Non ti lascio

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"Deve essere qui, coraggio entriamo!"

Jace stava per sfondare la porta quando la magia di Magnus lo raggiunse e lo superò.

"Direi di mantenere l'effetto sorpresa!"

Lo sguardo preoccupato di Magnus superò lo shadowhunter per scrutare la stanza, era buia e vuota, tranne che per la luce che filtrava dalla finestra posta in fondo alla stanza.

Magnus sentì un conato di vomito risalire inaspettato, l’odore era pungente, sapeva di sangue icore e molto altro.

Fece cenno ai suoi compagni di entrare in assoluto silenzio.

Finalmente lo vide, seduto su una sedia al centro della stanza, era in condizioni disumane, fu come una secchiata d'acqua ghiacciata, e stavolta invece dei conati sentì salire dallo stomaco un dolore acuto che si allargava per tutto il petto, un misto di rabbia furiosa e profonda tristezza.

“Alexander, mi senti?”

Il volto di Alec si aprì finalmente in un sorriso tirato, nonostante il dolore sfiancante la presenza improvvisa di Magnus al suo fianco lo fece affievolire all'istante.

Piccole scintille blu lasciarono le mani di Magnus per andare a liberare il marito, le condizioni di Alec erano visibilmente preoccupanti e Magnus fu pronto a sorreggerlo una volta liberato.

Alec sentì mani, gambe e occhi liberi lasciando che la poca luce che filtrava gli permettesse di poter ammirare i lineamenti del marito, il suo volto, le sue braccia che lo sorreggevano e il suo sorriso erano entrati in Alec all'improvviso, quando ormai aveva perso ogni speranza e fu come ricominciare a vivere.

Ogni cosa in lui riprese subito luminosità .

Magnus guardò Alec in silenzio, i provati occhi azzurri e le molteplici ferite di demone non avevano minimamente scalfito la sua bellezza e la sua fierezza nonostante non riuscisse a stare in piedi.

Alec era così, era come le vetrate.

Scintillava e brillava quando il sole lo colpiva, quando Magnus era con lui, ma la verità era che quando calava l’oscurità, quando doveva lottare per chi amava, rivelava la sua vera forza.

“Scusate il disturbo ma dobbiamo sbrigarci, Fratello ti applico almeno un iratze sulla gamba, pronto?”

Alec annuì lentamente reggendosi saldamente a Magnus, Lily si posizionò a fianco aiutando Magnus.

Jace stava terminando l’iratze sulla gamba di Alec quando un urlo improvviso attirò la loro attenzione.

"Presto, siamo circondati, ci sono demoni ovunque!"

Isabelle indietreggiò velocemente per barricarsi davanti al fratello.

"Va tutto bene Magnus, prima di arrivare a voi dovranno passare sui nostri cadaveri!"

Il corpo di Alec si irrigidì per un istante come se fosse pronto a tutto ma durò una frazione di secondo, quasi immediatamente Magnus lo senti accasciarsi.

"Forza Alexander, resta sveglio, resta con me!"

Lily guardò il corpo di Alec.

"Che scena commovente, noi ora vi lasciamo con i nostri amici fidati. Sai figlio, per ora mi sono divertito abbastanza, ma ricordati che non è finita!"

La voce di Asmodeo risuonò nella stanza ma del principe dell'inferno non vi era più traccia.

"Magnus devi portare Alec fuori di qui, ora!"

Lily si guardò attorno ma l’unica via d'uscita era bloccata da almeno cinquanta demoni.

"Magnus, presto, di qua"

Magnus si voltò in cerca della voce familiare appena udita dall’angolo destro della stanza.

“Magnus presto, non c’è tempo, per di qua, fidati"

L'uomo cercò nuovamente di capire di chi fosse quella voce così familiare, quando un raggio di luce che entrava dalla finestra illuminò il demone Elyaas che sbucò fuori da una botola.

"Non mi fiderei mai di te"

Magnus non si mosse.

"Su avanti non fare il bambino, mi voglio fare perdonare, siamo amici"

Magnus rimase immobile.

"Non siamo amici e l’ultima volta hai aiutato una pazza a rapire mio figlio"

"Hai ragione, sono stato stupido, ma ora voglio aiutarvi, fidati"

Magnus era ancora immobile quando sentì la mano di Alec stringerlo leggermente, voltò lo sguardo e incontrò quello stanco del marito.

"Magnus non fare il bambino, Alec deve uscire da qui forza! "

Lily lo guardava risoluta mentre gli altri uccidevano a uno a uno demoni.

La vampira balzò dall'altro lato della stanza per concentrare su se stessa l'attenzione di alcuni demoni.

Magnus prese un profondo respiro pieno di speranza e iniziò a trascinare Alec verso la botola, scortato da Isabelle e Jace che facevano a gara a chi eliminava più demoni.

Prima di entrare guardò i suoi amici, Clary e Simon lottavano fianco a fianco, Simon colpì un demone con una freccia proprio in quell'istante e Clary gli fu subito sopra con la sua lama angelica.

Un attimo prima di scendere il primo gradino Alec si bloccò, con la coda dell'occhio un po' più sano vide un sottile tentacolo strattonare verso se stesso la frusta di Isabelle con la shadowhunter che ancora la teneva, in un secondo sfiló un pugnale dalla cintura del suo parabatai e lo lanciò, tranciando il tentacolo di netto.

"Smetterai mai un giorno di stupirmi Alexander?" Magnus strinse più forte a sé il marito e scesero le scale.

"Non posso crederci, siamo davvero all’esterno, non era una trappola!"

Magnus fece un respiro profondo mentre aiutava Alec a sedersi, facendogli appoggiare la schiena a un grande albero in quello che aveva tutta l'aria di essere un giardino abbandonato.

Erba alta e lunghi rampicanti salivano sui muri di cinta tutt'attorno mentre la luna piena li illuminava.

"Ti avevo detto di fidarti!"

"Lasciamo perdere, comunque per ora grazie"

Magnus riposò lo sguardo sul marito che respirava a fatica con gli occhi chiusi.

"Alexander, devo tornare dagli altri!"

Ma proprio nel momento in cui fece per alzarsi e allontanarsi sentì la mano di Alec stringersi attorno al suo polso.

"Vengo con te”

Magnus lo guardò , dietro le ferite, l’icore che lo ricopriva e tutto il dolore poteva scorgere la furia e la fierezza che da sempre lo distinguevano in battaglia.

Aveva la ferita aperta in più punti e le rune che si era applicato prima del rapimento ormai sbiadite, solo quelle permanenti nonostante il sangue spiccavano nere dai muscoli in tensione.

In quell’istante Magnus abbassò lo sguardo sulla mano stretta attorno al suo polso, la Runa del matrimonio nonostante il suo colore nero era coperta di sangue e icore e sembrava essere quella che aveva subito più maltrattamenti.

“Alexander, non possiamo tornare là dentro assieme, non ti riporterei mai là dentro e se mi costringerai a farlo e avessimo la fortuna di sopravvivere a tutti quei demoni ci penserebbero Isabelle e Lily a uccidermi, lo capisci?”

Alec allentò leggermente la presa.

“Hai ragione”

Le forze lo stavano nuovamente abbandonando ma in lontananza riconobbe la voce del suo parabatai

“Magnus state bene? Cos’è successo?”

Dopodiché tutto divenne confuso.

Alec's Enchanted ArmorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora