8. Giardinaggio notturno

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Continuo a studiare cercando di non pensare a quello successo pochi minuti prima. Alle 19:15 sento mia madre chiamarmi, così mi dirigo da lei al pian terreno.

"Stasera abbiamo la cena con Alessio, l'amico di tuo padre, ricordi?" mi domanda, sistemando il cappotto sull'attaccapanni, deve essere appena rientrata dal lavoro.

"Mh... sì, dove andiamo?" chiedo cercando di rimanere calma e non pensare che devo ancora preparami e mancano quarantacinque minuti.

"Un ristorante in zona" risponde dirigendosi verso le scale "vado a preparami" mi avverte e sgattaiolo veloce in camera mia.

Mi faccio una doccia veloce ed indosso una maglia nera, dove sono cucite molte piccole margherite. Dato che raggiunge solo il mio ombelico, opto per una gonna a vita alta, sempre nera, che scende morbida sulle gambe, fermandosi a metà coscia. Metto delle calze chiare, color carne e delle Campbell nere ai piedi. Raccolgo i capelli in uno chignon, lasciando scendere una ciocca sul viso. Dopo mezz'ora sono pronta e vado in camera di Sophia. Si sta ancora preparando: indossa dei pantaloncini, bordeaux, ha un maglioncino blu con righe orizzontali bordeaux e panna, con una camicia color panna al di sotto, di cui sbuca solo il colletto. Alle gambe ha le parigine bianco sporco e le Underground blu ai piedi. Si sta truccando... è così bella. Ha i capelli mossi, biondo ramato, lunghi fino al bacino. Gli occhi verdi, come i miei, molto grandi. Dovrebbe portare gli occhiali, ma li detesta ed usa sempre le lenti a contatto. Termina di truccarsi: ha un mascara blu poco accentuato ed un rossetto scuro sulle labbra, quasi violaceo.

"Mi aiuti a piastrare i capelli?" mi chiede, porgendomi l'arnese.

"Certo arrivo" m'incammino verso di lei, allontanandomi dall'uscio della stanza, dove mi ero fermata a contemplarla.

"Cerca di non bruciarli" mi intima severa.

"E dai! Fai ancora tante storie! E' successo solo una volta, ed è stato molto tempo fa" rispondo ridendo, ricordando quando due anni prima ci provai, rovinandole i capelli. Fu costretta a tagliarli a caschetto! Quante risate! Non mi rivolse la parola per due settimane.

"Mi fido, non farmene pentire" dice dubbiosa. Credo sia spaventata dalle mie 'capacità' di parrucchiera.

Finisco dopo dieci minuti e ricordo di non essere ancora truccata!

"Mancano cinque minuti! Devo truccarmi!" urlo, poggiando la piastra sulla scrivania e correndo in camera.

Metto un filo leggero di eyeliner nero sugli occhi e poco mascara. Concludo in bellezza utilizzando l'unico rossetto scuro che approvi. E' nero. E lo adoro.

Sento mio padre chiamarmi dal piano inferiore, segno che dobbiamo andare. Apro le tende e noto che Matteo non è nella sua stanza.

E' uscito...

Ah davvero? Pensavo si fosse nascosto, a luci spente, sotto il letto.

Come sono perspicace a volte...

Prendo il telefono e corro giù.

Dopo soli tre minuti di viaggio raggiungiamo il locale. E' molto raffinato: ha una sala grande con circa una trentina di tavoli. Predomina il colore beige, interrotto qua e là da un rosso acceso. Sulla parete sinistra ci sono delle finestre, ornate con tende rosse abbellite con meravigliosi drappeggi, che danno sulla terrazza. Al centro della sala pende un enorme lampadario... sembrano diamanti veri! I tavoli hanno delle tovaglie beige ricamate alle estremità; le sedie presentano sia sul posto a sedere che sullo schienale dei cuscini dello stesso colore delle tovaglie. Il pavimento è composto da mattonelle, in stile ottocentesco, color beige, decorate da motivi barocchi bordeaux. Scorgiamo Alessio seduto ad un tavolo sulla destra e ci dirigiamo verso di lui. Mentre ci avviciniamo riconosco una ragazza con un caschetto, seduta di spalle... Ada! Arrivati si alzano ed iniziamo le presentazioni, Ada mi sorride dolcemente "Ci rincontriamo!" dice, facendomi l'occhiolino. Ci accomodiamo ed Alessio si schiarisce la gola "Purtroppo mio figlio non è con noi, doveva vedere un amico... Una questione di vita o di morte, mi ha detto" termina e ci annuncia di aver già ordinato. Guardo la donna al suo fianco: ha dei meravigliosi occhi grigi, quasi celesti. Sono profondi, ma così familiari... I capelli sono molto corti, biondo miele e lisci, che le incorniciano perfettamente il viso. La bambina accanto a lei, che ha detto di chiamarsi Isabella, ha i capelli come quelli della madre, lunghi fino alle scapole, con dei meravigliosi boccoli alle punte; ha gli stessi occhi del padre, neri, intensi, che scrutano curiosi ciò che li circonda. Sono seduta tra mia sorella ed Ada, che parlano, mentre io sono rimasta incantata dal vaso di rose rosse poste al centro del tavolo.

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