Quando Nietzsche ha pronunciato la frase "Dio è morto", non avrebbe mai immaginato che un ragazzino di neanche diciott'anni l'avrebbe usata di continuo, sempre e ovunque. Yuu l'ha sentita pronunciare nonno tanto tempo fa, quando ancora era un bambino: aveva visto suo nonno guardare la foto della moglie, ormai deceduta da tempo. Il giorno che tu sei morta, è morta con me anche la mia speranza, e se mai ci sia un dio, allora è morto anche lui, questo èquel che aveva detto. Dio è morto. Ma quale dio? Nietzsche era cattolico o comunque se non lo era almeno conosceva il cattolicesimo, Yuu a momenti sa dell'esistenza di un quarto di tutti gli dei del Giappone. Dio. Chi è? Boh. Quando Nietzsche ha deciso di dire questa cosa avrebbe dovuto pensare al fstto che, forse, non sarebbe stato studiato solo in Europa...
-Bene, Yuu, iniziamo questa bella discussione tra me, te e questi signori nel tuo libro di testo.
Dice Zarc dopo essersi appoggiato alla cattedra.
-I libri non parlano professore...
-Come no? Sei tu che gli dai la voce quando leggi, anche se non lo fai ad alta voce. Libri parlanti a parte, torniamo a noi.
Le interrogazioni di filosofia di Yuu non sono come le altre: lui e Overlay quando iniziano a parlare di filosofi, concetti e teorie partono per la tangente e se ritornano prima della fine dell'ora vuol dire ché è sceso Dio in terra. A proposito di dei.
-Non lo abbiamo fatto perché lo affronteremo alla fine dell'anno, però ti voglio citare questo estratto: Dio è morto.
Riaffiorano i ricordi al sentir pronunciare quella frase dal professore. È come se stesse rivivendo quel ricordo in quel preciso istante: suo nonno davanti all'altare di casa che guarda la foto della nonna e pronuncia le parole. Yuu invece nascosto dietro la libreria con il pallone in braccio che osserva incuriosito la scena. Dio è morto.
-Nietzsche?
Il professore lo guarda un attimo con uno sguardo sorpreso ma a sua espressione si tramuta quasi subito in un sorriso soddisfatto e contento.
-Hai capito il ragazzo che ha una cultura. Ti sei andato a studiare Nietzsche prima che te lo spiegassi io, giovanotto?
I compagni guardano Yuu, curiosi della sua risposta.
-No, in realtà l'avevo già sentita da un po di tempo e mi è rimasta impressa nella mente.
-Interesssajte, non te lo nascondo, davvero interessante come cosa. Che cosa ti suscita? Cosa credi che sia questa frase? Pensaci un attimo. Dio è morto. Non ti sto chiedendo Nietzsche o il suo pensiero, non sono ancora arrivato ai livelli di non spiegare un autore e chiederlo comunque: non lo abbiamo fatto e non ti valuterò su questo, però, a primo acchito, che ne pensi?
-Che provoca.
-In che senso provoca?
-Sta dicendo che un essere superiore a lui è morto e questo fa arrabbiare tutte quelle persone che credono all'esistenza di quell'essere. Da qui poi scoppia la rabbia e il rifiuto di credere alle parole appena pronunciate.
-E per te? Per te Dio è morto?
-Non so nemmeno chi sia questo Dio di cui si parla
-Vedilo semplicemente come un unione di tutti gli dei che vengono venerati in Giappone. Da questo punto di vista i cattolici si sono facilitati la vita: hanno una persona sola a cui rivolgere preghiere e richieste. Facciamo così: anziché applicarla a Dio, di cui prima o poi vi parlerò un pochino meglio, ora applichiamo questa affermazione ai nostri dei. Gli dei sono morti.
-È quasi cacofonico da sentire ora che co ha detto la frase originale.
Dice Ryu dal suo amato banchetto in piccionaia.
-Molto probabilmente ora Nietzsche si starà ribaltando nella tomba e mi starà maledicendo per aver distrutto la sua citazione.
Parte una risata generale, la quale però si placa dopo poco.
-Quindi: gli dei sono morti.
-Per me non è che sono morti: per me non sono mai esistiti. Concordo e non concordo con questa affermazione perché mi sta dicendo che gli dei ora non esistono più, ma se sono morti allora vuol dire che prima esistevano e questo va contro il mio pensiero.
-Non credi proprio in niente?
-Neanche al fatto che a ventun'anni potranno vendermi la birra tranquillamente: con l'altezza che mi ritrovo è praticamente impossibile che non mi chiedano di mostrare il documento d'identità.
-Da qui ai ventuno, Yuu, fidati che sarai cresciuto ancora in altezza. Mi piace il pensiero ma to sento un po, insomma, senza argomentazioni. All'esame chiederanno di motivare una risposta e dovrete parlare e difendere la vostra opinione. Solitamente parli tanto, non sei in forma oggi?
Il ragazzo scuote la testa e si mette le mani tra i capelli.
-Sono stanco e ho molto mal di testa da questa mattina. Non ricordo neanche se ho preso l'antinfiammatorio...
-Ne hai con te adesso o no?
-Sono a corto di dosi e bustine...
-Ne ho io, se ne hai bisogno
Dice una compagna dal posto girandosi verso la cartella alla ricerca della medicina. Yuu, eccetto per Tanaka, Ennoshita e Himiko, non ha mai avuto un buon rapporto con la sua classe: non ha mai provato ad aprirsi da quando al primo anno ha subito quella sottospecie di bullismo da parte di Kurosaki, ha sempre avuto paura di restare da solo o di essere lasciato nel bel mezzo che parla. La compagna si avvicina a lui con una bustina di antinfiammatorio e qualche cracker da mangiare.
-Grazie tante
-Figurati, se te ne servono ancora puoi chiedere senza problemi.
Risponde lei. Lui le sorride e quasi sente lo sguardo geloso di himiko su di sé, ma poco importa perché che ha la medicina può tornare alla sua interrogazione senza alcun problema.
STAI LEGGENDO
Ultimo e primo bacio
FanfictionDedica i tuoi passi a chi ti ha sorretto quando ancora avevi bisogno di un appoggio per poter camminare -Anonimo