"Soffoco"

103 8 98
                                    


°°°

"Un caffè" disse l'ennesimo cliente di quella mattina, probabilmente era uno sulla quarantina, portava un' abbigliamento da uomo d'affari: la solita cravatta e camicia, con la giacca tenuta dal braccio destro, aveva un'orologio sul polso, i capelli sembravano ricolmi di gel, e davano un'impressione di unto. All'improvviso mi tornarono in mente i capelli di Taehyung, anche i suoi erano scuri, ma erano setosi e morbidi, mi piaceva accarezzarglieli, ogni tanto poggiava la sua testa sulla mie gambe e appena cominciavo a massaggiargli la capelli si addormentava, e quando mi fermavo mi guardava come se avessi commesso un delitto, per segno di continuare e la trovavo una cosa super adorabile. 

Vedendo i vestiti del signore che stava aspettando il caffe, mi venne in mente che non avevo mai visto TaeTae in quelle vesti eleganti, se non sbaglio avevo visto una foto di sfuggita nel suo profilo instagram devo trovare quella foto e farne una copia pensai mentre preparavo il caffè, e di colpo mi venne in mente quando due settimane prima, mi aveva detto di come non gli piacesse quella bevanda e di come io gliel'abbia fatta passare dalla mia bocca alla sua e di quello che stavamo facendo poco prima dell'intrusione del magenta che pessimo tempismo che hai Kookie pensai mentre versavo il caffe nella tazzina. Portai la tazza al signore che non mi degnò neanche di uno sguardo, non che mi importasse, ovvio, succede tutti i giorni. Ritornai dietro al bancone.

In quel momento, mi misi ad asciugare i bicchieri visto che tutto era abbastanza tranquillo; negli ultimi tempi dormivo poco, visto che avevo trovato un secondo lavoro in un altro locale, che però era meno sobrio, era una specie di club, all'inizio mi avevano chiesto di ballare nei pali come spogliarellista, ma rifiutai subito, e si accontentarono per un aiuto pulizie e cameriere, e il lavoro non mancava, quando ero là dovevo correre sempre da una parte all'altra. Taehyung ogni tanto mi veniva a trovare come io venivo a trovare lui nel minimarket e in studio, lavoravamo sodo entrambi. Grazie al secondo lavoro, cominciai a guadagnare di più, ero molto felice, nonostante sapessi non fossero abbastanza, comunque era un gran passo, non parlavo molto dei miei problemi al maggiore, non volevo metterlo in mezzo, ma da quel ho capito aveva compreso che non me la passassi benissimo. 

"Scusi! Vorrei ordinare un mochi per pranzo!" sentii dire dietro di me, "Mi spiace ma non sono disponibili fino alle 15.00" dissi arrossendo leggermente e mi voltai, conoscendo bene il proprietario di quella voce,  con ancora in mano il bicchiere che stavo asciugando, trovai un Taehyung con un broncio in viso "Nooo, io alle tre e cinquanta inizio il mio turnoooo, potremmo stare insieme meno di un'oraaa" disse il moro come un lamento e un finto pianto, che mi fece sorridere, era così carino, come si poteva resistergli?? 

"Eheh, mi spiace, puoi tornare a casa intanto" dissi, infondo mancavano quasi tre ore alla fine del mio turno, "Uhmm, ok tornerò a prenderti poco prima della fine del tuo turno! Tu non muoverti o ti picchio!" disse con il viso corrucciato, per poi lasciarmi un bacio a stampo sulle labbra lasciandomi un po' interdetto e andarsene che carinooo pensai.

Il cellullare mi cominciò a squillare, era mio "padre", era da due settimane che continuava a provare a contattarmi, non volevo rispondere, non avrei risposto, non a lui. Avrebbe potuto pagarmi con tutto l'oro del mondo, ma non avevo intenzione di tornare da lui. Non di nuovo.

Mio fratello non era da meno, aveva avuto problemi con delle persone, e molti debiti, a rimetterci sono stato io, essendo l'unico con un guadagno finanziario abbastanza stabile tra di noi in quel periodo tutto è stato rovesciato su di me, e io come uno stolto me ne sono preso a carico, non volevo che toccassero mio fratello, ma purtroppo mi si è rivolto contro anche lui, a volte finiva di pestare e umiliare quello che non erano riusciti a fare i delinquenti, dicendomi quanto debole, stupido e disgustoso ero. Per un periodo ci credetti veramente, magari era davvero così, ma non potevo farmi dire queste parole, da qualcuno che era così debole da non prendersi le responsabilità di quei debiti cercando lavoro, o almeno aiutarmi, ma facendo l'opposto, peggiorandomi la situazione. Inoltre lui aveva ceduto a mio padre che tornò un'anno dopo e mio padre nonostante avesse una buona stabilità economica non mi aiutò, mio fratello si è come alleato a lui, erano due soggetti simili in fondo, non mi sono sorpreso più di tanto, però rimasi deluso da come era cambiato nel corso degli anni, non era quella la persona con cui condividevo il pranzo, con cui giocavo nelle giornate pesanti, dove nostra madre non era a casa, o quando non si dedicava a noi.

ok?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora