«Il pranzo é stato fantastico Mary!» dissi « I bagels erano squisiti».
Mick mi guardò divertito.
«Cosa c'è?» chiesi senza capire.
«Mai mangiato Bagels?» mi chiese
«No...» dissi «Ma come prima volta é stata fantastica!».
«Tesoro sono felice che ti siano piaciuti!» Mary mi mise un mano sul braccio come ringraziamento poi si alzò in piedi rivolgendosi a tutti noi.
«Ragazzi se oggi non avete da fare avevo pensato che io e Edward potevamo portarvi a Central Park per fare un giro insieme» disse guardando suo marito.
«Mamma per me va benissimo!» disse Lola per poi aspettare la risposta di Mick.
Mentre i ragazzi parlavano con la mamma mi soffermai sulla strana espressione di Edward Jones, sembrava un po' preso alla sprovvista.
«Si mamma, va bene» disse Mick.
«Em?» chiese
Il signor Jones si alzò dal tavolo mostrando il telefono alla moglie.
«Lavoro, torno subito» e si diresse su.
«Si ne sarei felicissima» dissi per poi alzarmi.
«Scusate vado a chiamare un attimo Harry»
Salii al piano di sopra facendo attenzione a non far troppo rumore sulle scale e andai in direzione dell'ufficio del signor Jones. Mi avvicinai alla porta cercando di origliare.
Si lo so é maledizione ma ero troppo curiosa...
La porta era leggermente socchiusa e riuscivo ad intravedere anche l'espressione arrabbiata di Edward.
«Senti non possiamo vederci, devo uscire con i ragazzi... Si con mia moglie.... Senti lo sapevi che ero sposato cosa cazzo ti lamenti!?»
Purtroppo sentivo solo il suo lato, ma tutto sembrava fuorché una chiamata di lavoro. Lo vidi posare il cellulare, supposi avesse staccato, si passò una mano tra i capelli brizzolati e si appoggiò alla scrivania sospirando.
Mi squillo improvvisamente il cellulare. Sobbalzi e mi allontanai il più velocemente possibile dalla stanza del signor Jones dirigendomi nella mia camera , sperando che non si fosse accorto di nulla.
Guardai lo schermo del telefono , era Harry.
«Ciao Amore come stai?» gli dissi.
«Bene amore e tu? É così tanto tempo che non ci vediamo...»
Risi.
«Già amore, ti stavo proprio per chiamare. Oggi pomeriggio scendo con la famiglia Jones, va bene?»
«Va bene, tranquilla, allora mi organizzo con i ragazzi per suonare un po'.»
«Va bene, ora vado a prepararmi ci sentiamo più tardi.»
«Va bene amore.»
Posai il telefono sul mobile e apri l'armadio cercando qualcosa da mettere.
Il telefono vibrò per una notifica e lo ripresi ma mi resi conto che non avevo staccato con Harry. Avvicinai il telefono all'orecchio per sentire.
Sentii solo strani sospiri ma non riuscì a capire nulla.
Staccai.
«Em!» Lola entrò in stanza.
Mi cadde il telefono da mano. Lola preoccupata si avvicinò a me, prese il telefono da terra e lo poggiò sul letto. Mi mise una mano sulla guancia.
«Hai visto un fantasma tesoro?» mi chiese cercando di farmi sorridere.
«Ho sentito Harry, e per sbaglio non abbiamo staccato e quando ho messo il telefono vicino all'orecchio ho sentito strani gemiti...»
«Em non è che ti sarai impressionata?» mi chiese Lola.
Forse lo avevo fatto? Il fatto che lo avessi fatto io poteva avermi condizionato... Ma non potevo dirlo a Lola che ero stata con suo fratello.
«Forse hai ragione. Grazie Lola » l'abbracciai.
«Grazie di cosa?» mi chiese abbracciandomi.
«Di essermi così vicina, é bello potersi fidare di qualcuno.»
«Em per me sei come una sorella sappilo!» mi abbracciò.
«Hai letto il messaggio di Sandra nel gruppo?» mi chiese.
«No, che ha detto?»
«Che Thomas la porta ad Atlantic City domenica!»
La guardai un po' confusa cercando di ricordare Atlantic city.
«Aspetta dovrei avere delle foto qui» disse dirigendosi vicino all'armadio e prendendo una piccola scatola di latta verde scuro.
Si mise a cercare tra le foto e poi me ne passò una decina.
«Guarda qui é quando io e Mick eravamo piccoli e ci portarono sulla spiaggia vicino le giostre»
Osservai meravigliata quelle foto, ma mi soffermai su quella dove Mick era su un cavalluccio delle giostre e il padre lo teneva fermo per non farlo cadere abbracciandolo. Il padre aveva uno sguardo così amorevole nel suoi confronti, così... paterno. Strinsi forte la foto e poi la passai a Lola.
«Ehi cosa c'è?» mi chiese.
«Nulla...» gli dissi.
Una lacrima mi rigò la guancia.
«Em ora che ci penso non ti ho mai chiesto della tua famiglia...»
«Ho solo mamma, mio padre ci ha abbandonato quando io ero piccola» dissi.
«Mi dispiace»
«Non farlo, non c'è ne motivo. Sono felice di quello che sono e lo devo solo a mia madre per i sacrifici che ha fatto per me.»
Infondo lo sapevo bene che non era colpa mia, da piccola non ne avevo mai sofferto ma crescendo il mio carattere ne ha risentito. Ero convinta di dover essere forte per tutti, perché ero io quella forte, ma non era così e lo sapevo bene ma ormai lo scudo che avevo eretto in tutti quegli anni era difficile da buttare giù, l'unica cosa che riusciva a trapassarlo era la mia timidezza ma poche persone potevano ottenere la mia fiducia, perché non mi fidavo neanche di me stessa delle volte.
«Em ti voglio bene» mi abbracciò.
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Un anno a New York
ChickLitEra particolare lei, dalla mille sfaccettature dovute ad un passato non troppo facile. Era chiuse nelle sue idee, nelle sue imperfezioni, dal suo voler essere un'altra persona. New York era l'occasione adatta ed Emily lo sapeva bene, poteva avere un...