Ad ognuno il suo...

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Un timido sole sorprese Alec che ci mise un po' a ricordarsi dove fosse, annusò lentamente l'aria, sapeva di Magnus, di casa e d'amore.

Guardò l'orologio sul comodino di Magnus e rimase sorpreso, l'ultima cosa che ricordava erano le risate di Magnus e dei bambini mentre in cucina preparavano la colazione, ora invece era tardo pomeriggio, per la precisione l'orologio segnava le 17.30.

"Buongiorno bell'addormentato, pensavo che non ti saresti più svegliato e non sapevo più come intrattenere la tua famiglia!" Alec sorrise sentendo le voci dei fratelli e dei suoi figli arrivare dal soggiorno.

"Ma prima di tutto mio caro Alexander devi mangiare qualcosa, ti ho portato del thè e dei biscotti!"

Alec si sollevò il tanto che bastava per allungare la mano e afferrare la giacca di Magnus tirandolo a sé per un bacio pieno di amore e di devozione.

"Grazie, ora va decisamente meglio!"

"Sì molto meglio, il problema e che ora non ho voglia di condividerti con tutti gli altri! "

Finalmente risero entrambi, lieti che quel bacio li avesse liberati in parte dall' ansia di quella giornata.
"Hey, vogliamo ridere anche noi!"
Jace era fermo sulla porta con le braccia incrociate, sorrideva ma nei suoi occhi si leggeva tutta la preoccupazione che lo aveva attanagliato in quella giornata.
"Spostati Jace! Lasciami spazio!"
Isabelle era entrata nella stanza come un uragano e si era fiondata sul letto affianco al fratello.
Alec accarezzò la testa della sorella.
"Ragazzi sto bene, davvero! La cosa importante è capire cosa è successo, nient'altro".
Isabelle di strinse ancora di più al fratello e lui in risposta fece scivolare la mano dai capelli lunghi e setosi alla guancia di lei
"Izzy davvero, sto bene".
“Questa volta è andata bene, ma dobbiamo scoprire cos’è davvero accaduto, se qualcuno attacca il nostro console sul nostro territorio è una questione che riguarda tutti noi, non solo come amici”.
La voce di Clary era risultata ferma e concisa ma la leggera inclinazione che aveva avuto nella prima parte dell’affermazione lasciava trasparire tutta l’ansia provata.
“Bene, ora tutti fuori, mio marito deve riposare e con voi shadowhunters in mezzo non può farlo”.
Lo sguardo di Magnus si addolcì osservando Alec e Isabelle, Alec continuava ad accarezzarle i capelli per consolarla, ma si notava la smorfia di fastidio ogni volta che usava il braccio sinistro.
Jace si avvicinò al letto dando una pacca leggera al braccio destro del suo parabatai e aiutando la sorella ad alzarsi.
“Alec ha dormito otto ore filate, ma abbiamo capito!” Rise, e poi a voce un pó più alta richiamò l’attenzione di Simon che era rimasto a disegnare coi bambini sul grande tappeto del salotto.
“Simon, metti i giubbotti a Max e Rafe, andiamo a prendere il gelato!”
Si sentirono le voci felici dei bambini mentre correvano a prendere i giubbotti per poi andare a salutare i loro papà.
“Magnus, ti conviene sbrigarti a coprire Max col glamour prima che cambi idea; e tratta bene Alec mentre non ci siamo!”
Poi uscì dalla stanza facendo l’occhiolino ad entrambi.
Max richiamò l’attenzione del padre che dopo aver fatto ciò che Jace aveva chiesto e aver salutato entrambi i figli prese posto accanto al marito, dove fino a poco prima c'era stata Isabelle.
“Allora mio caro Alexander, dove eravamo rimasti?”
Alec rise.
“Mi pare che mio marito volesse farmi riposare, ma avevo altro in mente!”
"Alexander mi stupisco, ho metodi di rilassamento molto efficaci, lascia che mi prenda cura di te!"
Alec si perse sotto il tocco innamorato di Magnus.
Ore dopo Alec era sdraiato prono nel grande letto ottocentesco in dormiveglia mentre Magnus lo osservava stando su un fianco, con la mano libera percorreva il corpo del compagno tracciando i contorni di ogni Runa, anche la più sbiadita.
Quando arrivò al braccio sinistro l'iratze spiccava ancora nera e nitida, Magnus la osservò attentamente prima di percorrerla con le dita tremanti.
"Sto bene davvero Mag, mi sembrava di averlo dimostrato poco fa!"
La voce di Alec impastata dal sonno arrivò alle orecchie di Magnus che si rilassò all'istante, lo Shadowhunter sorrise nonostante tenesse gli occhi chiusi beandosi del tocco delicato del marito.
"Non so Alexander, mi sei sembrato come dire, fuori forma!"
Ora era Magnus a sorridere prima di scoppiare entrambi a ridere.
Stava per rispondere quando sentirono la porta spalancarsi, prima che i due piccoli uragani entrassero nella stanza Magnus aveva schioccato le dita per rivestirsi e fece comparire un pigiama azzurro sul corpo del marito.

Alec's Enchanted ArmorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora