-scared-

43 4 0
                                    


Si svegliò all'improvviso, sudato e con il fiato corto, il cuore gli stava per uscire fuori dal petto per quanto forte batteva per lo spavento preso. Prese subito il cellullare e digitò il numero del minore per poi subito chiamarlo.

"Oh JIMIN-""Segreteria telefon-"chiuse subito la chiamata e subito ritentò, poggiando di nuovo il telefono all' orecchio poggiando lo sguardo sull' orologio 3:00, continuava a camminare avanti e indietro attorno al divano, cominciando a torturarsi le mani.

Dopo una decina di riagganci, non ci pensò due volte e prese una giacca a caso ed uscì da casa correndo.

Correva veloce per le strade buie, illuminate dai lampioni e da qualche luce a led di qualche locale o hotel, e dei fari delle macchine e taxi che giravano. Mentre della pioggia continuava a cadere indisturbata, mentre Taehyung continuava a muovere le gambe in corsa come se fosse l'unica cosa che dovesse fare nella sua vita.

"Quell' idiota sta bene ne sono sicuro, non può esserli successo niente." diceva fra sé e sé troppo impegnato a darsi speranze. A volte c'erano momenti in cui non si vedevano per un giorno o due, dove erano troppo impegnati per passare del tempo insieme, e dove si scambiavano semplici messaggini o chiamate.

"Oh, non ti preoccupare, vai con calma, e fatti valere alla riunione e fai vedere bene le tue idee, mi raccomando non andare in panico e non fare pasticci" erano queste le ultime parole che aveva detto Jimin, poco prima di essere salutato da Taehyung che era passato nel locale tranquillo in cui si erano incontrati per la prima volta, per salutarlo velocemente e scappare ad una riunione con un agenzia e Jungkook per una mostra che stava organizzando.

Ma quel giorno il moro aveva percepito che qualcosa non andasse nel minore, che cercava di mascherare un disagio? una preoccupazione? sembrava quasi intisichito? qualsiasi cosa stesse provando, sicuramente c'era qualcosa che lo turbava, e ciò non era stato tralasciato dal maggiore che l' aveva lasciato in quel luogo con un filo di ansia a torturarlo fino a prendere spazio nei sogni e nei suoi pensieri.

Il maggiore correva veloce come le gocce d'acqua che lo stavano bagnando inosservate, mentre i suoi piedi nudi coperti solo da delle semplici ciabatte, continuavano a entrare nelle pozzanghere che s'erano formate con la pioggia, bagnandoli assieme ai pantaloni e i vari vestiti semplici con cui era uscito senza preoccuparsene particolarmente, divenendo zuppo ogni passo che faceva dalla pioggia riluttante e incessante come il vento forte che passava.

Ma ciò poco lo preoccupava, dato che il nome di Jimin continuava a girargli per la mente, la sua immagine, il suo sorriso delicato, sincero, la sua risata contagiosa e melodiosa all' orecchio del moro che la trovava calda, come i suoi abbracci, i suoi baci, le sue labbra, tutto ciò che era in lui.

Arrivò sotto al magazzino e cominciò a salire le scale, fino ad arrivare alla porta dell' abitazione del minore. Cominciò a bussare freneticamente ad essa e non vedendo risposte poggiò l'orecchio per origliare non sentendo filo d'aria, ciò lo prese talmente in panico che cominciò a bussare e smuovere la maniglia ancora più forte. All'improvviso sentì qualcuno fare resistenza dall'altra parte alla maniglia.

"Chi c'è!?" chiese il moro sbattendo con il pugno sulla porta e sentendo la maniglia irrigidirsi ancora di più. "Chi sei tu!? Questa è zona privata!! Perché cerchi di entrare in casa m-" al riconoscere della voce il maggiore sentì gli occhi diventare lucidi e subito disse disperato "Jimin, Jimin, stai bene!? Aprimi perfavore, sono Taehy-" non ebbe il tempo di finire che la porta si spalancò di colpo. 

"Cosa ci fai qui a quest'ora!?" disse poco prima di vedere la figura del maggiore di fronte a lui fradicio e con foglie in testa, ridotto al pessimo, corrergli  incontro circondandogli la vita e facendolo cadere a terra, mentre il moro affondava il viso sul ventre dell'altro.

Taehyung iniziò a piangere stringendo la figura dell'altro, che lo prese per il viso facendo incontrare i loro sguardi. "Cosa succede? Perché piangi? Sei gelido e fradicio" disse alquanto preoccupato, sia dalle condizioni dell'altro che dalla improvvisa visita.

"Jimin-a ho fatto un incubo" disse singhiozzando e stringendosi nuovamente all'altro.

Il minore non ebbe altra scelta che iniziare ad accarezzare la testa dell'altro e a consolarlo, per poi portarlo subito a farsi un bagno ed ad asciugarsi per non prendersi un malanno.

---

Scaldato e toccato dalla morbidezza dell'asciugamano sulla testa, mentre il minore seduto davanti a lui gli asciugava i capelli massaggiandoli. 

"Jimin, trasferisciti a casa mia" disse all'improvviso il maggiore che non aveva spiccicato più parola, lasciando l'altro un po' scombussolato.

"No Tae, mi piacerebbe, ma non credo di poterlo fare, o almeno non ancora" disse il biondo togliendo l'asciugamano e alzandosi a prendere un bicchiere d'acqua.

"Almeno dammi le tue chiavi di casa, almeno sto più tranquillo" disse Taehyung che non voleva mollare. "Ma posso sapere cosa hai sognato che sei così agitato? prima in bagno, poi la casa... Cosa succede?" rispose Jimin risedendosi sul letto e cercando risposta.

"Eri dentro ad una bara-""Okok, ho capito, non mi servono i dettagli che poi metti ansia anche a me, non mi piacciono gli horror" disse zittendo l'altro, che solo a sentire la parola bara s'era in panicato.

"Era tanto brutto? Se ti fa stare tranquillo te le faccio volentieri la copia delle chiavi. Tanto stavo per fartele comunque, visto che ormai sei sempre qui" disse il minore, che voleva aiutare il maggiore. 

"Jimin, dimmi che andrà tutto bene" disse il maggiore che sentiva i brividi per tutto il corpo.

Il minore così si avvicinò e prendendo la testa del maggiore se lo prese e se lo poggiò sulla spalla, venendo subito abbracciato dall'altro, che si fece coccolare dal biondo. 

"Taehyung, andrà tutto bene, era solo un sogno, magari sono solo tue preoccupazioni che si sono mescolati con altre cose e che si sono trasformati in un incubo. Vedrai che non succederà niente" diceva queste parole mentre Tae ormai nel mondo dei sogni si faceva carezzare dalle dolce voce e dalle mani del minore.

"Tae sei più grande, ma ti comporti da bambino. Il mio bimbo" diceva fra sé e sé ridendo alla realtà di quella situazione.


---


ok?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora