3. Sogno o son desto?

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Il cielo è sereno, dopo tutto sta per iniziare la primavera. Sugli alberi vedo tante piccole gemme, sembrano delle pietre preziose che brillano alla luce del sole. Presto sbocceranno e diventeranno dei bellissimi fiori, come ogni persona qui, accanto a me. Prima o poi sboccerà e mostrerà al mondo la propria bellezza. Non solo quella esteriore, che tutti notano. Quella celata nel profondo di ognuno di noi, che solo chi ci conosce bene sa scovare, afferrare e portare fuori e farci sentire felici. Non una felicità banale come tante, quella vera. Il momento in cui senti che la tua vita è meravigliosa e che tutto sta andando proprio come volevi.

"Puoi anche lasciarmi il braccio, ti sto seguendo" sto ridendo da due minuti immaginando cosa pensino le persone che ci osservano. La scena deve sembrare molto comica a chi ci sta intorno: lui con un braccio mi sta trascinando e con l'altro si sta facendo spazio tra la folla di studenti, che si è creata nel cortile che precede la scuola.

Finalmente usciamo da quel groviglio di ragazzi e mi lascia il braccio. Si gira verso di me ed inizia a squadrarmi. Perché mi fissa così? Sto andando in paranoia, le mie guance devono sicuramente essere rosso-peperone. Chissà se i capelli sono apposto... Questo silenzio mi spaventa un po'.

"Comunque, io sono Matteo, piacere. Ora seguimi". Pensavo non parlasse più! Ha un sorriso dipinto sul volto e devo dire che mi tranquillizza.

"Piacere, Eli. Con te non vado da nessuna parte. Per quello che so potresti essere anche un serial killer" ecco a tutti Alice, la ragazza paranoica. Incrocio le braccia anche se non riesco a trattenere un sorriso.

"Non ho mai ucciso nessuno, vado in chiesa tutte le domeniche, non mi ubriaco molto spesso, non fumo...  non uccido nemmeno le zanzare d'estate!" si affretta a rispondere, ridendo come un matto.

"Okay, ti credo. Sappi però che se scompaio i miei familiari si preoccuperanno e chiameranno la polizia. Ti troveranno e sarai sbattuto in carcere". Sembra divertito dalla mia risposta e scoppia in una fragorosa risata.

"Che caratterino! Ora andiamo, conosco un bel posticino, qui vicino" mi sorride e mi tende la mano, invitandomi a seguirlo.

"Ah e se vuoi che venga con te, tieni le mani apposto" sto prendendo precauzioni, d 'altronde è pur sempre uno sconosciuto.

"Promesso" ha un'espressione divertita, crede che stia giocando con lui, ma non è così. Okay sì, ma solo un po'.

"Ora possiamo andare" inizio a camminare, ma ho una voglia matta di sapere cosa facesse a scuola stamattina. "Sei nuovo? Non ti avevo mai visto..." mi pento subito di quello che ho detto, devo imparare a connettere il cervello prima di parlare; purtroppo ho la brutta abitudine di dire tutto quello che penso.

"Non frequento il liceo, sono dello scientifico".

Non mi aiuti, questo già lo sapevo, caro, ho le mie fonti.

"Ah okay..." Senza rendermene conto, mi sto fissandomi i piedi, non riesco a guardarlo negli occhi.

"So a cosa stai pensando. Se non sono della tua scuola come mai ero qui stamattina?" si gira e automaticamente alzo lo sguardo restando incatenata dal suo. Mi legge nel pensiero? Sarà un medium o un chiaroveggente...

"Ehm... sì" riesco a pronunciare solo un misero 'sì', sono patetica.

"Beh... Ho sbagliato edificio. Dovevo andare nella struttura accanto, la scuola media, per parlare del liceo che frequento ai ragazzi in terza. Ero così preso da quello che dovevo dire di non essermi accorto di  aver sbagliato portone d'ingresso. Ho bussato alla porta della IIIB e quando ho notato che davanti non avevo dei ragazzini, ma degli adolescenti, mi sono scusato con la professoressa e sono corso via. Sai già quello che è successo dopo..." arrossisce, pensando al nostro scontro. Non credevo potesse arrossire, non uno come lui! A quanto pare è normale, non un dio greco con sembianze umane.

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