15- Confusione

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Il momento della cena fu un po' imbarazzante per me, a differenza di Mick che si comportava come se nulla fosse successo. Il padre di Lola era rincasato poco prima.
Fortunatamente nessuno si accorse di nulla. Io e Lola eravamo in camera sotto le coperte.
«Sono felice che ti sia fidanzata Em!» disse Lola dopo avergli spiegato il pomeriggio.
«Grazie! Com'è stata la tua uscita?» chiesi curiosa.
«Sandra mi ha spiegato come va con Thomas, dopo aver passato la notte assieme...»
«Ma hanno...?» la interruppi.
«Si Em. Stavo dicendo, dopo aver passato la notte insieme si sentono giornalieramente, ovviamente quando lui non è con la fidanzata»
«E Sandra cosa ne pensa?» chiesi.
«Sandra é già sotto mille treni anche se non lo ammette» sorrise.
«Chissà lui» dissi pensando alla povera Sandra come poteva sentirsi nel caso in cui Thomas non avesse lasciato la fidanzata.
«Pensi sia stata una buona idea?» chiesi a Lola.
«Si, meglio un rimorso che un rimpianto, no?» alzò un sopracciglio mentre disse quella frase.
«Si, giusto» mi fissai il pantaloncino dove poco fa Mick mi aveva sfiorata...
«Ora dormiamo domani dobbiamo andare a scuola» disse Lola.

Il mattino seguente mi svegliai un po' di malavoglia. New York era così caotica a qualsiasi ora della giornata ma la trovavo estremamente affascinante. Mi voltai cercando Lola ma non c'era, supposi era già in bagno a prepararsi.
Presi il telefono e inviai il buongiorno a mia madre e ad Harry.
Lola uscì dal bagno ma non indossava la divisa scolastica, la guardai stranita.
«Cosa c'è?» mi chiese come se la risposta al suo look fosse ovvia. Le indicai il vestitino nero che indossava.
«Em non mi dire che non hai letto nel gruppo!?» continuavo a non capire.
«Stamattina c'è sciopero e nessuno entra! Così ne approfitto per uscire con Jack, esci anche tu dai! Non mi dire che vorrai passata una bella giornata libera a stare nel letto con una New York che non aspetta altro di essere visitata da una londinese» rise e io le sorrisi.
Mi alzai dal letto e andai verso l'armadio prendendo una tuta bordeaux e un top bianco di merletto con i bottoni sulla schiena.
«Mettiti anche questa su!» Lola prese una giacca beige dal mio armadio e me la porse. Annui e andai a prepararmi.

Uscii dal bagno e Lola era seduta sul letto con il cellulare in mano, evidentemente aspettava un messaggio di Jack.
«Hai avvisato Harry?» mi chiese.
Stupida, non gli avevo ancora mandato un messaggio.
«Ora lo mando» dissi sorridendo per il quanto potessi essere imbranata di prima mattina.
"Harry stamattina ti va di uscire?"
La risposta di Harry non fu tardiva.
"Ciao Em, scusa stamattina i ragazzi ne hanno approfittato per provare con la band. Possiamo fare oggi pomeriggio?"
"Va bene, tranquillo ci sentiamo più tardi allora"
Mi inviò un cuore e feci lo stesso.
«Non può?» chiese Lola.
«No» risposi ormai già truccata e pronta.
«Chiama qualcuno dei ragazzi della classe magari sarà lieto di farti compagnia!»
«Farò così penso»
«Ora esco, Jack é qui fuori.»
La salutai con un bacio sulla guancia e lei mi abbraccio.
Lola era davvero una ragazza speciale, fortunatamente avevo trovato una coinquilina favolosa.
Andai in soggiorno dove la signora Jones era intenta a cucire un pantalone un po' usurato del marito.
Mick era seduto sul divano accanto alla finestra e sembrava fosse davvero concentrato sul telefono mentre beveva una Redbull.
Mary alzò il viso e mi guardò sorridente.
«Buongiorno Em, sei splendida stamattina, esci con il tuo ragazzo?» mi chiese.
«Buongiorno! In verità no, é impegnato con la Band però lo avvisato tardi e ora non so con chi visitare New York.» dissi un po' triste.
«Ma tesoro Mick sarà felice di farti compagnia! Vero Mick?» si voltò verso il figlio che per poco non si strozzava con la Redbull.
Guardò prima sua madre e poi me.
«Volentieri Em» mi disse sorridendo, poi continuò «infondo avevamo ancora un giro al parco in sospeso no?» sorrise maliziosamente ma la madre non lo vide era china con la testa sul pantalone.
Capii perfettamente cosa intendeva.
«Già» risposi.
«Perfetto, buona giornata allora!» disse Mary Jones.
«E tu mamma, resti sola a casa?» disse Mick.
«No tesoro mio, tuo padre ed io oggi andremo a fare spese» disse sempre con il suo sorriso.
«Ottimo allora, vieni Em» prese le chiavi della macchina e mi invitò ad uscire con lui.

Un anno a New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora