1. Una marea di figuracce

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"Allora ti muovi?" sento la voce della mia migliore amica Francesca, un filo arrabbiata, d'altronde sono venti minuti che mi aspetta sotto casa per uscire. Abbiamo deciso di fare una "cenetta romantica", solo io e lei. Ci piacciono queste serate, abbiamo modo di stare un po' da sole e di parlare di quello che ci è successo in settimana. Purtroppo non frequentiamo la stessa scuola, lei liceo scientifico, io classico. Entrambe però abbiamo sedici anni e, sono fiera di dirlo, frequento finalmente il liceo, ormai non faccio più parte del ginnasio. Corro per le scale, prendo un giubbino al volo ed esco.

"Finalmente! Pensavo non venissi più!" dice sbuffando.

"Lo sai come sono fatta, mi serve tempo" accompagno tutto con una risatina.

"Tempo? Sono stata più di un'ora ad aspettarti!" alza sempre di più il tono della voce.

"Non esageriamo. Saranno stati al massimo venti minuti" sussurro.

"Stai scherzando? E' passata un'ora, credimi" finalmente si calma.

"Okay ma ora sono qui no?" faccio una giravolta. Si addolcisce un po', ma ha un ghigno sul volto che esprime "sappi che te la farò pagare" e confesso che mi spaventa ed anche parecchio. Sa come vendicarsi, ricordo quest'estate quando al gioco della bottiglia mi obbligò a baciare un ragazzo che non mi piaceva, per di più brutto. Ble. Solo a pensarci ho un conato di vomito. Arriviamo in pizzeria, dove ci tocca aspettare un'altra mezz'ora affinché si liberi un tavolo, perché la sottoscritta si è dimenticata di prenotare ed ho subito un'altra ramanzina. Finalmente un cameriere ci scorta al nostro tavolo. Che dire... abbiamo una visuale perfetta su tutto il locale. Ad un certo punto la porta del locale si apre ed entra un gruppetto di ragazzi alti, con un fisico da mozzare il fiato. Coglie la mia attenzione però l'ultimo ad entrare: capelli biondo cenere, occhi celesti, quasi grigi direi, ma devo approfondire meglio. Devo farlo assolutamente. Vedo Francesca correre come una pazza e dirigersi verso una ragazza appena entrata, credo faccia parte di quel gruppetto. La seguo, non posso farmi sfuggire quest'occasione. Salta addosso alla povera malcapitata e la abbraccia fortissimo, come fa con tutti del resto, ma questi sono solo dettagli. Vedo i ragazzi che le sono attorno corrugare la fronte in uno sguardo interrogativo. Quando finalmente si stacca, inizia a parlare con lei e tutti la guardano in un modo strano, poi si ricorda di me. Ecco la sua vendetta. "Ah, Ilaria, lei è la mia amica Alice". Tutti si girano a fissarmi e sono al culmine della vergogna. Perché non posso essere uno struzzo e conficcare la testa nel terreno? Dopo pochi secondi, che a me sono sembrati lunghissimi, la ragazza prende parola e si presenta.

"Piacere, io sono Ilaria" ha una voce un po' stridula.

"Piacere, Alice, puoi chiamarmi Eli" credo che il colore della mia faccia sia simile a quello di un pomodoro.

"Okay, Eli" ride fragorosamente. Per quale motivo sta ridendo? Sono così buffa? Mah. Abbozzo un sorriso, anche se vorrei ucciderla, dato che adesso anche gli altri ridono.

Usciamo da quella situazione imbarazzante e ci rechiamo al tavolo.

Mentre camminiamo sussurro "Mi devi delle spiegazioni"

"Loro sono dei ragazzi di VC del liceo, Ilaria è un'amica di mia sorella" la cosa non mi stupisce, grazie a sua sorella Angela, che frequenta il quinto, conosce mezzo mondo.

"E invece quei ragazzi che erano con lei chi sono?" dico usando un tono vago, non voglio farle capire il mio interesse.

"Dimmi un po'... Hai adocchiato qualcuno?" ha un sorrisetto malizioso sul viso, non le si può nascondere nulla cavolo.

"Era solo per sapere" abbasso la voce e guardo altrove.

"Spara" lo dice come se fosse una minaccia, anche se ha una faccia incuriosita e impaziente.

"E va bene... quello, il biondino" lo indico con un cenno del capo.

"Ah sì, Matteo. E' carino, è stato fidanzato per un po' con Ilaria" già mi sta antipatica questa " ma si sono lasciati da un paio di mesi" fa una breve pausa "è tutto tuo!" urla quest'ultima frase con una voce stridula e battendo le mani, attirando l'attenzione di una coppietta di piccioncini accanto a noi. Che figura. Mi alzo per andare in bagno, troppe figuracce insieme e ancora mi devo riprendere. Dico a Francesca di ordinare per me, tanto conosce i miei gusti.

Mi sto lavando le mani quando sento la porta del bagno aprirsi. Purtroppo i bagni hanno un ingresso comune, non capisco perché non abbiano fatto due stanze diverse: una per il bagno delle femmine, uno dei maschi. So che sembro sessista, ma quando sono in bagno, mi guardo un po' allo specchio per controllare che tutto sia apposto, e m'infastidisce se qualcuno mi fissa. All'improvviso vedo nello specchio il riflesso di qualcun altro. E' il biondino! Aspetta impaziente che io me ne vada, lo vedo dal suo sguardo, anche perché non mi sono accorta che da qualche secondo sto fissando il suo riflesso. E' stupendo: ha i capelli leggermente arruffati, di chi non si cura molto dell'aspetto fisico. Beh non ne ha bisogno, è perfetto senza fare nulla. Sembra che i suoi occhi vogliano scoppiare. Hanno tanto da dire. Troppi sentimenti repressi nel tempo. E le sue labbra... Una parola: WOW. Vedo che si mordicchia il labbro inferiore nell'attesa. Okay se fa così, io svengo. Inizia a dire qualcosa, ma sono in uno stato di trance e non lo ascolto minimamente. Quando mi riprendo capisco "Allora? Ti muovi?" dice con un tono scocciato. Non pensavo che un ragazzo così carino potesse essere sgarbato allo stesso tempo. "Si si calmati..." ribatto acida. Asciugo le mani e vado verso la porta, però sento qualcosa, o meglio, qualcuno afferrarmi per il braccio. "E non guardarmi così, mi consumi" mi sussurra con una voce bassa all'orecchio e conclude con una risatina maliziosa. Okay. Ora penso seriamente di stare per morire di tachicardia. Mi fa l'occhiolino, e mi libero dalla sua presa uscendo dal bagno. In questo momento penso a Francesca che mi starà aspettando da un quarto d'ora ormai. Mi preparo all'ennesimo rimprovero.

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