4. A little party never killed nobody

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Finalmente è arrivato il tanto atteso giorno del Mac TT. Sono in classe, ma è come se non ci fossi. Sto pensando al vestito che indosserò stasera, con chi andrò, dato che le mie amiche hanno deciso di andare con i loro fidanzati... Non le biasimo però, l'avrei fatto anche io. Il mio pensiero corre su Matteo, non lo vedo da due settimane. Penso che abbia buttato il foglio con il mio numero, non mi ha scritto, né chiamato. Nulla di nulla. Lasciandomi così, sulle spine, non sapendo cosa pensare. Mi sveglio grazie alla vibrazione del telefono, spero che la professoressa non l'abbia sentita. Sono seduta all'ultimo banco, lontana dallo sguardo inquisitore degli insegnanti, così posso tranquillamente usare il cellulare.

Un messaggio. Spero sia il suo. Spero sia il suo. Continuo a pregare l'Onnipotente. Fa che quel messaggio sia suo.

 No. Purtroppo è di Francesca...

<Ciao! Sta sera verrò anche io alla festa! Mi hanno detto che ci sarà anche Matteo J> adoro questa ragazza:
1) Perché mi farà compagnia.

2) Perché raccoglie informazioni per me.

<Meglio così :) vengo da te verso le 21 e ci prepariamo insieme> so che la festa è alle 23, ma conoscendomi, meglio iniziare prima.

<Perfetto, ti aspetterò. A stasera> Non ha replicato sull'orario della mia visita? Strano.

<A stasera>

"Signorina Rubino, può ripetere ai suoi compagni ciò che ho appena spiegato?" sento la professoressa di latino chiamarmi. Non ho ascoltato minimamente la lezione, sono spacciata!

"Sì, ehm..." cerco di riflettere, sbirciando sulla pagina aperta del libro della mia compagna di banco.

"Su, sto aspettando!" urla la Bertucci indispettita.

"Stava parlando del... Del 'De bello gallico'?" affermo con una voce non molto convinta.

"Ecco! Proprio come pensavo! Era distratta signorina e mi dica... cosa stava facendo eh? Giocava con il suo telefono vero?" Ops. Sgamata. Mi preparo al peggio.

"Non stavo giocando" dico decisa, d'altronde è la verità.

"Guardi che non sono nata ieri eh! E adesso, dato che ha anche la bella faccia tosta di rispondermi indispettita, va a prendere una bella boccata d'aria fuori!" sta urlando come una disperata. Gente così dovrebbe essere rinchiusa in manicomio... Mi alzo ed esco fuori senza replicare, non voglio peggiorare la situazione e farle chiamare il preside.

Sono stufa di stare davanti alla porta dell'aula, così giro un po' per i corridoi e alla fine decido di andare in bagno. Mi accoccolo in un angolino per poter stare tranquilla, poco dopo entrano delle ragazze, che non si accorgono nemmeno della mia presenza. Le conosco, sono due ochette di IV D, patetiche. Hanno cura solo dell'aspetto fisico: chatouche ai capelli, unghie perfette con manicure impeccabile, rossetto scuro sulle labbra e trucco marcato sugli occhi, vestiti attillati da farle sembrare due salsicce. Ai ragazzi piacciono questo genere di ragazze, solo aspetto nessuna sostanza, ma a me ricordano solo dei pagliacci del circo. Anzi, è un'offesa ai pagliacci. Molte persone credono che non indossi mai abiti troppo stretti perché sono grassa, ma non è così. Non sono magrissima come le modelle, ma non mi lamento. Semplicemente non mi piace mettere in mostra 'la merce'. Indossare vestiti così mi farebbe sentire come un commerciante al mercato, ma il mio corpo non è in vendita.

"Stasera verrò alla festa con il mio fida" dice una delle due. Oddio. Usa anche le parole abbreviate! Vi prego uccidetemi, ma non fatemi sentire questo strazio. Come fa una così ad essere fidanzata?

"Grande, non me lo hai ancora presentato, chi è?" quest'altra sembra normale, speriamo bene.

"Si chiama Matteo, frequenta lo scientifico". Aspetta. Come ha detto che si chiama?

Tranquilla Eli, ci sono molte persone con questo nome che frequentano il liceo.

"Ale, ma quanti anni ha?" da questo deduco che la ragazza si chiami Alessandra.

"Diciotto, ed è un figo! Non sarà una serata molto casta, capiscimi...". Sono calma. Non è l'unico ad avere diciott'anni no? Che poco di buono lei poi. Rispetto per se stessa=zero, se si fa usare in questo modo.

Usare... la cosa sarà reciproca.

Zitta tu! Bene ora parlo anche da sola...

 "Che brava, mi hai letta nel pensiero. Mi raccomando dopo dammi tutti i dettagli eh". Ecco. Ogni speranza che avevo su quest'altra ragazza è stata distrutta. Mi sto trattenendo a stento dal vomitare. Se questa è l'immagine del mondo femminile agli altri, non mi meraviglio che gli uomini ci sfruttino in tale maniera.

Finalmente vanno via e decido di tornare in aula, o per lo meno, fuori dalla mia aula.

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Sono le 20:40 e sto andando a casa di Francesca a piedi, non fa male camminare ogni tanto. Quando arrivo da lei la trovo ancora con un asciugamano che le avvolge il corpo ed un altro a coprire i capelli. Solo per questa volta, credo mi stia superando in lentezza. Inizio a pensare sul da farsi:

·         Vestirsi

·         Scegliere le scarpe

·         Truccarsi

·         Acconciare i capelli

·         Scegliere gli accessori

Inizio a prendere le mie cose e mostro il mio abito a Francesca. Non ha le spalline e presenta uno scollo a cuore, è poco più corto del ginocchio ed è bordeaux, per far risaltare i miei capelli. Ha vari ricami in pizzo e sull'addome presenta una fascia, sempre di pizzo, nera. Scelgo un paio di scarpe tacco 10, sperando di non cadere, odio ammetterlo, ma non so camminare con questi 'trampoli'. Sono nere e lucide. Per il trucco opto per una linea sottile di eyeliner sopra le palpebre e del mascara. Infrango le mie regole e metto del rossetto scuro, color del vestito, sulle labbra. Decido di arricciare di più i capelli, perché mossi non mi piacciono, hanno una forma irregolare. Indosso degli orecchini di perle nera, presi di nascosto dal portagioie di mia madre, ed una collana abbinata. Sono le 22:50 e Francesca non è ancora pronta, adesso mi sto divertendo a rimproverarla, come fa sempre lei con me. Dopo venti minuti suo padre ci accompagna alla festa.

Siamo arrivate al locale, è stupendo! La sala è enorme, sul lato destro c'è un bancone lungo circa una decina di metri, e alle spalle dei baristi ci sono ogni sorta di bevande. Sul lato opposto all'ingresso, infondo allo stanzone, su di una specie di palco, c'è il dj. E' un ragazzino! Sarà poco più grande di me, devo ammettere che non è niente male. Ci sono già molti ragazzi sulla pista, così decidiamo di buttarci subito nella mischia. Non passa poco tempo ed intravedo una figura familiare al bancone, sembra... Matteo! E' Matteo! Che faccio? Vado da lui? Aspetto che mi veda? Rischio di impazzire. E' solo, dai, vado a fargli compagnia. Mi incammino nella sua direzione, ma vedo qualcuno girarsi verso di lui e baciarlo... sulle labbra! No. No. No. E' l'oca di IV D! Lo sapevo... il fato può essere mai dalla mia parte? No. D'altronde nel mio subcoscio ho sempre saputo che un ragazzo come lui non volesse stare davvero con me. So che non sono il massimo come ragazza... ma proprio lei? Perché quella papera? Quella barbie apparentemente perfetta, ma così finta? Perché è uscito con me se è fidanzato con lei?

Uscito...

Okay, non è stata una vera e propria uscita però, il concetto è quello.

Magari voleva diventassimo solo amici, infatti mi ha presentata così  al cameriere del bar... Sono io  la solita stupida che si illude.

Stanno continuando a baciarsi. Che scena rivoltante. Torno a ballare, non voglio vedere un attimo di più questi due. Mi fanno ribrezzo, entrambi.

Beh... magari lui un po' meno.

Vorrei andare a casa, non mi va di restare, soprattutto perché se lui mi vedesse non saprei come comportarmi. Non voglio, però, che mi rovini la festa! Resto.

"Cos'hai?" Francesca ha notato come mi sto comportando, anche se non ci vuole un genio per capirlo: la musica rimbomba forte nella stanza ed io sto ballando come mia nonna in ospizio il giorno di capodanno.

#nota dell'autrice

Salve! Mi scuso per eventuali errori e per il ritardo, spero la storia vi piaccia. Sarei felice se lasciaste qualche commento per dirmi le vostre impressioni. Grazie mille.

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