24. Allo scoperto

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Appoggio il capo sulla sua spalla e mi lascio andare. Sono esattamente dove dovrei essere. Mi sento completa, in un certo senso.
Credo sia il momento di scambiarci i regali. Prendo la borsa e la apro. Gli porgo il primo pacchetto e lo invito ad aprirlo.
Quando vede il barattolo per le bolle di sapone che di solito si compra ad i bambini ridacchia ed arriccia le sopracciglia, non capendo la mia scelta.
Io lo prendo tra le mani e lo svito lentamente.
"Vedi-creo delle bolle- quando ti sentirai solo o ti mancherò, ti basterà aprirlo e fare un po' di queste - le indico- per creare la nostra bolla e sarà come se fossi con te" gli bacio il naso. Lui mi tiene stretta e sorride sulle mie labbra, prima di unirle. Successivamente gli porgo il vero e proprio regalo.
"Questo è per la tua ammissione e non solo, anche perché così quando lo vedrai, penserai a me e magari ti scapperà anche un sorriso" dico con un tono così dolce da farmi dubitare che sia stata io a dire queste cose.
Apre il pacchetto e prende tra le mani il braccialetto di acciaio che ho fatto fare apposta per lui. Nella parte interna del bracciale c'è scritto "Alice&Matteo", così all'esterno potrà sembrare un semplice accessorio, mentre solo io e lui sapremo cosa rappresenta.
"È..." inizia a dire, mentre lo indossa.
"È stupendo, come te del resto" mi bacia di nuovo a fior di labbra.
"Veramente... anche io ho qualcosa per te" dice, corrucciando il viso in attesa della mia reazione.
Corrugo la fronte. Per me?
"Non ho fatto nulla per meritare un regalo..." abbasso lo sguardo.
"Mi hai preso così come sono nella tua vita. Io non lo definirei "niente"" sorride dolcemente, ricordandomi troppo i sorrisi di Augustus ad Hazel. In fondo lui è il mio Augustus, solo un po' più goffo.
"Non considerarlo come un regalo "d'addio", ma come un "arrivederci"". Allunga una mano ed estrae un pacchetto dalla tasca.
Lo prendo e lo rigiro tra le mani, cercando di indovinare cosa ci sia dentro. Sento il suo sguardo impaziente bruciare su di me e decido di far terminare la sua attesa.
Appena lo apro resto a bocca aperta.
È un medaglione stupendo.
"Il meglio deve ancora venire" sorride. Appoggia le sua mani sulle mie e mi invita ad aprirlo.
Dentro la collana c'è una nostra foto fatta in campeggio. Ci stavamo guardando intensamente negli occhi, sorridendoci a vicenda e sembravamo così... innamorati?
Sento una lacrima che minaccia di scendere, ma mi affretto a trattenerla. Da quando sono diventata così emotiva? Mi sento una stupida femminuccia.
Senza dire nulla, poggio il ciondolo nella sua scatola e la posiziono sulle mie gambe, ma non interrompo il nostro contatto visivo.
Con entrambi le mani gli afferro il viso e poggio le labbra sulle sue. Un semplice bacio casto, che faccio durare per secondi e secondi, con l'unica differenza che sto trattenendo il fiato per godermi ogni singolo istante.
Mi allontano e riprendo il medaglione, osservando e studiando ogni dettaglio.
"Dove hai trovato la foto?" Gli chiedo con lo sguardo perso su quello splendido scatto, seppur sia stato stampato molto piccolo.
"Michele ci ha fatto questa foto e solo pochi giorni fa, mentre scaricava le foto dalla Canon, l'ha trovata e me l'ha mandata" dice a voce bassa, come se avesse paura di spezzare l'armonia intorno a noi.
"Definirla meravigliosa, sarebbe un insulto. È magnifica" sorrido.
"Ho pensato fosse una bella idea darne una copia, in un certo senso, anche a te, così nel caso ti dimenticassi di me, ti basterà guardarla per rinfrescarti la memoria" scherza.
"Non potrei mai dimenticarti, lo sai, anche se volessi" affermo fissando lo sguardo nel suo.
Mi accoccolo tra le sue braccia e mi lascio cullare. Chiudo gli occhi e la mia mente ripercorre la mattina che mi ha svegliato con le note di Photograph. Quante cosa abbiamo condiviso e vissuto insieme in così pochi mesi. È come se per tutta la mia vita avessi dormito e solo dopo averlo conosciuto mi sia svegliata finalmente e abbia iniziato a vivere. Mi ricorda un po' la storia di Aurora ed il suo principe, meglio conosciuta come "La bella addormentata del bosco".
Dopo quelle che a me sono sembrate ore, riapro gli occhi e noto che anche lui li ha chiusi. Gli sfioro delicatamente la mascella con le dita, come per svegliarlo dal sogno che stavamo vivendo insieme.
"Forse dovremmo scendere o i tuoi si insospettiranno" propongo.
"Sto così bene qui" afferma.
"Anche io".
Lo bacio e mi perdo nuovamente nella nostra bolla. Ahimè veniamo riportati alla realtà quando la porta in fondo dal corridoio si apre e dalla stanza escono Michele ed Ada.
Ci ricomponiamo, aggiustando i rispettivi vestiti e con loro ci incamminiamo al piano inferiore.
La situazione è pressoché simile a come l'abbiamo lasciata, tranne per il fatto che ora alcuni ospiti sono seduti sul divano o sulle poltrone.
Ci raggiunge subito Elena che ci sorride gentilmente.
"Tesoro- si rivolge a Matteo- abbiamo una sorpresa per te" mette un braccio dietro la schiena del figlio e lo guida verso l'ingresso di casa.
Escono e lo porta sul vialetto con le mani sui suoi occhi. Arrivati in strada, Elena sposta le mani e gli mostra una stupenda Mercedes Classe E grigio topo stupenda.
"Mamma! È bellissima" afferma lui entusiasta e nel frattempo li ha raggiunti anche Andrea.
Matteo bacia sulla guancia sua madre e da un abbraccio al padre, che gli porge le chiavi.
"È il nostro "in bocca al lupo" per l'università" dice Elena.
"Crepi" gli sorride lui.
"Che ne pensate di andare dentro per un brindisi di auguri?" Propone Andrea agli invitati fuori casa e tutti accettiamo la sua proposta.
Una volta dentro Matteo stappa una bottiglia di champagne, mentre Elena ed Ada distribuiscono i calici a tutti.
"Ringrazio tutti per essere venuti e avrei un annuncio da fare" alza un po' la voce per farsi sentire da tutti.
"Sono molto eccitato all'idea di dover partire per una nuova città e di dovermi adattare ad un nuovo stile di vita, ma allo stesso tempo non voglio andare via. Mi mancherà la mia famiglia, i miei amici, anche la mia stupida scuola, ma c'è una cosa che mi mancherà più di tutte ed è la persona che amo e a cui vorrei dedicare questo brindisi -ti prego no...- Alice Rubino" Conclude sorridendomi.
Io cado in uno stato di catalessi, mentre gli ospiti dopo un momento di silenzio si riprendono con un fragoroso applauso. Michele mi spinge per invitarmi a raggiungere Matteo.
Completamente pietrificata, arrivo al suo fianco, ma appena il suo braccio mi circonda i fianchi mi riprendo e realizzo ciò che è appena accaduto. Sorrido verso le persone davanti a me, poi, sentendomi osservata (non solo da tutti gli invitati) mi volto verso Matteo e mi accorgo che già mi stava osservando, con uno di quei sorrisi capaci di farti sciogliere, uno di quei sorrisi che non puoi fare a meno di ricambiare.
"Questo è il mio altro regalo per te" mi sussurra ad un orecchio.
A quanto pare Soph aveva ragione, penso tra me e me.
"Credo che dovrò abituarmi a tutti questi sguardi puntati su di me... su di noi" ammetto con un leggero rossore (o almeno credo) sulle guance e lui in risposta mi bacia. Un casto bacio sì, ma davanti a tutti!
Credo che potrei morire all'istante. Sto per prendere fuoco dalla vergogna e nella mente non riesco a fare a meno di immaginare mille modi per fuggire da questa situazione, più che imbarazzante.
Dopo il brindisi tutti si ricompongono, anche se continuano a mantenere lo sguardo fisso su di noi, in modo così insistente da risultare inquietante.
Matteo viene "rapito" dai suoi compagni, mentre mi si avvicina nuovamente sua nonna con un sorriso stampato in faccia.
"A quanto pare ci avevo visto giusto" afferma con un tono dolce.
"Ora devo considerarti come una della famiglia" mi accarezza i capelli e raggiunge suo marito.
Che strana conversazione, se può definirsi tale.
Dopo vari "avvertimenti" da parte della famiglia di Matteo, riesco finalmente a raggiungerlo.
"Scusa, mi hanno trattenuta" diciamo insieme e scoppiamo a ridere.
"Ora potremo comportarci come una vera e propria coppia. Potremmo fare tutto allo scoperto, senza preoccuparci che qualcuno possa vederci. Siamo liberi di essere noi" mi attira a sé e mi stringe in un abbraccio dolcissimo e memorabile.
"Si è fatto tardi" gli faccio notare.
"Credo che i nostri genitori stiano parlando della nuova situazione- ridacchia- perciò abbiamo ancora un po' di tempo" ammicca.
Usciamo in giardino, ormai quasi vuoto, e ci stendiamo sulle sdraio accanto alla piscina.
È una notte senza luna ed in questo modo le stelle si vedono benissimo.
"Guarda, quella è la cintura di Orione" indica un punto nel cielo. Io mi volto con un'espressione scettica verso di lui.
"Ammettilo, ti senti figo a fare il piccolo astronomo" Lo schernisco ridendo.
"Mi prendi in giro eh?" Si volta verso di me, con un viso preoccupante.
"Forse" faccio spallucce, assumendo un aspetto innocente, ma lui non esita a farmi il solletico, così inizio a dimenarmi come una pazza sulla sdraio, fino a quando cado a terra, trascinando lui con me, che atterra proprio sul mio corpo.
"Ehi, alzati" cerco di spostarlo ridendo.
"Mh... no. Sto comodo così" mi sorride furbo, ma a me viene un'idea geniale.
Prima controllo che il giardino sia vuoto, poi inizio a lasciargli piccoli baci dalla mascella al collo, risalendo con le mani sulla sua schiena, fino a che lo sento deglutire.
"Stai giocando sporco" mi fa notare.
"Mh-mh" rispondo d'assenso.
Continuo ad accarezzargli la schiena, mentre gioco con il suo lobo, fino a quando sento un leggero rigonfiamento.
"Okay, ora credo sia meglio che mi alzi" afferma, cercando di acquistare l'equilibrio.
"Sei stata scorretta" mi rimprovera.
"Anche tu" alludo al sollettico.
"Ora che ci penso, prima tuo padre è venuto a parlarmi..." dice con nonchalance.
"CHE COSA?" Urlo.
"E che ti ha detto?" Cerco di contenermi.
"Ma niente di che, solo:- Prenditi cura di mia figlia. Se la fai soffrire, vengo a Milano anche a piedi e ti spezzo le gambe" risponde imitando la voce di mio padre e facendomi esplodere in una fragorosa risata.
"A volte esagera" dico tra una risata e l'altra.
"Eli!" Mi sento chiamare, così inizio a girarmi in tutte le direzioni, ma non riesco a capire da dove venga questa voce.
"Eli, dobbiamo andare" vedo mia madre affacciarsi alla porta del giardino.
"Arrivo" le sorrido e lei rientra.
"Ma come! E io che volevo mostrarti anche Venere e Cassiopea" mi prende in giro Matteo.
"Molto spiritoso" gli faccio la linguaccia.
"Sarà per la prossima volta, così avrai più tempo per prepararti e studiare in questi giorni. Mi raccomando, che poi ti interrogo eh" gli pizzico le guance.
Dopo aver salutato tutti, lui mi accompagna alla porta e mi lascia un dolce bacio sulla guancia. Vedo i miei genitori e Sophia già sul vialetto di casa mia e arrossisco di poco al pensiero che possano avermi vista.
"Buonanotte, amore" gli dico.
"Sogni d'oro, tesoro" mi fa l'eco, con un finto tono dolce, facendomi ridere.
Mi volto un'ultima volta prima di entrare a casa mia e lo sorprendo ancora sulla soglia di casa sua a fissarsi, così gli sorrido e realizzo di aver vissuto una delle giornate più belle della mia vita.

#angoloautrice
Consideratelo un piccolo bonus per farmi perdonare del ritardo.
Alla prossima :)

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