10. Nero e turchese

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“Le persone non notano se è estate o inverno quando sono felici”   - Anton Chekhov

EREN

Scrissi spesso a Levi durante le vacanze, volevo avere la conferma che stesse bene, anche se lui mi rispondeva che non dovevo preoccuparmi così tanto. Cercavo di trattenermi, gli scrivevo per le cose più ordinarie, come la prima battuta stupida che mi veniva in mente, solo perché parlasse con me. In realtà lui sembrava apprezzare, perché mi rispondeva sempre e non cercava mai di troncare la conversazione.

Mi aveva detto che Isabel e Farlan erano stati i primi a sapere della situazione con suo padre, naturalmente, perché erano presenti mentre accadeva. Per quanto riguardava Hanji ed Erwin, nei primi anni in cui si conoscevano non gliene aveva parlato, ma avevano entrambi un intuito e un sesto senso fuori dal comune, perciò avevano capito molte cose da soli, soprattutto Erwin. Le sue parole furono, in effetti, “l’intuito di Erwin non sbaglia mai” e aggiunse che era uno dei motivi per cui lo avevano sostenuto quando aveva pensato di entrare in polizia. Disse che aveva capito molto da solo e altrettanto parlando con Hanji, quindi, alla fine, Levi aveva dovuto aggiungere solo qualche particolare perché sapessero tutto. Inoltre, Hanji aveva già assistito a un paio di attacchi di panico e Levi ritenne che fosse giusto dirle il perché. Aggiunse, però, che ero l’unico a cui lo aveva detto così presto, perché con Hanji ed Erwin gli ci erano voluti anni per aprirsi abbastanza da farlo. Mi sentii davvero speciale in quel momento, nel sapere che si fidava così tanto di me.

Mi assicurava anche che, in questo periodo, passava molto del suo tempo con i suoi amici, probabilmente per stare il più lontano possibile da casa. Come faceva a convivere con una cosa simile? Mi giravano in testa ancora un’infinità di domande, ad esempio come aveva fatto suo padre a non essere incriminato per la lita con sua madre, ma avrei preferito fargliele di persona, non via chat.

Dal giorno in cui Levi mi aveva mostrato i suoi disegni avevo iniziato a dirgli che avrebbe dovuto seguire dei corsi di progettazione grafica, come materia complementare a sostegno della sua specializzazione. Levi all’inizio non era d’accordo, ma dopo che avevo insistito e, soprattutto, che avevo coinvolto Hanji nella situazione, mi aveva concesso di prendere in considerazione l’idea.

Era la Vigilia di Natale, quando il mio telefono suonò per comunicarmi l’arrivo di un messaggio, così accesi lo schermo, per vedere che era di Hanji.

Hey, Eren, immagino che Levi non te l’abbia detto, ma domani è il suo compleanno
[10:30]

Aspetta cosa? Il suo compleanno? In effetti non avevamo mai parlato dell’argomento… come diavolo avevo fatto a dimenticarmi di chiedergli quando era il suo compleanno? In realtà, neanche lui sapeva il mio. In tutto il tempo che avevamo passato non mi era mai venuto in mente. Come era stato possibile?

Cosa?
A Natale?
[10:31]

Non lo dice mai a nessuno, mi ci è voluta un’eternità per scoprirlo.
Non gli piace festeggiare il Natale e, visto coincide con il suo compleanno, non gli piace festeggiare neanche quello.
[10:31]

Cavolo, se l’avessi saputo gli avrei fatto un altro regalo
[10:32]

Oh, no, non è necessario. Lui non vuole mai un doppio regalo. Ha convinto persino noi a non fargliene uno, nonostante abbia insistito per anni.
[10:32]

Beh, allora grazie dell’informazione, Hanji
[10:33]

Oh, era il minimo che potessi fare, visto come lo hai reso felice con il tuo regalo. Se lo porta sempre dietro, sai? Non se ne stacca mai.
[10:33]

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