Una ronda di routine

576 27 10
                                    

Alec aprì delicatamente il grande portone del loft, sgattaiolando all'interno.
Il grande orologio a pendolo acquistato da Magnus a Praga e ora posizionato sopra il divano segnava le due e quaranta minuti, Alec imprecò silenziosamente ripensando agli avvenimenti di quella sera, niente era andato per il verso giusto…

Se ne stava appollaiato su di un ramo largo poco più della suola del suo stivale, Jace era rimasto a terra, il suo stile di combattimento era più a contatto diretto, mentre come al solito lui era quello che gli guardava le spalle, quella era un'abitudine che non era mai cambiata né con l'avanzare dell'età né con la differenza di ruolo che ora rivestivano entrambi. Di solito i capi d'istituto difficilmente andavano di ronda, per non parlare poi del console…

Loro però avevano ancora bisogno di fare come ai vecchi tempi, a volte anche Izzy usciva con loro, ma poi passava la notte al telefono con Simon e magicamente, spontaneamente, incontravano Clary e Simon che guarda caso avevano deciso di andare anche loro a caccia di demoni quella sera in quella zona e la serata finiva con una passeggiata di coppia e Alec che sentiva la mancanza della sua famiglia. Non che da solo con Jace non ne sentisse la mancanza, ma quando erano da soli restavano facilmente sul professionale, erano semplicemente due shadowhunters, parabatai, che cacciavano i demoni che mettevano a rischio la vita degli ignari mondani di New York.

"Non potreste semplicemente giocare alla play o andare in un bar a bere una birra?"

Aveva detto quel pomeriggio Isabelle alla notizia che sarebbero usciti e non avrebbero accettato incontri fortuiti con amici e parenti.

Clary accettava di buon grado le uscite da soli del fidanzato e del suo parabatai, anzi spesso era lei a suggerire a Jace di organizzarle.

Magnus non era mai molto felice di allontanarsi da Alec, nemmeno per un paio di ore, ma sapeva che allo shadowhunter servivano quelle ronde come gli serviva passare del tempo con i bambini, sapere come andava l'alleanza, o essere suo marito, con tutte le sfaccettature del caso… Quindi alla fine era felice di lasciarlo andare, come era felice poi al mattino svegliarsi prima di lui, ritrovarlo addormentato al suo fianco e, dopo avere ammirato per qualche minuto ogni centimetro del suo corpo, controllando anche l'assenza di ferite, preparargli qualcosa di buono per colazione, o pranzo il più delle volte.

Per quella sera avevano avuto una soffiata su una forte energia demoniaca che appariva e spariva in quella zona della città e si erano accordati per uscire da soli avvisando tutti che avevano bisogno di un'uscita tra fratelli.

All'improvviso sentì un leggero fruscìo, come una nebbia che si avvicinava, e subito il suo corpo si mise all'erta, distanziando i piedi sul ramo su cui era salito per controllare la scena dall'alto e incoccando una freccia, nello stesso attimo anche Jace si era messo in posizione di attacco.

Tutto quello che era successo dopo era il ricordo confuso di un ordinario scontro con dei demoni, almeno quello era quello che avevano pensato i due Shadowhunters.

Ora si trovava sulla porta del suo appartamento con la tenuta da combattimento logora e strappata in più punti e una macchia di sangue che continuava ad allargarsi sul pavimento ma almeno Jace era all'istituto tutto intero.

Imprecò nuovamente e strinse più forte la ferita sul braccio sinistro "questa volta Magnus mi uccide, stupido Iratze!"

Con questi pensieri si diresse silenziosamente verso il bagno passando davanti alle camere dei bambini la camera di Max era vuota ma la cosa non preoccupò Alec che infatti lo vide subito dopo, come sospettava, nel letto del fratello, mentre dormivano profondamente, sorrise ma un dolore sordo gli ricordò del suo malandato braccio, forse una doccia lo avrebbe aiutato a riprendersi.

Alec's Enchanted ArmorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora