"vorrei un mochi"

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Taehyung uscì dall'edificio con il cuore leggero, finalmente aveva consegnato un lavoro, e con grande sorpresa: 2 minuti di anticipo, un record, visto che era solito arrivare in ritardo, anche di alcuni giorni facendo arrabbiare i suoi clienti, che fortunatamente lo perdonavano continuando a richiedere quadri. Era rimasto quasi 3 giorni chiuso nel suo studio, con gli occhi attaccati sul progetto che aveva iniziato poche settimane prima. 

Quando il semaforo divenne verde attraversò, e pensò di andare a prendere qualcosa nel solito locale, per premiarsi della puntualità che raramente manteneva, prendendosi la colazione. 

Spalancò la porta ed entrò nel locale che era quasi vuoto, guardò l'orologio appeso sul muro, 10.07, era stato fortunato c'erano solo due ragazze, avrebbe potuto godersi un po' di pace.

Di solito il pomeriggio era il momento della giornata più frequentato; soprattutto dagli studenti, che inondavano il negozio, per poter sedersi e passare del tempo tra di loro, mangiando e scherzando. Anche se la clientela non mancava, non era un locale trend o di quelli popolari, era abbastanza semplice e senza particolarità che potesse attirare attenzioni, mediocre e noioso, ed era proprio questo che attirava la sua attenzione, non gli spiacevano i locali che avevano quel qualcosa che gli distinguesse da altri, questo non cercava di creare nuove ricette, o di attirare l'attenzione dei clienti in qualche modo stravagante, nonostante ciò alla fine il guadagno c'era. E Taehyung era una piccola parte di quella clientela, che passava il tempo ad un tavolo sorseggiando qualche bevanda studiando le persone che aveva attorno: il loro modo di vestire, il loro modo di comportarsi, e la quotidianità di quel luogo, così semplice ma anche così ricco.

Quel giorno Tae, notò che c'era un nuovo dipendente dietro al bancone; sembrava abbastanza giovane, minuto e alquanto basso, aveva dei capelli color platino. In quel momento era girato di spalle, probabilmente intento ad asciugare delle tazze. 

"Carino" pensò Taehyung, accennando un sorriso poco prima di andare davanti al bancone e dire: "Buongiorno"; il giovane che si voltò, fu un po' sorpreso e subito sorrise"'Giorno".

Tae fu intenerito dalla sofficità che dimostrava il viso del ragazzo; rimase a guardarlo un po' imbambolato per qualche secondo, lasciando il ragazzo di fronte a lui un po' in sospeso. Aveva un ciuffo che formava due archi che quasi formavano un cuore, delle guance un po' paffute e delle labbra carnose, "mio". Il minore era altrettanto rimasto affascinato dall'aspetto del moro, trovandolo incredibilmente delicato ma marcato allo stesso tempo, vedendo un aura di serenità avvolgerlo.

"desidera qualcosa?" il biondo così interruppe il silenzio che c'era tra loro, senza effettivamente rompere la bolla che si era avvolta attorno a Taehyung che era ancora con lo sguardo perso.

"un mochi" 

Tae così si sveglio, attraverso le sue stesse parole, e riguardò il ragazzo.

"mi spiace, ma sono finiti; ma se vuole può tornare domani mattina; oppure può prendere qualcos'altro" disse il platino, un po' dispiaciuto.

"ma ce ne ho uno di fronte a me" disse il moro.

Il biondo lo guardò un po' confuso.

"sembri un mochi" il giovane realizzando cosa intendesse l'altro, cominciò ad arrossire, "o lo sei?" il moro lo scrutò, come per capire se la figura davanti a lui ,fosse davvero quel dolce preparato tradizionale giapponese costituito da riso glutinoso, reprimendo il suo desiderio di assaggiarne un pezzo.

"non lo sono"

Tae poi si interruppe, e disse: "per ora vorrei un succo alla pesca e un cornetto alla crema, grazie", il biondo annuì ancora rosso in viso, digitando alla cassa, e invitando il cliente ad accomodarsi. 

Il moro si sedette in un tavolo poco distante dal bancone, cercando di avere una buona visuale sul nuovo dipendente. Appena arrivò il suo pasto, Tae fermò il ragazzo e chiese: "non ti ho mai visto qua, sei nuovo? Come ti chiami?", il biondo si fermò e rispose: "sono stato assunto ieri, mi chiamo Park Jimin, piacere".

Con un sorriso accennato Tae disse "Piacere, mi chiamo Kim Taehyung".

Jimin fece un leggero inchino e, sotto lo sguardo attento del moro, tornò al lavoro. Tae rimase a scrutare il biondo finché non finì la colazione che aveva ordinato poco prima. Non gli piaceva il caffè, aveva un sapore troppo forte ed amarognolo per lui, e quel giorno doveva riprendere le forze, visto che nei giorni precedenti non aveva messo in bocca praticamente niente a causa del lavoro. 

Lui lavorava e dipingeva autonomamente, ma spesso per guadagnare qualcosa in più faceva sotto commissione. Spesso questo tipo di lavoro lo turbava, perché era come se non stesse dipingendo e seguendo il suo pennello, ma era qualcosa che doveva fare e quindi non dipingeva quel che sentiva nel cuore. Ma gli andava bene comunque, non gli dispiaceva.
Il lavoro infondo era lavoro.

Ma quel giorno gli sembrava di aver trovato un soggetto interessante.



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Questo era il primo capitolo, ripeto che questi testi li scrivo di getto, quindi se trovate errori, non esitate a segnalarmeli grazie,

spero vi possa piacere! 

grazie ec sciauuuuuuu

saluti da Manae Nope



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