"Astinenza"

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Taehyung si trovava già al parco, era seduto su una panchina, affiancato da una borsa gialla con dentro una coperta, e vari colori, matite e materiali. Era agitato all'idea di passare del tempo con il minore; ogni volta vederlo gli faceva riscaldare il cuore, sentiva che prima o poi quelle farfalle che continuavano a muoversi all'impazzata, avrebbero un giorno trapassato il suo stomaco, ma non potevano perché quelle dovevano rimanere a far sentire questa stravagante sensazione renderlo felice.

Erano le 9.30 ed ancora nessuna traccia di Jimin. Il moro cominciò a preoccuparsi, e cominciò a mandargli qualche messaggio e a chiamarlo, ma continuava non ricevere risposta.

10.15, Tae aveva cominciando a dubitare del fatto che avrebbe visto il suo soggetto quel giorno, e più il tempo passava e più perdeva le speranze.

12.00, oramai si stava arrendendo a quell' idea, cercando di mangiare un panino al prosciutto, era così emozionato all' idea di ritrarlo fino a qualche tempo prima che si sentì un po' deluso e triste; ma continuò a pensare "magari si sarà dimenticato, oppure avrà avuto un problema, ma avrebbe potuto avvisarmi". 

Erano le 17.12, quando Tae stava prendendo le sue cose per andarsene, non aveva intenzione di aspettare ancora per umiliarsi di più. Ma non diede la colpa al biondo, ma bensì a se stesso che si era fatto delle aspettative troppo alte, si accorse di quanto fosse stato stupido a credere che uno sconosciuto si sarebbe fidato di lui, e che si fosse presentato. Nonostante tutto dentro si sentiva un po' deluso e ferito, dall'altro e da se stesso.

Stava raccogliendo le ultime matite, quando vide una figura correre, avvicinarsi a lui, pensava che se un giorno sarebbe mai schiattato, probabilmente sarebbe stato quel momento.

Jimin era lì di fronte a lui, intento a prendere fiato, appoggiato con le mani sulle sue ginocchia, sudato e con i capelli scompigliati; la cosa che però prese l' attenzione del maggiore furono alcuni lividi e un graffio sul viso e parecchi sulle mani. Tae cercò di avvicinarsi, quando Jimin si rimise composto, abbassò lo sguardo per poi chinarsi "T-ti chiedo scusa per averti fatto perdere t-tempo, facendoti aspettare" sospirò "ti chiedo scusa davvero, ho avuto un' imprevisto, e il telefono si è rotto e quindi non ho potuto avvisarti. Scusami!" E così se ne andò correndo, non voleva incontrare lo sguardo del moro, era spaventato e si sentiva tremendamente in colpa. 

Tae in tutto questo era sconvolto, non perché fosse arrabbiato, anzi da una parte era felice perché ora sapeva che non si era presentato perché lo odiasse, ma semplicemente aveva avuto un problema, e proprio quest' ultimo aveva fatto preoccupare il moro. 

Si pentì di non essere riuscito a fermarlo, avrebbe voluto ritrarlo o semplicemente guardarlo ugualmente anche se in quelle condizioni. Prese la borsa e si diresse correndo verso il locale, ma non lo trovò.

Taehyung si presentò nel locale tutti i giorno successivi per tre settimane, ma di Jimin non c'era traccia, aveva provato chiedendo informazioni ai colleghi di quest' ultimo, ottenendo solo come risposta "Ora è in ferie, aveva degli impegni di cui occuparsi". Aveva anche tentato di scrivergli nonostante sapesse che sarebbe stato impossibile, visto che il cellullare gli si era rotto. 

Intanto continuò a lavorare, non perdendo di vista il suo lavoro di artista, facendo ancora alcuni lavori sotto commissione. Nonostante fosse impegnato, continuava ad avere l' immagine del biondo piantata in testa. 

Voleva vederlo, abbracciarlo e parlargli, avrebbe voluto chiedergli cosa fosse successo quel giorno, ma si è promesso di non farlo, non erano affari suoi, nonostante volesse saperlo, e aiutarlo, sentiva che non poteva, per lui probabilmente Tae era come un' artista troppo esaltato e strano, così pensava il moro, mentre riguardava i pochi schizzi che aveva preso del minore. 

Taehyung era stata sempre una persona libera, lui voleva sentirsi così. Diceva che odiava le persone che lo comandavano, e voleva fare ciò che voleva, ed essere indipendente. Ma in quel momento si sentiva come se dipendesse da quel ragazzo che gli aveva fatto provare un subbuglio di emozioni e, che era diventata la sua nuova droga e in quel momento Tae era in astinenza, non riusciva a non pensare a come avrebbe voluto rivederlo ancora una volta. 

Ma Jimin continuò a non presentarsi al lavoro per molto tempo, era ormai passato un mese, e non aveva notizie di lui.

Quando un giorno oltrepassando la porta del locale, a passo lento e spento, si ritrovò davanti la figura che tanto aspettava e cercava da tanto tempo, intento a servire un cliente. 

Jimin era tornato.

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Yo!

Ecco il 4^ capitolo!!!

Ho capito che i miei capitoli sono corti e basta :'), quindi cercherò di farli come gli faccio adesso ma più frequentemente.

Spero che non abbiate trovato errori, in caso segnalatemi grazie <3

E spero vi sia piaciutooooo :3

grazie a tutti!!

yoyociaoooooo

da Manae Nope :3



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