Capitolo 25 "Chiarimenti non tanto chiari"

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-Allora... Dimmi tutto quello che non so.- esordì Virginia, curiosa come non mai.

Erano ancora soli, accoccolati sul freddo pavimento della stalla, nessuno avrebbe potuto disturbarli, immersi nella quiete com'erano; Virginia aveva la testa appoggiata sul grembo di Nicholas, con gli occhi chiusi, mentre il ragazzo giocava dolcemente con le ciocche dei suoi capelli.

-Quello che non sai? Uhm, sarà un racconto lungo, dopotutto non conosci molti fatti...-sdrammatizzò lui.

La ragazza sospirò e fece un cenno svolazzante con la mano per fargli capire che non doveva scherzare.

-E va bene! Per riassumere velocemente: ti ho mentito. Mia madre, come puoi vedere, non è deceduta. Mio padre non è James Ross. Tutto quello che sai su di me è una menzogna. Tutta la mia vita lo è.

Virginia annuì, schiudendo leggermente gli occhi.

-Sono un Venèe, proprio come te. Lo so praticamente da sempre. Ho sempre vissuto nascosto, fin dalla mia nascita, nessuno doveva sapere della mia esistenza. Mi madre è sempre stata irremovibile su questo punto e non ha tutti i torti... Sono un figlio illegittimo, nato all'infuori del matrimonio.- prese fiato, passandosi una mano tra i capelli ribelli, scompigliandoli ancora di più- Ho manifestato il mio "essere diverso" sin da piccolo e Annael ha capito tutto subito. Già, l'aveva vissuto con sua sorella. Mi ha spiegato tutto solo un paio di anni fa. Io... ecco, non posso descrivere dettagliatamente il piano poichè non mi sono stati spiegati tutti i particolari, però posso provarci. Il mio compito era quello di fare da "comparsa", se così si può dire...-

-Cosa? Non ha senso!- esclamò Virginia, aprendo gli occhi completamente.

Il ragazzo scrollò le spalle, Virginia stava per porgli altre domande quando la porta si spalancò e fece il suo ingresso maestoso Annael, seguita dalle sue guardie del corpo personali, conosciuti anche come mostri terrificanti e raccapriccianti.

-Bene piccioncini, il tempo a vostra disposizione è giunto al termine.-annunciò, incamminandosi verso di loro, sollevando i lembi dell'ingombrante veste che le intralciavano il cammino.

Virginia rizzò a sedere, rischiando di tirare una testata a Nicholas, fronteggiando la Regina.

-Voglio sapere tutto il tuo piano, Annael, perchè non ci capisco niente di tutto ciò.

La Regina si posizionò di fronte alla coppia, facendo vagare il suo sguardo da uno all'altro, gli occhi che sembravano infuocati, che parevano entrare in profondità. La ragazza si perse in quello sguardo, intimorita e affascinata contemporaneamente, sentendosi esposta, messa a nudo, tutti le sue sensazioni, emozioni, pensieri erano completamente alla mercè di Annael, ma Virginia non riusciva ad abbassare gli occhi.

-Nicholas, vai fuori.- ordinò la Regina degli Elfi.

Il ragazzo, confuso, si alzò, ubbidiente, ma Virginia lo afferrò per un polso, impedendogli di allontanarsi da lei. Lui incrociò il suo sguardo cristallino e un pensiero attraverso la sua mente, una frase non sua.

Nicks, non mi lasciare sola con lei.

Sorrise, stava comunicando con lui attraverso il pensiero.

Mai, Vivì.

-Nicki!-urlò Annael.

Nessuno le prestò attenzione, troppo concentrati l'uno sull'altro. Un legame forte li univa, qualcosa che andava aldilà di una semplice amicizia, di una infatuazione.

-Nicholas rimane qui.- pretese Virginia.

-No! Non ti intromettere, ragazzina, non sto parlando con te. Nicki, devo discutere con la tua amica, quindi lasciaci sole.

Il diretto interessato scosse la testa e si sedette accanto alla ragazza, stringendole la mano e portando un braccio a cingerle le spalle.

-Qualsiasi cosa le devi dire, puoi dirlo anche a me.

La Regina sembrava contrariata ma, saggiamente, non continuò a controbattere sapendo che avrebbe portato ad una discussione inutile.

-Elsie si è tolta la vita esattamente quindici anni fa, qualche mese prima della tua nascita. Adanedhel, stolto o, peggio, innamorato com'era, si suicidò proprio il giorno dopo la morta della mia cara sorellina, mentre avrebbe dovuto gioire con me. Voi due siete la loro reincarnazione. Quando ho scoperto che Nicki era Adanedhel, ho creduto in uno scherzo del destino, mio figlio era mio marito...

S'interruppe, fissando le mani dei due ragazzi dei quali le dita erano intrecciate strettamente, e sospirò pesantemente, distogliendo lo sguardo come se scottasse.

-Tutto questo- disse Annael, allargando le braccia e facendo una giravolta su se stessa- è solo una falsità, non è reale. Non proprio tutto,- aggiunse notando gli sguardi perplessi della coppia- noi esistiamo veramente... Ecco... James.

L'immagine della stanza sfumò davanti gli occhi stupiti di Virginia, i profumi scemarono, i rumori si attutirono fino a svanire del tutto, come se ci fosse un velo che non permetteva a niente di attraversarlo. La ragazza si sentì svenire ma si impose di non farlo ("non di nuovo!") e trattenne un conato di vomito quando sentì il suo corpo senza peso essere sballottato per lo spazio. Tutto quello che stava accadendo trasgrediva le regole fisiche che la ragazza aveva sempre studiato a scuola. D'un tratto, si riappropriò del proprio corpo, cadendo su un pavimento liscio e lucido, sbucciandosi le ginocchia al di sotto della sottile veste estiva che indossava e graffiandosi i palmi delle mani a causa dell'impatto. Un Nicholas semi-svenuto le precipitò addosso dal nulla, la ragazza lo sostenne con le poche forze che le rimanevano.

-Una simulazione! Come ho fatto a non accorgermene?!-mugolò il ragazzo.

Virginia lo scrutò incerta, soffermandosi sugli occhi lacrimanti e la fronte imperlata di sudore.

-Eravamo in un mondo immaginario, creato da James per l'occasione.- confermò la Regina.

Lei e il Burattinaio, ormai noto come James Ross, stavano in piedi al centro della Sala del Trono, perchè, sì, era lì che si trovavano. Poco lontano da loro c'erano Eltas e Vëannë, comodamente seduti su delle poltrone di velluto rosso, che parlottavano come se non fosse successo nulla, come se fosse normale vedere delle persone apparire dal niente.

Ma loro non erano prigionieri? Non sto capendo niente!

Chiese Virginia, frastornata, a Nicholas.

Non ti aspettare una risposta sensata da me! Sono spossato e non sto capendo nulla proprio come te, Vivì. Io...

Non terminò la frase, dato che in quel momento svenne tra le braccia della ragazza, sotto lo sguardo apprensivo della madre.

-Credo che tu voglia delle spiegazioni che non siano confuse come quello che è successo oggi, perciò vi darò una stanza in cui riposarvi e parleremo domani, quando vi sarete ripresi.- intervenne la Regina, suonando un campanello argentato.

Da una porta secondaria, entrarono due camerieri Elfi che, senza proferir verbo, accompagnarono Virginia per un labirinto di corridoi.

"Stanno facendo ciò solo per confondermi le idee, così non potrò uscire da qui!" pensò la ragazza, senza mai staccare gli occhi dall'Elfo che reggeva il corpo privo di sensi di Nicholas.

Lasciati soli nella camera elegante in cui erano stati sistemati, Virginia si lasciò scivolare sul letto a baldacchino dalle bianche lenzuola, accanto al ragazzo, accarezzandogli piano i lineamenti. "Come vorrei che fossi veramente Elsie e non la sua reincarnazione, forse in questo momento lei saprebbe come comportarsi! Ah, Nicks, quando ti sveglierai?" disse tra sè e sè la ragazza.

Chiuse gli occhi e lo abbracciò da dietro.

Molto presto, visto che pensi molto, troppo, rumorosamente, Vivì. 

Luce nell'OscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora