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"Mi manca il respiro se solo penso al fatto che siamo lontani, mi mancano i suoi sorrisi, i suoi abbracci, mi manca sentirlo accanto a me" pensò il biondo sospirando mentre si metteva la divisa scolastica della UA

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"Mi manca il respiro se solo penso al fatto che siamo lontani, mi mancano i suoi sorrisi, i suoi abbracci, mi manca sentirlo accanto a me" pensò il biondo sospirando mentre si metteva la divisa scolastica della UA.

Prima di uscire dalla stanza, il suo sguardo cadde sul diario posato sulla scrivania. Si avvicinò ad esso titubante e, quando tolse il foglio che usava come segnalibro, iniziò a leggere come faceva ogni mattina da quando lo aveva trovato.

"Era un tipo strano,uno di quelli che cambiano umore ogni ora. Era "dolce",ma allo stesso tempo indifferente. Per questo lo amavo"

Le pagine, ormai racchiudevano solo pensieri disconnessi oppure delle frasi forse tratte da libri, proprio come quella letta poco prima dal biondo. Alcune volte c'erano solo dei disegni senza senso, a volte la piattaforma di un edificio a Katsuki sconosciuto mentre, altre ancora, dei semplici cuori.

Sorridendo, il biondo sfogliò le pagine che racchiudevano le sue "opere d'arte" ma quando arrivò all'ultima pagina iniziò a fare scorrere gli occhi sulle parole scritte con l'inchiostro, a dir poco confuso.

"So cosa significa! So cosa vuol dire quando nessuno ti accetta per come sei, ho sempre incassato i "no" e gli insulti! La cosa che fa più male però non è tanto quello che pensano gli altri, ma il fatto che riescono a fartelo credere anche a te! Tu che ti guardi ogni giorno in quel cazzo di specchio e ti odi! E ti autoconvinci che forse al mondo c'è qualcuno che ti vorrà.
C'è una frase che ho letto da qualche parte, ma non ricordo dove, che diceva: lui era considerato un mostro che distruggeva ogni cosa e tutti pensarono che avrebbe fatto solo del bene a sparire per sempre,ma aveva paura di farlo"

Che cosa stava cercando di dire?

"L'essere diversi è una sfida quotidiana in primis con sé stessi. Scoprire di essere diversi rispetto al comune senso di normalità ti inquieta, spaventa, atterrisce. Destabilizza.
Temi che verrai inevitabilmente giudicato, allontanato, escluso. Temi che non verrai accettato. Capito. E dopotutto, è questo il più grande desiderio umano: non rimanere soli. Ma i primi a non accettare la nostra diversità, ciò che nel bene e nel male ci rende unici e speciali, siamo proprio noi stessi. I più spietati giudici i primi carnefici di noi stessi. E sono a quando saremo i primi a percepire la nostra diversità come un vuoto a perdere, come un limite che ci rende rotti, inadatti e immeritevoli all'amore...allora anche gli altri ci percepiranno distorti così. Perché si accetta solo l'amore che si crede di meritare. Ti accontenti di poco o nulla, semplicemente perché pensi che uno come te non potrà meritare di meglio. Quando invece accettiamo la nostra naturale ed intrinseca diversità e ne saremmo pianamente consapevoli vedendola finalmente con un plus di valore della nostra individualità, solo allora anche gli altri la vedranno come tale. Solo allora potranno cogliere il tuo essere straordinario. E il decidere consciamente di preservare la propria stranezza e di farne un punto di forza, ti renderà un vincente non un vinto. Scegliere di non omologarsi e di non conformarsi salvaguardando la propria integrità, di rimanere sé stessi comunque vada..ti renderà invivibile. O almeno, così dicono...io non posso negare di non averci provato ma la situazione era sempre la stessa"

Blackout ||BakuDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora