La mattinata fu abbastanza noiosa con le lezioni ma adesso che eravamo a casa per il pranzo Lola aveva iniziato a parlarmi di lei e Jack come un fiume in piena.
«Ti rendi conto!? Non ci posso credere che ci siamo fidanzati!»
Lola era felicissima, nonostante le sue teorie su Jack era innamorata di lui e si vedeva da un miglio di distanza.
«So che ci hai messo lo zampino Em» mi disse.
La guardai non capendo se ne era felice o meno.
«Grazie!» mi getto le braccia al collo.
Mary Jones entrò nel salone di casa.
«Ragazze tra una ventina di minuti è pronto il pranzo»
Il signor Jones apri la porta e abbraccio sua moglie alle spalle.
«Mary ha preparato degli splendidi involtino di pollo ripieni!» disse mentre sua moglie gli accarezzò il braccio.
«Magnifico Signora Jones!» dissi.
«Chiamami Mary!» disse per poi tornare in cucina col marito.
Mick scese le scale e si sedette sulla poltrona accanto al balcone.
Non avevamo più parlato dopo ieri sera, non sapevo come prenderla. Non riuscivo a capirlo, il giorno prima sembro piacergli mentre quello dopo sembra felice che io mi veda con Harry...
«Mick non si saluta più!?» Gli disse Lola scherzando.
«Si, scusa ero impegnato.»
«Io e Jack siamo ritornati assieme!»
Mick guardò spazientito la sorella.
«Senti Lola sono stanco di questa storia, non voglio saperne nulla dopo l'ultima volta. Quindi non parlarmi delle tue cose private grazie»
Disse quelle parole con una freddezza tale che l'entusiasmo di Lola svanì di colpa e un guizzo di rabbia gli attraversò il volto ma si trasformò subito in una lacrima.
«Sei uno stronzo Mick rovini sempre tutto!» Si alzò dal divano e andò via sbattendo la porta dietro di se.
Non volevo intromettermi ma fu più forte di me, istintivamente guardai Mick con disgusto.
«Cosa c'è inglesina?» mi guardò torvo ma stavolta il suo sguardo non mi importò minimamente.
«Perché rovinargli la giornata?» dissi.
«Capita di rovinare le giornate a qualcuno, e poi l'avevo già detto l'altra volta»
Colsi appieno la sua frecciatina.
«Per colpa mia te la prendi con tua sorella?» gli dissi.
«Non sei così importante Emily da causarmi nervosismo» disse freddo.
Voleva ferirmi oppure era sincero?
«Bene, senti fa quello che cazzo vuoi» non era da me quel tipo di risposte ma mi aveva proprio scocciato.
«Perfetto cerca di non immischiarti nelle mie cose allora , ok?»
Mi alzai dal divano e andai da Lola, suo fratello era un vero stronzo quando voleva.
Svegliarsi con la luna storta e prendersela con il mondo intero, che teoria assurda.
Lola era in camera seduta sul letto con il cellulare.
Sembrava non essere più triste.
«Ti é passato?» chiesi.
«Si, é nervoso. Conosco bene mio fratello, quando sta così gli é successo qualcosa. Non me l'aspettavo per questo ci sono rimasta, dopo gli vado a parlare.»
L'abbracciai. Ero proprio curiosa di sentire perché Mick fosse così arrabbiato, anche se già ne immaginavo il motivo, nonostante le sue parole di prima.
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Un anno a New York
ChickLitEra particolare lei, dalla mille sfaccettature dovute ad un passato non troppo facile. Era chiuse nelle sue idee, nelle sue imperfezioni, dal suo voler essere un'altra persona. New York era l'occasione adatta ed Emily lo sapeva bene, poteva avere un...