21. Scappar via a gambe levate

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La settimana in campeggio trascorse molto velocemente e ben presto terminò anche il mese di Luglio. Con l'avvento di Agosto nella mia mente vagavano il pensiero di dover veder partire Matteo per l'Università e quello di dover lasciare anche io Firenze per la vacanza-studio. 

Con la mente offuscata, mi affaccio perplessa dalla finestra sopra il letto. Il mio sguardo corre sulla piscina. È incredibile, ma non ho ancora fatto un bagno lì da quando mi sono trasferita. Sarebbe il momento giusto.

Scrivo un sms veloce a Matteo dove gli dico di venire da me, portando con sè anche il costume da bagno ed un telo. Quasi subito sento il campanello suonare e me ne sorprendo: perchè non è entrato dalla finestra?

Mi precipito giù e riesco a stento a strapparlo dalle grinfie di mia sorella, che voleva mostrargli le mie orride foto della seconda media. Una parola: apparecchio, un vero incubo.

Fortunatamente per me arrivo in tempo e trascino Matteo verso il giardino, mentre Sophia mi lancia uno sguardo che non so interpretare. Ho paura che riprovi a farmi fare una brutta figura davanti al mio ragazzo. Secondo lei se un ragazzo vede le mie vecchie foto e non scappa via a gambe levate, vuol dire che tiene davvero a me. Strana teoria, dovrebbe anche funzionare, ma meglio non rischiare. Matteo potrebbe restare traumatizzato.

Chiudo la porta del cortile alle mie spalle e veloce come un fulmine inizio a spogliarmi.

"Vuoi fare un bagno eh?" chiede Matteo ammicante.

"Secondo te?" lo schernisco ridacchiando. 

Non risponde e mi imita, così ben presto siamo entrambi in costume. Prendo la rincorsa e mi tuffo in piscina, portando le ginocchia al petto ed urlando "BOMBAAAA".

A parer mio se dopo questo Matteo non fugge a gambe levate, non lo farà mai.

Mi raggiunge entrando elegantemente con un tuffo di testa. Appena è in acqua mi precipito da lui, mi immergo ed inizio a fare delle bolle d'aria in corrispondenza della pancia, per fargli il solletico. Senza molto sforzo lui mi afferra e mi lancia in aria, facendomi arrivare al lato opposto della piscina. Con questo pseudotuffo la mia schiena si è infranta sull'acqua con molta forza e provo un leggero dolore, ma cerco di reprimerlo, infondo, se non ci penso non fa male. Esco velocemente e corro verso una siepe ai margini del giardino, non curante del fatto di non indossare ciabatte o altro. Mi nascondo, ma avverto subito i passi di Matteo verso di me. Non sa a cosa sta andando incontro.

Si avvicina sempre di più e quando mi è vicino urla "Bù!". Purtroppo per lui sono io a fargli una sorpresa: afferro la pompa alla mia destra ed apro il rubinetto. Il getto gelido dell'acqua lo coglie di sorpresa e grida correndo per tutto il giardino, con me alle calcagna pronta a fargli avere una bella doccia rinfrescante. Ad un tratto si blocca, si volta verso di me e velocemente intrappola le mie braccia, e la pompa, in una presa stabile. Cerco di dimenarmi ma in questo modo l'acqua gelida colpisce anche me, costringendomi così a rimanere ferma. Matteo si impossessa della pompa per attuare la sua vendetta, ma per prenderla allenta la stretta e scappo verso il rubinetto, che chiudo, così lui rimane con la pompa puntata verso di me, ma da essa non esce acqua. Rido a questa visione, piegandomi in due e lui ne approfitta per afferrarmi e portarmi verso la piscina, dove mi lancia a mo' di sacco di patate. L'acqua mi entra nel naso ed è una sensazione spiacevole, così riemergo in fretta per cercare di far passare il fastidio.

Matteo mi raggiunge entrando dalla scaletta.

"Dopo quella della pompa, l'acqua in piscina sembra caldissima" afferma avvicinandosi e facendomi ridere.

"Ci voleva una bella rinfrescata no?" domando ridacchiando.

"Molto spiritosa... sai questa frase mi ricorda quella che mi hai detto al MacTT quando mi hai versato il cocktail nei boxer"

Non so che dire, mi vergogno di quello che ho fatto.

"Sai, in quello momento credo che avrei potuto anche ucciderti, stavo iniziando a pensare seriamente che tu fossi pazza" afferma.

"Ed ora? Credi lo stesso che sia pazza?" chiedo indispettita, ma d'altronde non ha tutti i torti.

"Ora? Ne sono certo" mi sorride ed io lo schizzo offesa. Iniziamo così una battaglia all'ultimo schizzo, tra varie risate. All'improvviso mi fermo e, tossendo, fingo che l'acqua mi sia andata in gola. Lui preoccupato si ferma e mi prende tra le sue braccia, ma io ne approfitto per spingerlo sott'acqua.

"Ehi!" dice quando riemerge.

"Mi sono offesa prima" incrocio le braccia al petto.

Lui non risponde, ma mi avvicina a sè e poggia delicatamente le sue labbra sulle mie. I nostri corpi combaciano e mi sento in paradiso, ma questo è meglio di qualsiasi paradiso, perchè è nostro, solo nostro. E non è un paradiso, è una bolla ed è così che voglio sentirmi.

Ci separiamo lentamente e ci guardiamo sorridendo, senza dire nulla. Silenzio, quel silenzio, IL silenzio di cui parlavano tanto Rosie ed Alex.

*****

È trascorsa già un'altra settimana, così velocemente da non rendermene nemmeno conto .

Il caldo è ormai insopportabile e sono costretta a star dentro casa con un ventilatore accanto per rinfrescarmi, o almeno dovrebbe. 

Chiamo Francesca e lei si precipita subito da me. Usciamo in giardino ed io mi siedo sul bordo della piscina con i piedi immersi in acqua.

"A breve dovrebbe arrivare la lettera d'ammissione di Matteo alla Bocconi" sospiro. Francesca viene a sedersi accanto a me, imitandomi.

"Nel caso venisse ammesso, so che accadrà, cosa dovrei fare? Starmene seduta sul letto a pensare tutto il tempo a lui per giorni e giorni per accontentarmi di sentirlo pochi minuti al telefono o di vederlo solo per poche ore o magari solo nelle festività? Non riesco ad immaginare le mie giornate senza di lui, senza averlo a pochi metri di distanza, senza poterlo chiamare ogni qualvolta ne ho bisogno..." una lacrima scende lungo la guancia, ma mi affretto ad asciugarla, sento però un nodo alla gola.

"So che è la decisione più difficile da prendere, ma credo che fareste meglio a lasciarvi. Ci ho pensato molto e non credo che le relazioni a distanza possano funzionare, non voglio illuderti dicendoti che resterete per sempre insieme o roba del genere. Lui sarà a chilometri di distanza da te e tu ugualmente da lui. Restando insieme non fareste altro che creare una costrizione l'uno all'altra, impedendovi di vivere per davvero. Pensaci bene"

"Lo farò" affermo, con le sue parole che mi rimbombano nella mente costringendomi a prendere in considerazione un futuro senza di lui, senza i suoi sorrisi, senza le sue sopracciglia increspate, senza le rughe che gli si formano alla coda degli occhi quando ride, senza l'amore che vedo nel suo sguardo quando lo posa su di me, senza la sua voce, senza la sua stretta, sicura e protettiva, senza di lui.

*****

Sono le 18:32 di una delle tante giornate afose di agosto. Sono accovacciata sul mio letto, con il caro ventilatore al fianco, leggendo per la millesima volta lo stupido opuscolo  del collage dove alloggerò in Gran Bretagna. Il mio telefono vibra, segno che sto ricevendo una telefonata. È Matteo ed inevitabilmente sorrido appena rispondo, ma ahimè il sorriso mi muore dalle labbra ben presto.

 È arrivata, la lettera d'ammissione è arrivata.

#angoloautrice

Non ho scuse per il ritardo, so di aver impiegato più di 10 giorni a pubblicare il capitolo, che è anche mediocre, ma è estate e mi è strano ammettere che avevo maggior tempo per aggiornare durante l'inverno tra una versione e l'altra, che ora. Sto quasi sempre fuori casa e le poche volte che non esco ho mille cose da fare, ma non è che mi sia dimenticata di voi, è solo che davvero non ho avuto tempo e vi imploro perdono.
Per chi non conoscesse Alex e Rosie, loro sono i personaggi principali di Scrivimi Ancora, il mio libro preferito, di Cecilia Ahern.

Alla prossima :)

P.S. Scusate eventuali errori.

Vi consiglio di passare a leggere le storie di anotherstoryofmylife sia Stolen Kisses che Dentro i tuoi occhi, le adoro.

Aspetto solo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora