Il sole filtrava dalle pesanti tende della camera matrimoniale di Alec e Magnus, quella settimana a tema ottocentesco, Alec riposava disteso a pancia in giù, Magnus steso al suo fianco lo osservava monitorando le sue funzioni vitali quando improvvisamente la porta si aprì e i loro due piccoli uragani si scaraventarono sul loro letto.
"Piano bambini, papà ieri si è fatto male e deve riposare!"
Le faccine di Max e Rafe si incupirono all'istante
"Non ascoltate bapak , sto bene e ho bisogno solo di un abbraccio di gruppo!"
I volti dei bambini tornarono sorridenti, e un lieve sorriso preoccupato spuntò immediatamente anche sul volto di Magnus
"Allora non avete sentito? Papà ha bisogno di un abbraccio, forza!"
E così dicendo si ritrovarono tutti stretti in un abbraccio liberatorio.
La voce di Rafe interruppe il silenzio di quel momento perfetto.
"Papà perché hai addosso una maglia rosa?"
Alec si osservò prima di fulminare Magnus con lo sguardo.
"Alexander non avrai intenzione di sindacare sul colore della tua maglietta dopo quello che è successo stanotte! Mi hai spaventato a morte!"
Alec sapeva che aveva ragione e lasciò cadere l'argomento, tornando a sorridere alla sua famiglia e sentendosi subito meglio.
"Bambini che ne dite di andare a farmi un disegno? Mi farebbe stare meglio!"
Max e Rafe si alzarono immediatamente correndo in camera litigando su chi avrebbe fatto il disegno più bello
Rimasti soli Alec accarezzò la guancia del marito."Sai Magnus, ti sentivo stanotte, anche se non potevo muovermi e parlarti, sentivo tutto, scusami per averti fatto preoccupare così tanto, non credevo di essere così messo male!"
Magnus con un gesto abituale strinse la mano tra la guancia e la spalla.
"C’è qualcosa che non va Alexander, stanotte ero troppo preoccupato per pensarci ma questa non è una ferita di routine e Jace mi avrebbe avvertito se vi foste scontrati con un demone superiore, cos’è successo?"
Alec rifletté ma non gli venne in mente nulla di anomalo.
"Magnus davvero, solita routine, qualche ferita superficiale e 30 demoni morti, niente di rilevante a parte che l'iratze non voleva collaborare"
"L'iratze non funzionava perché la ferita aveva della magia superiore!"
"Ma non è possibile Mag, ci deve essere un’altra spiegazione!"
Alec si stava agitando.
"Calma amore, ora riposati, scopriremo assieme cos’è successo, probabilmente ci stiamo preoccupando per nulla."
Alec si rilassò riprendendo posto tra i comodi cuscini proprio mentre i bambini tornavano con i loro coloratissimi disegni.
Max e Rafe erano seduti nel letto attorno ad Alec da circa mezz'ora avvolti nei loro coloratissimi pigiamini.
"Papà chi ti ha ferito? Doveva essere un demone proprio cattivo per riuscire a fare male ad uno Shadowhunters come te! Zio Jace non c'era?"
Rafe da bravo Shadowhunter, era preoccupato e incuriosito da quello che era successo al padre, per lui non c'era nessuno meglio di Alec e vederlo così aveva scatenato qualcosa nel bambino.
Magnus entrò nella stanza proprio in quel momento, aveva appena finito di parlare al telefono con Jace e nonostante la sua preoccupazione il suo volto si trasformò appena vide Alec sorridere circondato dai bambini.
"Forza miei piccoli baccelli, e ora di fare colazione e di vestirsi!"
"Ma papà non viene? Se non viene lui non vengo nemmeno io!" Il piccolo Max mise un dolcissimo broncio che avrebbe potuto fare sciogliere anche il cuore più gelido.
"Si giusto, e poi io voglio sapere cos'è successo a papà !"
Anche Rafe sembrava irremovibile.
"Allora dovrò preparare tutto solo qualcosa di speciale per papà, se volete restate qui!"
Senza dare il tempo al padre di aggiungere altro il piccolo stregone era già sfrecciato verso la cucina seguito a ruota dal fratello.
"Do la colazione ai due monelli e ti porto qualcosa, tu perché intanto non riposi?"
Alec gli dedicò uno sguardo pieno di amore.
"Grazie Mags!"
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Alec's Enchanted Armor
FanfictionStoria scritta da : Monia Curreli e Rita Mandarini Sequel di: Magnus' Secret Grimoire Alec era così, era come le vetrate. Scintillava e brillava quando il sole lo colpiva, quando Magnus era con lui. Ma la verità era che quando calava l'oscurità, qua...