Cap.13 "Sogni e fughe"

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Virginia aprì gli occhi e rimase stupita da quello che la circondava. Vi erano querce imponenti, abeti e betulle, con chiome e rami ampi, su cui si erano sistemati molte famiglie di passerotti, pappagalli e pettirossi. C'erano colline e monti in lontananza, dalle elevate vette, ricoperte da boschi e praterie, ove pascolavano caprette e pecorelle, e dietro di esse sorgeva un tiepido sole. Virginia sentiva la brezza mattutina che le accarezzava la pelle. Era un luogo magnifico, troppo straordinario per essere vero, la ragazza credeva di sognare...

-Virginia, Virginia...Virginia!

Si girò ma non c'era nessuno, udì nuovamente quella voce ripetere il suo nome, fece una giravolta su se stessa e, non capendo da dove provenisse quel richiamo, corse in varie direzioni, ma inutilmente.

-Virginia!

Intravide un luccichio, un animaletto dorato nascosto fra i rovi, e allungò la mano per osservarlo meglio...e venne abbagliata... Si ritrovò in luogo buio e, non riuscendo a scorgere nulla, utilizzò il senso del tatto, accorgendosi di essere appoggiata ad un muro liscio, forse di metallo. Dove si trovava? Quando i suoi occhi si abituarono all'oscurità, vide che non era più in quel meraviglioso paradiso ma in una fogna.

-Virginia! Ti sei svegliata!

La ragazza si volse appena in tempo per vedere due Elfi che le venivano incontro, prima di venire sommersa in un abbraccio.

-Cosa...come...?-domandò la giovane, confusa.

-È una lunga storia.- rispose Nicholas.

Il ragazzo era seduto accanto a lei e pareva stremato come se avesse appena concluso una maratona durata un mese. E le narrarono tutta la storia.


1 ora prima

Una freccia passò a pochi centimetri dall'orecchio di Nicholas e, deviata dalla spada del ragazzo, si conficcò nella coscia di un mostro. Nicholas si guardò attorno e non vide altro che sangue, corpi maciullati...ma, fortunatamente, lui, Vëannë ed Eltas erano illesi. Ma i nemici continuavano ad arrivare in massa, tutti pronti a combattere, e loro non sarebbero riusciti a resistere ancora per molto. Con la coda dell'occhio, intravide un'ombra che apparteneva ad una figura che lui conosceva molto bene: era il Burattinaio. Nicholas rimase impietrito, quando Lui, con un gesto lento, richiamò i suo sottoposti.

-Allora, Nicholas...mi vuoi sfidare?

Non glielo stava chiedendo realmente, era una domanda retorica, infatti, il Burattinaio estrasse una lunga lama. Nicholas conosceva quella spada, lama su cui si narrava una profezia. 

Lama oscura

Portatrice di morte

Che giova nella paura

Segnerà la sorte

Nessuno ne conosceva il pieno significato, il ragazzo però sapeva che era quella la spada poiché era stata forgiata nel fuoco del vulcano di un isola oscura, quasi interamente ricoperta dal permafrost, ormai sommersa e di cui i segreti erano stati perduti: Thèn Coñ. Nicholas rabbrividì, non poteva scontrarsi contro di lui, sarebbe stato da incoscienti...nessuno era mai sopravvissuto...  Il Burattinaio era ancora davanti a lui ma non sembrava voler attaccare per primo, teneva la spada in mano ma svogliatamente.

-Nicholas, se non lo fai tu...lascia che ci pensi io!-urlò Vëannë prima di lanciarsi all'attacco.

Il Burattinaio parò tutti i colpi con prontezza e maestria e, mentre la foga dell'Elfa pareva scemare, Lui non era affatto stanco. Eltas era terrorizzato e stringeva convulsamente l'arco, cercando un modo per ferire Lui, senza però colpire la sorella. Nicholas non poteva permettere che il suo ex padrone la ferisse ma non poteva...non voleva combattere contro di Lui, non ci riusciva.

-Basta!-gridò disperato, sperando che almeno Vëannë la smettesse.

Non ottenne il risultato sperato. L'Elfa, non solo non si arrestò, ma riprese a duellare con maggior grinta. Sbalordendo tutti, Lui si fermò, non prima di aver disarmato Vëannë e averla spinta verso il fratello che la sorresse. Nicholas e il Burattinaio si squadrarono e poi quest'ultimo scoppiò a ridere. Il ragazzo rimase basito mentre Lui esclamò:

-Passate pure...troverete la vostra amica Virginia nella prima porta, svoltando nel corridoio di destra. Cedo il mio posto ad una così abile spadaccino.- aggiunse con una nota di sarcasmo.

-Qual è il trucco?-chiese Eltas.

-Nessuno.

Eltas, assieme a Vëannë, si diressero verso il luogo indicato da Lui, nessun mostro torse loro un capello, ma Nicholas non si sentiva sicuro. Perchè lasciarli andare così? Stava vincendo dopotutto, avrebbe potuto catturarli o, addirittura, ucciderli...

-Non ti fidi di me, ragazzo?-domandò Lui mellifluo, notando che Nicholas non si era mosso.

Eltas e Vëannë lo invitavano ad avvicinarsi, gesticolando. Il ragazzo mosse un passo, lentamente e senza mai staccare gli occhi dalla figura del Burattinaio. Un altro passo e un altro ancora, non successe nulla; era arrivato vicino al suo "carceriere", respirando affannosamente, aspettandosi un attacco improvviso. Il Burattinaio gli mise un braccio sulle spalle, e il ragazzo si pietrificò.

-Nicholas...non pensare che sia finita qui. Riconosco solo quando bisogna fermarsi e fare un passo indietro per osservare quello che accade attorno.- gli sussurrò, con la sua voce sibilante.

Poi lo spinse in avanti, facendolo cadere a carponi, Eltas lo aiutò ad alzarsi.

-Ora andate...Non c'è più posto per voi! Ah ah ah!- ordinò Lui, volatilizzandosi, assieme ai suoi mostri personali, con uno schiocco di dita. Eltas, per nulla sorpreso, sorreggendo sia la sorella che Nicholas, aprì la porta e vi trovò Virginia raggomitolata su se stessa che si agitava nel sonno.

Luce nell'OscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora