchio, le dita fremono nel tentativo di annodare la cravatta vinaccia che mi è stata donata da Yvonne insieme al completo che sto indossando. Tutto era stato riposto con cura sopra il letto della camera d'hotel durante la mia assenza e in mezzo alla candida stoffa spiccava un foglio nero finemente piegato e un orologio da taschino.

"Per il mio fidato soldato, un piccolo dono per ringraziarti.Spero di vederti indossare questo completo alla cena di questa sera.Sempre Tua, Yvonne Arely Blackstorm"

Quelle lettere argentate finemente incise sulla carta scura risaltano ancora nella mia mente. Sarebbe bello poter credere a queste parole, avere una donna come lei al proprio fianco è stimolante, ma so che sta fingendo e non ha scritto il messaggio di suo pugno. La calligrafia è troppo pulita e delineata con dei ricciolini nelle lettere maiuscole e nelle corsive finali, lei è caotica anche quando scrive e ho notato che non sopporta grafie troppo elaborate come questa.

«Elias, sei pronto?» la voce calda di Mike accompagna il rumore provocato dal pugno che tocca la superficie liscia della porta. Ignoro la cravatta lasciandola slacciata e mi dirigo verso l'uscio per aprirlo. Ad attendermi ci sono i tre ragazzi che mi scrutano prima di accomodarsi nella camera.

«La mia sorellona ha fatto un dono anche a te, noto» Enea afferra il bigliettino mentre si accomoda sul letto stando attento a non sgualcire il completo verde smeraldo che indossa. Il tintinnio della collana di cristalli neri che gli adorna il collo e ricade in una morbida rete sul petto si diffonde per la stanza. Lo guardo meglio, sotto la cascata di riccioli neri che gli coprono un po' il volto tempestato di lentiggini, riesco a scorgere una linea nera sotto gli occhi che li fa sembrare più allungati. La sua figura androgina risalta maggiormente facendolo sembrare etereo, quasi surreale. Perso ad ammirare la bellezza del ragazzo, non mi accorgo che il cugino lo raggiunge per sottrargli dalle mani il pezzo di carta.

«Sempre Tua, Yvonne Arely Blackstorm- legge ad alta voce Mike. -Dimmi che non le credi, ti prego?» sventola davanti ai miei occhi il bigliettino nero, il suo braccio sinuoso si flette facendo risaltare i decori ricamati nella manica della giacca quadrettata.

«Ovvio che non le credo, non è neanche la sua calligrafia. Alejandro, puoi aiutarmi con questa cravatta per piacere?» non ho voglia di dare inizio ad altre futili discussioni che hanno sempre Yvonne come fulcro principale. Il moro annuisce e con movimenti fluidi delle mani annoda perfettamente il pezzo di seta al mio collo. «Sono stanco di sentire di nuovo i vostri litigi per Yvi. Cercate di sbrigarvi, vi aspetto in macchina plebei» il più piccolo richiama l'attenzione su di sé e dopo un'ultima occhiata fugace rivolta al mio completo, lascia la stanza mentre ringrazio con un sorriso il fratello maggiore. Mi volto verso il letto ignorando gli sguardi inquisitori dei due uomini alle mie spalle, infilo velocemente la giacca bianca e il cappotto marroncino.

«Elias, ti stai sbagliando. Sono certo che questa scrittura è di mia cugina. Non so ben dirti cosa abbia in mente, ma ho la certezza che ha scritto queste belle paroline con le sue stesse mani e utilizzando la stessa grafia che ho visto in una delle sue lettere» i miei occhi saettano sulla figura del biondino ancora in cerca di un altro dettaglio che possa dargli ulteriori conferme.

La chiamano Miss AsmodayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora