"buio"

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Il venticello rinfrescava Taehyung da quella giornata più calda del solito, indicandone l'arrivo della sera mentre attendeva alla fermata, per andare a casa di Jimin per cenare insieme, era felice di poter stare con lui poiché non avevano passato molto tempo insieme negli ultimi giorni, dato che il maggiore era impegnato con l'organizzazione di una mostra a cui teneva particolarmente. 

L'autobus arrivò e salì, era abbastanza pieno, a riempire quel veicolo erano qualche anziano, una qualche signora probabilmente di mezza età, con delle buste della spesa che occupavano alcuni posti sia nel pavimento che tra le loro braccia, ed un' altra decina di persone e qualche ragazzino e giovane che chiacchieravano tra di loro, un gruppetto di tre e di altre due intente a scambiarsi risate e commenti compiaciuti guardando lo schermo del cellullare di una condividendo lo stesso paio di cuffiette, quella visione gli fece provare un po' di nostalgia, ricordandogli le cavolate che aveva con i soliti amici che ora o erano sposati con figli o in piena carriera, oppure il ricordo della sua sua prima cotta del liceo, quando ancora non aveva fatto coming out neanche con se stesso.

Era sera e il sole stava per nascondersi da questo lato della terra. Lui prese posto su uno degli unici posti rimanenti e poggiò per terra tra le sue gambe la borsa con dentro del cibo che stava portando.

Jimin non aveva molto a casa sua nell'ultimo periodo, nonostante ciò aveva insistito per mangiare da lui, probabilmente si sarebbe impegnato a fare ciò, ed il maggiore solo all'idea era felice, ma non voleva essere un peso per lui e quindi era passato per la pasticceria per prendere qualcosa di sfizioso con cui concludere la cena, consapevole che avrebbe ottenuto  comunque un suo commento infastidito dalla sua premura, ma che il minore avrebbe mangiato comunque con gusto, perché troppo educato per rifiutare e buttare del buon cibo che non faceva mai male.

Mentre questi pensieri passavano per la mente di Taehyung, si accorse della vicinanza troppo invadente di uno dei signori verso le giovani amiche che erano in piedi per mancanza di posti, sembravano provare disagio, notò subito una mano che provava a toccare la pelle e che non avrebbe neanche dovuto sfiorare con lo sguardo e lo vidi mettere una mano sotto la gonna di una di loro, che subito sussultò e che si mosse leggermente per come intimare l'uomo a staccarsi.

Subito Taehyung si alzò. "Sedetevi qui, Vi lascio il mio posto" disse senza esitazione guardando le due che lo guardarono sorprese e abbastanza sollevate, subito anche la persona affianco a lui si alzò facendo a cambio con l'altra amica per non separarle. 

"Grazie mille" dissero tenendo la testa bassa, sedendosi e tenendosi subito per mano come per rassicurarsi a vicenda senza usare le parole, a vedere quel gesto subito si intenerii lasciando andare un sorriso.  

"Di niente" disse in risposta. Ma dentro stava pensando a come potesse essere così disgustoso il mondo nel quale vivevano, una lotta invisibile, dove tutto è in silenzio, ma uno di quelli che soffoca le urla; è la lotta di ogni persona, ogni sguardo, ogni contatto, ogni parola ed ogni atteggiamento. 

L'autobus dopo un po' arrivo alla sua fermata, scese salutando le due che erano nella stessa destinazione, prima di andarsene le due si chinarono leggermente ringraziando, il maggiore non si aspettava ciò, quindi rimase abbastanza intenerito e sorpreso. Rispose a loro con un sorriso e dicendo di non preoccuparsi e di stare attente durante la via di ritorno, poi si salutarono e Taehyung andò avanti per la sua strada. La stretta via che portava alla casa di Jimin, non era così lunga, ma quel giorno gli pareva infinita, come se ad ogni suo passo si allungasse ancora un po', mentre il sole trascinava raggi arancioni su tutta la città che aspettava il suo calare. 

Arrivato davanti alla porta di casa del minore, bussò ad essa, senza ottenere alcuna risposta. Bussò per una seconda volta, pensando che non lo avesse sentito.

Stavolta sentii un flebile rumore, ma nessuno andò ad aprire. Divertito busso leggermente più forte.

"Jimin, apri perfavoreee" disse pensando che fosse uno scherzo, ma anche stavolta ottenne solo silenzio, probabilmente per prenderlo in giro. Si ricordò di avere una copia delle chiavi, che tirò fuori pensando a un modo per vendicarsi.

Appena riuscì ad entrare, perse un battito. L'abitazione era ormai al buio c'erano solo alcuni raggi che filtravano arrangiati dalle finestre creando un' atmosfera piuttosto macabra, accompagnata da tazze rotte, mobili ribaltati, sembrava la scena di un delitto, vide una scodella di insalata ribaltata per terra, la pentola vicino al piano cottura rovesciata con il contenuto che pareva essere una zuppa, che creava una pozza sul piano e che continuava a gocciolare nel pavimento, vide delle macchie di colore, verde e blu? 

Lasciò stare quel dettaglio, e notò un coltello sporco di sangue poggiato sul tavolo. Jimin non era lì, e Taehyung cominciò ad andare in panico, la borsa gli cadde dalle mani facendola cadere con tutto quello che c'era all' interno facendoli spargere per il pavimento, e cominciò a cercare il minore ovunque.

L' ansia stava prendendo il sopravvento, il cuore gli batteva forte. Aveva capito che qualcosa era successo, non avrebbe avuto senso che tutto quello fosse causa solo di Jimin, era stato qualcuno. Aprì la porta del bagno, e quello che vide lo sciocco,  e la vista inizio ad annebbiarsi.

Jimin era legato ai polsi da delle corde, forse troppo strette e ruvide, poiché del sangue ne macchiava la pelle e le fibre, dei tagli facevano da contrasto sulla sua pelle chiara. Era immerso nell'acqua, che continuava a fluire dal rubinetto, fuoriuscendo dalla vasca da bagno e bagnando il pavimento, dove c'erano degli asciugamani poggiati, sporchi e umidi forse messi appositamente per asciugare, molte cose erano per terra, o ribaltate.

Taehyung si sentì il mondo cadergli addosso, e le ginocchia iniziarono a tremargli.

Si avvicinò di corsa al corpo di Jimin, tirandolo fuori da lì cominciando a scuoterlo disperato continuando a chiamarlo.

"Jimin!! Jimin!! Ti pregoo svegliatii!! JIMIN!! JIMIN!! NON E' DIVERTENTE!!! SVEGLIATI PER FAVORE!! CHIM CHIM!! JIMINN!!"

Aveva la voce soffocante, urlare non lo avrebbe aiutato, ma il dolore che stava portando lo stava facendo crollare, le parole erano disperate, le lacrime continuavano a scivolare sulle sue guance fino a lasciare il viso e cadere nella pelle pallida, fredda e smorta del minore, lo aveva tirato fuori dalla vasca e lo stavo tenendo fra le sue braccia appoggiandolo sulle sue ginocchia, stringendolo forte a sé, entrambi accasciati nel pavimento. 

Le lacrime continuavano a scivolare soffocate da dei singhiozzi, con il pollice prese ad accarezzare la guancia del minore che non stava dando alcun segno di vita, posò le sue labbra prima sulle sue gote acchiappandole delicatamente, poi baciò le sue labbra, senza ovviamente ottenere risposta. Alzò la testa e lo guardò dall'alto, e poggiò la sua testa sul petto di Jimin, come per abbracciarlo e soffocare i suoi lamenti e lacrime amare, disperate.

All'improvviso vide tre figure entrare e circondarlo, uno avente una mazza gli sorrise e disse: "Coglioni" e poi un forte colpo alla testa e tutto buio. 

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Tiè










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