7. Segni del destino

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Il tempo sembra essersi fermato, gli unici rumori udibili sono lo scrosciare della pioggia e i frequenti tuoni, dal rimbombo così forte che sembrano riuscire a risvegliare i morti. Ad un tratto il mio nuovo vicino spalanca la finestra.

"Cosa ci fai qui? Sei una specie di stalker?" domanda Matteo passandosi frustrato una mano tra i capelli.

"Ci abito." Ribatto acida tornando in casa e sbattendo con forza l'anta del balcone. Bagnata come un pulcino mi reco al piano inferiore e raggiungo i miei genitori, in quel che credo sia il soggiorno. Non appena mi vedono, mi vengono incontro.

"Eli, sei tutta bagnata! Vuoi andare a casa a cambiarti?" chiede mia madre preoccupata. Non ho il tempo di rispondere, perché mia sorella scende le scale come una furia urlando "Maaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa quando possiamo trasferirci? Mi piace tantissimo!"

"Dato che la casa è già arredata anche stasera, dobbiamo tornare a casa per prendere le cose essenziali, il resto arriverà domattina con l'agenzia dei traslochi" le risponde sorridente mio padre.

Che bella notizia...

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Sono le 23, ho appena finito di sistemare tutte le mie cose nella nuova camera. Collego il mio telefono alle casse e decido di fare un bel bagno rilassante. Preparo gli shampoo, le asciugamani e faccio scorrere l'acqua. Appena si riempie, mi immergo con in sottofondo le note di Give me love, Ed Sheeran. Dopo circa una mezz'oretta esco, avvolgendo un asciugamano sul corpo ed un altro a mo' di turbante nei capelli, che decido di togliere dopo soli due minuti. Rientro nella stanza cantando a squarciagola Uptown Funk di Bruno Mars, improvvisando anche dei passi. Ad un certo punto sento picchettare al balcone. E' Matteo.

What the fuck?

Apro l'anta. "Cosa vuoi? E si può sapere come sei arrivato sul balcone? Sei per caso una scimmia?" chiedo infastidita. Non mi risponde, va verso le casse, le spegne ed esce dalla camera. Salta sulla sua finestra e si stende tranquillamente sul letto, con il computer sulle gambe. Io resto pietrificata nella stanza, in piedi, senza batter ciglio, per fino il mio respiro si è bloccato. Dopo assimilo l'accaduto, accendo le casse alzando ancora di più il volume. Matteo si gira di scatto verso di me all'udire la musica ed io rispondo con un sorriso amaro, quasi di sfida. Ricomincio a cantare e a ballare, vagando nella stanza per scegliere cosa indossare l'indomani, senza curarmi di lui. Terminata la canzone sento delle risate provenire dall'esterno. Mi volto interrogativa e vedo Matteo appoggiato al davanzale della sua finestra con il telefono in mano. Tra le risate mima con le labbra "Sei finita". Furiosa esco sul balcone, fortunatamente ha smesso di piovere.

"Brutto figlio di buona donna, cancellalo!" urlo infuriata.

"Ora le condizioni le detto io o questo video fa il giro di internet" risponde malignamente, con tono arrogante.

"Si può sapere che vuoi?" rispondo acida, dentro ho una rabbia tale da permettermi di uccidere una mandria di elefanti.

Non risponde e si limita ad abbassare lo sguardo. Solo ora ricordo di avere addosso un misero asciugamano. Un sorriso malizioso si dipinge sul suo volto.

"Maniaco!" urlo, girandomi per rientrare.

"Per ora, spegni la musica" risponde lui mentre sono di spalle.

"Non voglio" mi volto verso di lui, arrabbiata più che mai ed incrocio le braccia al petto.

"Ricorda che solo con un clic posso farti sfigurare sul web" alza un sopracciglio sfidandomi.

Oh non sai chi ti stai mettendo contro...

"Non ti è bastato quello che ho fatto l'altra sera?" dico usando il suo stesso tono.

Aspetto solo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora