Inquietudine

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Da quella sera passarono almeno due settimane.
Due settimane in cui, piano piano, Miyuki aveva smesso di mangiare con i suoi compagni sia a pranzo che a cena, non perché volesse ignorarli ma, piuttosto, perché sentiva il bisogno di rimanere da sola e allenarsi.

Da quando se n'era andata via da casa di suo padre si era infatti accorta, a malincuore, che quell'interruzione improvvisa del suo solito ritmo di allenamenti non le stava facendo granché bene.
Era abituata ad allentarsi almeno dodici ore al giorno, senza contare quelle dedicate ai combattimenti e l'essere passata all'allenarsi meno di due ore al giorno aveva iniziato a pesarle. Non solo dal punto di vista fisico ma anche dal punto di vista psicologico.
L'allenamento era la sua valvola di sfogo quando abitava ancora a casa sua e il non essere riuscita a trovarne un altra in quel mese alla Yuei non le era stato di certo d'aiuto.

Era sicuramente quello il motivo per cui si era ritrovata, all'improvviso, in preda a tutte quelle strane e nuove sensazioni. Ansia, disagio, paura, timidezza, tristezza e persino rabbia erano cose a cui badava raramente in passato poiché troppo preoccupata a migliorare la sua forma fisica.

Ovviamente chiudere tutte le proprie emozioni in un cassetto ed ignorarle non era il massimo tant'è che la sua incapacità di gestirle era sfociata in costanti attacchi di panico e d'ansia ma, se voleva continuare a frequentare la Yuei, doveva trovare un equilibrio tra mente e corpo.

Doveva riprendere in mano la sua sanità mentale. Non poteva continuare a passare le notti in bianco con il terrore di venir attaccata da un momento all'altro o scoppiare a piangere al minimo inconveniente. Quella non era lei.

Miyuki iniziò a rallentare pian piano fino ad arrivare a fermarsi del tutto. Sentiva il sudore correrle lungo la fronte e percepiva la salivazione aumentarle sotto la lingua.
Si piegò in avanti e appoggiando le mani sulle ginocchia prese a fare dei respiri profondi per cercare di riportare la respirazione alla normalità e quando finalmente ci riuscì, fece un ultimo respiro profondo e si raddrizzò lentamente per evitare giramenti di testa.

Successivamente, piegò la testa all'indietro e con la manica della felpa si asciugò il sudore che aveva sulla fronte. L'idea di allenarsi con pantaloni lunghi e felpa, nonostante fosse pieno inverno, di certo non le facilitava le cose ma non poteva assolutamente rischiare di farsi vedere da qualcuno.

Quando finalmente il sole fu alto nel cielo, Miyuki decise che per quella mattina l'allenamento poteva terminare lì. Era anche riuscita a godersi l'alba correndo nel bosco dietro il dormitorio perciò, quella era già da classificarsi una bella mattinata.

"Oh santo cielo eccola!" quasi urlò Momo quando Miyuki aprì la porta d'ingresso del dormitorio.
"Sei sana e salva vero?!" l'abbracciò per poi staccarsi immediatamente. Miyuki rimase paralizzata, quel contatto fisico improvviso le fece provare una sensazione di disagio.

"Pensavamo fossi morta!" esclamò Kirishima prendendole le spalle e dondolandola avanti e indietro; Miyuki si guardò intorno: erano tutti in piedi, ancora in pigiama e con espressioni assonnate miste al preoccupato.

"Ve l'avevo detto o no che non c'era bisogno di tutto questo baccano?!" asserì Bakugou mordendo nervosamente un pezzo di pane.

"In realtà quello che hai detto è stato: probabilmente l'avranno mangiata i lupi!" rispose Kirishima imitando il suo tono di voce; Bakugou gli lanciò la restante parte del pane in faccia.

"N..non sto capendo" asserì Miyuki scostando le mani di Kirishima dalle sue spalle "è una cosa che faccio tutte le mattine" strinse le spalle.

"Davvero?" chiese Momo; Miyuki annuì "Mi aiuta a svegliarmi e ad essere più carica per le lezioni" strinse nuovamente le spalle.

"Io...Voglio essere un Hero!" [Arc 1] ~ BakugouxOCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora