3- Casa Jones

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Ad aprire la porta fu una donna sulla quarantina, dai lunghi capelli castano scuro e occhi del medesimo colore.
Mary Jones aveva un aspetto molto cordiale, mi invitò ad entrare con un cenno della mano.
«Buongiorno Emily! Piacere di conoscerti mi chiamo Mary»
Mi porse la mano per presentarsi e io feci altrettanto.
«Piacere tutto mio signora Jones, è davvero un piacere conoscerla.»
«Dammi del tu cara» mi aiutò con le valigie facendomi strada verso la mia stanza.
«Dormiremo assieme se per te va bene» mi disse Lola.
«Si va ben...» mentre stavo entrando nella stanza rimasi senza fiato per la bellezza dell'arredamento.
«È meravigliosa signora Jones!»
Esclamai mentre Mary Jones mi guardava divertita e al contempo compiaciuta.
«Stile newyorkese Emily» mi fece un occhiolino.

Dopo aver sistemato le mie cose la signora Jones mi portò in giro per mostrarmi la casa e mi presentò suo marito, Edward Jones.
L'uomo aveva dei capelli neri leggermente brizzolati e portava una barba mediamente lunga, i suoi occhi azzurri erano cristallini come l'acqua.
«Piacere di conoscerti Emily, sentiti la benvenuta qui!» con un gran sorriso mi venne incontro abbracciandomi.
«Grazie signor Jones!» 
Mentre la signora Jones finiva di mostrarmi il soggiorno sentimmo la porta di casa sbattere con foga.
Il responsabile era un ragazzo dagli occhi azzurri e capelli biondi cenere, visibilmente arrabbiato.
«Mick cosa succede?» La madre gli andò in contro ma il ragazzo la ignorò salutandola con sorriso rapido e la superò venendo verso di noi.
«Lola sono stufo dei tuoi casini, da oggi in poi non voglio che tu frequenta i miei amici, siamo stati chiari?» il tono duro di Mick fece sussultare Lola che abbassò la testa facendo un cenno di acconsentimento. Mentre guardavo la scena mi sentivo un po' un pesce fuor d'acqua. Mick si voltò verso di me restando interdetto e mi fissò dalla testa ai piedi.
«Scusa per la scenata ma mia sorella combina solo casini» alzò gli occhi al cielo facendomi un mezzo sorriso « Ah, non mi sono presentato , sono Michael ma puoi chiamarmi Mick. Tu sei l'inglesina giusto?».
«Si, sono proprio l'inglesina. Emily piacere» marcai la parola con un po' di enfasi scherzandoci su.
«Perfetto dopo aver fatto le presentazioni vado in camera mia, a più tardi!» Mick si girò e corse al piano di sopra.
Ricordandomi della breve discussione di prima mi voltai verso Lola con sguardo interrogativo.
«Vieni su ti spiego»

«Quindi riassumendo sei stata fidanzata per due anni con... come hai detto che si chiama?» chiesi a Lola.
La ragazza che era intenta a giocare con un cuscino del suo letto si voltò verso di me.
«Jack, si chiamava Jack. Ma era un grande stronzo e quindi l'ho lasciato»
«Sicura che non hai fatto tu la stronza?» scoppiai in una risata e Lola come risposta mi tirò un cuscino.
«Assolutamente no! Aveva troppe "amiche"» con le mani mimó le virgolette alte.
«No dai, ti ha tradita più volte?» mi portai una mano alla bocca per lo stupore.
«Non ne ho la conferma, a sua detta no, ma io ero stufa della situazione» pensai al modo in cui Mick si era rivolto a lei.
«Come mai Mick si è così arrabbiato?»
«È arrabbiato di natura, ha poca pazienza e parla prima di sapere le cose!»
«Eppure apparentemente non sembra...» le guance mi si tinsero di un leggero rosso.
«Non farti comprare dal tono dolce o dalle belle parole Em, Mick è tutt'altro che quello. Appena avrai un po' di confidenza in più te ne renderai conto» mi strizzò l'occhiolino e io le sorrisi.
«Domani conoscerai gente nuova a scuola Em, sei pronta?»
«Più che pronta!»
Mentre parlavo con Lola il telefono vibrò al ricevimento di un messaggio, lessi lo schermo.
"Mamma: come stai Emily?"
Le risposi di non preoccuparsi e che andava tutto bene.
Lola tentò di sbirciare dalla mia spalla.
«Chi è il fidanzatino?» chiese con un sorriso a tutta faccia.
«No, é mamma» risi .
L'amicizia con Lola sembrò essersi creata fin dal primo momento che ci salutammo e man mano me ne rendevo sempre più conto.
«Sei mai stata fidanzata?» chiese Lola curiosa.
«Si una sola volta, è durata poco più di un anno ma poi di comune accordo abbiamo deciso di rompere.
E poi ho avuto solo breve frequentazioni...»
«Ah ok, non sei facile da conquistare allora?» mi guardò sorridendo. «Perfetto magari non cadrai nelle, quasi sicure, tentazioni!» Alzò un sopracciglio.
«Di chi?» la guardai interrogativamente senza capire quali tentazioni.
«Di Mick ovvio!»
«Stupida!»
Mi gettò le braccia al collo e ridemmo per un po'.
Mary Jones entrò in stanza con una busta firmata NYSL
«Le vostre divise ragazze!»

Un anno a New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora