2. Verde oceano

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"Una parola gentile può riscaldare tre mesi invernali"   - proverbio giapponese

EREN

Nei giorni successivi continuai a incontrare spesso Isabel durante le lezioni e le presentai i miei nuovi amici, anche se per Jean ero ancora restìo ad usare quel termine. Isabel riusciva a fare amicizia facilmente, così ci invitò spesso a pranzare con lei, Farlan e Levi. La cosa non sembrava dare problemi a Farlan, mentre Levi sembrava infastidirsi di più per ogni persona che si aggiungeva al suo tavolo. Non sembrava proprio un tipo sociale, no. Quindi mi chiesi con chi potesse condividere una stanza qualcuno con simili problemi relazionali... forse era Farlan il suo compagno di stanza.

Armin sembrava andare d'accordo sia con Farlan che con Jean; io avevo stretto amicizia con Connie, mentre Sasha sembrava più interessata al cibo che a noi, anche se lei e Isabel parevano andare d'accordo. Jean continuava, inutilmente, a provarci con Mikasa, che si limitava a rispondere seccamente alle sue domande, senza rendersi conto che fossero tentativi di approccio.

Avevo tentavo più volte di intavolare una conversazione con Levi, ma il corvino si limitava a darmi una risposta secca, per poi tornare al suo pranzo. Mi rendevo conto di sembrare insistente e forse fastidioso, ma non potevo farne a meno. Comunque, mi resi conto che probabilmente Levi era abituato a quel tipo di comportamento, non solo per Isabel, ma per la furia scatenata che incontrai, in mensa, la seconda settimana di lezioni. Capelli castani legati in una triste imitazione di una coda, occhiali e sguardo allegro. La conobbi nel momento in cui, sostanzialmente, si scagliò contro Levi mentre il corvino era seduto al suo tavolo, rischiando di ribaltare il suo piatto e con un urlo che probabilmente aveva raggiunto gli ultrasuoni, tanto da comunicare con i delfini.

"Maledetta quattrocchi, quante volte devo dirti che se urli in quel modo finirai per farmi diventare sordo? E mi hai quasi mandato a puttane il pranzo"

Era la prima volta che gli sentivo pronunciare una frase più lunga di cinque parole ed era un rimprovero condito di insulti. Interessante.

"Hanji Zoe, amica di Levi", la presentò Isabel.

"Davvero?", mi schiaffeggiai mentalmente per quella domanda inopportuna e, probabilmente, offensiva.

"Oh, sì!", si limitò a rispondere Hanji. "Capisco la tua sorpresa: ci siamo conosciuti alle superiori e l'ho infastidito così tanto che alla fine ha dovuto cedere. È il segreto per ottenere qualcosa da questo nanerottolo", disse lei avvicinandosi a me con un ghigno. "Devi prenderlo per sfinimento", concluse appoggiandosi con i gomiti sulle spalle di Levi, che in riposta le spostò quel tanto che bastava per sbilanciare Hanji, che per poco non rovinava a terra. Dopo aver ripreso l'equilibrio si rivolse al corvino con un finto broncio: "oh andiamo, lo so che mi adori". E per concludere il tutto lo abbracciò con la forza di un boa che cerca di stritolare una preda. Levi stavolta si limitò a restare fermo e a subire in silenzio, anche se non sembrava veramente infastidito dal comportamento dell'amica, magari offendere i suoi amici era solo il suo, insolito, modo di mostrare affetto.

Hanji si unì a noi per il pranzo e scoprii che era anche lei al terzo anno come Levi e che la settimana precedente non aveva assistito alle lezioni perché non era ancora tornata da un soggiorno studio estivo in Italia. Era, nonostante l'aspetto da scienziata pazza, una ragazza simpatica ed anche l'unica persona che aveva tirato fuori da Levi delle frasi vere e proprie e non solo risposte secche e cenni del capo. Chissà se con la stessa tecnica sarei riuscito a farlo anche io: Hanji aveva detto che il segreto era prenderlo per sfinimento... chissà se avrebbe funzionato. E se lo avessi infastidito così tanto da farmi detestare?

Fu quando Levi era intento a difendersi dall'ennesimo attacco killer di Hanji che notai una cosa che gli altri giorni non aveva attirato la mia attenzione. Nel movimento una manica della sua maglia si era alzata un poco per rivelare qualcosa di bianco che avvolgeva il suo polso. Guardando più attentamente constatai che era una fascia. Chissà perché aveva una benda al polso? Faceva sport, magari, e aveva avuto un infortunio? Chiedere non mi costerà niente, pensai.

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