-posso?-

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Intimità?
Ormai erano passati due mesi da quando avevano definitivamente fatto il grande passo e che avevano avuto un rapporto per la prima volta insieme. Il maggiore quando ci pensava, si rendeva conto di non aver mai atteso così a lungo, ormai erano in una relazione da otto mesi e lui aveva visto il minore sotto le sue stesse lenzuola, solo da due.

Taehyung aveva scoperto della sua sessualità fin da giovane ed aveva già avuto diverse esperienze e relazioni, a differenza di Jimin che invece aveva avuto solo uno vago tentativo, che era più un bisogno di svago, da quello che allora gli sembrava essere un mondo che gli stava cadendo addosso. Era successo poco dopo la morte di sua madre; aveva abbandonato la scuola ed aveva preso tutte le responsabilità, aveva iniziato a fare più lavori ed ad occuparsi del fratello che intanto continuava ad andare a scuola. Il misto di rabbia, tristezza dall'accaduto e la frustrazione adolescenziale con un collega che aveva gli ormoni a mille, bastarono per farli finire dietro al posto di lavoro, nascosti dietro a degli scatoloni a toccarsi e a esplorarsi; sono cose che succedono, che capitano. Due adolescenti che lavoravano per sfuggire ai debiti e che avevano solo bisogno di conforto e di cambiare aria, non assorbendo chissà quali nozioni o sentimenti l'uno per l'altro, ma che avevano provato un' esperienza tanto fugace quanto inesperta. 

Il moro pensava a come in realtà a rallentare tutto era stato lui stesso e di come abbiano affrontato tutto con riguardo e con calma, di come il minore in realtà nascondeva delle debolezze e cose per cui prima provava disagio. Scoprendo poi che il lavoretto fatto in mezzo ad una stradina abbandonata era solo per la disperazione ed il pensiero che non fosse abbastanza per l'altro e per la paura di perderlo. Invece al contrario, Tae, si sentisse spaventato di fare qualsiasi cosa, rabbrividendo all'idea di poter rovinare tutto  per un errore e di non riuscire a fare il possibile per far sentire bene l'altro e viceversa. Scoprirono cose nuove uno dell'altro e anche di loro stessi, la loro fiducia e autostima non aveva fatto che progredire; anche se ancora deforme e infinitamente modellabile, avere più intimità stava solo dando benefici nelle loro vite e alla loro relazione.
Il suo cuore batteva forte ogni volta che ci pensava, perché si rese conto di quanto fosse follemente innamorato, più di quanto già non sapesse lui stesso.

Dopo le prime volte la sua mente iniziava a scoppiare e l'adrenalina lo percorreva fluida e per scaricarla la trasferiva sulla carta, dove su di essa buttava le immagini erotiche o meno che gli passavano per la testa: cominciavano da delle natiche strette da una mano ad il partner messo in posizioni frivole o fin troppo seducenti con in alcuni casi indosso abiti e intimi scollati e meno o costumi di fantasie dall'ambiente poliziesco, casalingo, medievale, scolaresco, fantastico e chi più ne ha ne metta. Si poteva definire come una specie di raccolta pornografica.
A volte c'erano anche solo piccoli dettagli come labbra gonfie e rosse, pominciate da baci infiniti; altre volte espressioni di goduria e tutto quello che la sua mente poteva ricordare. In alcuni fogli però c'era da precisare che ci fossero anche semplici studi di anatomia; che anche se fatti a memoria si potevano riconoscere come tali. 

Senza rendersene conto ne aveva fatto una raccolta più che vasta; aveva cercato di nascondergli dagli occhi del minore perché si sentiva per qualche motivo imbarazzato e un po' meschino, così gli aveva chiusi tutti dentro una cartella che sperava, di non rivedere più.

Ma quando la vide fra le mani di Jimin, aveva visto tutta la sua vita passargli davanti.

Ora invece il maggiore, che si era arreso, si ritrovava a vedere il minore studiare ogni foglio che era contenuto in quella cartella, che ormai aveva preso da protagonista in quel pomeriggio di settembre che doveva essere solo un "spolveriamo e cataloghiamo la mansarda".
Non capiva però, perché il biondo fosse così interessato e scrupoloso nella visione di quelle testimonianze della testa di Taehyung, che anche se di "grandi" dimensioni non aveva abbastanza spazio per catalogare tutti i pensieri che ci passavano.  

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