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Noah's pov

«Finn, stacca la sveglia.» mugolai con voce assonnata, mentre mi strofinavo gli occhi con i polpastrelli.

Non avevo idea di che ore fossero e non avevo per niente intenzione di alzarmi: l'unica cosa che desideravo adesso era passare l'intera mattinata continuando a dormire.

«Finn?» chiesi non potendo evitare di sentire la sveglia continuar a fare quel fastidioso rumore che tanto odiavo.

Se avessi potuto mettere la voce di Sophie come sveglia, l'avrei fatto già da un pezzo.

«Finn!» esclamai stavolta ad alta voce, cercando di farmi sentire in qualsiasi posto lui fosse.

Passò ancora qualche minuto, prima di veder entrare il riccio che si spazzolava i denti mentre mi guardava con aria annoiata.

«Cosa c'è?» chiese alzando un sopracciglio, confuso.

«La sveglia.»

«Noah, è sul tuo comodino, puoi farlo benissimo anche tu.» mi guardò ridendo.

Con me non c'era speranza: quando dormivo nessuno, e ripeto, nessuno, doveva osare infastidirmi; specialmente se di prima mattina.

«Fallo.»

Finn capì che molto probabilmente non era il caso e la spense senza replicare ulteriormente.

«Che giorno è?» domandai portandomi il cuscino sul viso, facendo uscire il mio tono più ovattato per via del tessuto.

«È venerdì ed è tardi, forza. L'ultimo giorno e domani potrai dormire, dai che Sophie ti aspetta.» mi rispose continuando a spazzolare i denti.

Alle sue parole mi tornò in mente Sophie, e non potei fare a meno di togliermi le coperte di dosso e alzarmi in fretta.

«Che... ho detto la parola magica o cosa?» mi chiese Finn, sorpreso dalla mia reazione.

Ignorai le sue parole, anzi, non feci proprio caso a quello che disse: ero in ritardo, e non potevo di certo farmi aspettare da lei.

«Millie, sbrigati e libera il bagno!» uscii dalla camera per poi ritrovarmi a bussare freneticamente sulla porta.

Non rispose. Uscì dal bagno guardandomi male e tornò in camera sua; ma non ci feci molto caso ed entrai in bagno.

Dopo che tutti fummo pronti scesi in salotto, dove era già presente mia cugina, intenta ad aspettare me e il mio migliore amico.

Forse avrei dovuto parlarle. Aveva solo fatto qualche stupida domanda non gradita e me l'ero presa troppo, e inoltre non volevo creare discussioni nel nostro gruppo solo a causa del mio strano, ma bello, rapporto con Sophie.

«Millie.» richiamai la sua attenzione, e lei si girò verso di me alzando un sopracciglio.

«Mh?»

«Mi dispiace.» dissi senza giri di parole, non ne avevo proprio voglia e per di più di prima mattina.

Sembrò piuttosto confusa alla mia affermazione, ma non potevo comunque biasimarla: prima non le parlavo e poi me ne uscivo così dal nulla. Insomma, aveva ragione.

✓ | 𝐄𝐕𝐄𝐑𝐘𝐃𝐀𝐘 - 𝑵𝒐𝒂𝒉 𝑺𝒄𝒉𝒏𝒂𝒑𝒑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora