3. Arancione zucca

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"Per apprezzare la bellezza di un fiocco di neve è necessario resistere al freddo"   - Aristotele

EREN

Il libro che mi aveva consigliato Levi era, in effetti, molto interessante. La trama sembrava complessa e strana, ma non era affatto male. Se non mi fosse piaciuto mi sarei sentito davvero in colpa a dirglielo, o a mentirgli per non deludere le sue aspettative... ma, a quanto pare, avevamo effettivamente gusti simili. Interessante.

Ci misi solo qualche giorno a leggerlo tutto. Sì, avrei dovuto pensare anche allo studio, ma in mia difesa quel libro era davvero bello... e me lo aveva consigliato Levi. Avevo deciso che gli avrei detto le mie impressioni solo una volta finito. Perciò lo feci quel giorno, a pranzo.

"Hey, Levi. Riguardo a quel libro che mi hai consigliato", lui alzò lo sguardo verso di me, rivolgendomi la sua attenzione, "l'ho finito. Mi è piaciuto molto. Ma purtroppo la biblioteca non ha il seguito. È un peccato, avrei voluto sapere come la storia si sarebbe evoluta...". Era vero, ero andato in biblioteca la sera prima per restituirlo ed ero rimasto deluso nel sapere che non avevano gli altri libri della saga.

"Io li ho tutti. Posso prestarteli", lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo, ma ciò non impedì ad Hanji di affogare nell'acqua che aveva in bocca. Levi si voltò verso di lei, guardandola truce, mentre Isabel le batteva una mano sulla schiena per aiutarla a tossire.

"Oh, non è necessario. Non voglio essere un disturbo", dubitavo che a Levi piacesse prestare le sue cose, quindi perché lo stava offrendo a me?

"Nessun problema. Posso portarteli domani", insisté lui continuando a fissarmi con i suoi occhi metallici.

"Oh, ok. Allora... grazie", riposi con un sorriso. Lui annuì, per poi tornare al suo piatto.

Mi resi conto che Hanji mi stava fissando come se fossi una singolarità al pari dei buchi neri, probabilmente era sorpresa che Levi si comportasse così con me, nonostante mi conoscesse da così poco. Non aveva tutti i torti, lo ero anche io, in effetti. Solo una settimana fa non ero ancora riuscito a intavolare una vera e propria conversazione con lui e adesso mi prestava i suoi libri? Cominciavo a pensare che, in effetti, gli piacessi più di quanto pensassi. Volevo dire qualcosa ad Hanji a riguardo, ma Levi mi precedette.

"Hey, quattrocchi. Finiscila di fissare il moccioso come se fosse una delle tue maledette cavie da laboratorio."

"Ma io non ho ancora delle cavie da laboratorio mie. Sono dei laboratori del college. Ma quando avrò un laboratorio mio le avrò e potrai venirle a vedere quando vorrai!", trillò lei, felice.

"Che schifo", si limitò a commentare Levi, per tornare al suo cibo.

Il commento era stato sufficiente per far distrarre Hanji da me, infatti aveva appena iniziato una discussione sulle cavie da laboratorio... non davanti al mio cibo, cavolo. Decisi di non ascoltarla, ma anche se avessi voluto, il mio cervello si rifiutava di formulare pensieri che non avessero come soggetto Levi.

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LEVI

Ma che diavolo facevo? Adesso prestavo le mie cose a mocciosi che conoscevo da solo un paio di settimane? Mi era venuto assolutamente spontaneo, eppure il mio cervello mi stava urlando che avevo fatto una stronzata e anche Hanji sembrava abbastanza sorpresa e interessata dalla cosa. Ci mancava la quattrocchi. Mi avrebbe fatto il quarto grado finito il pranzo. Neanche io sapevo perché cavolo l'avevo fatto, figuriamoci che scusa idiota sarei riuscito a tirare fuori. Hanji capiva sempre quando mentivo e questa volta non sarebbe stata diversa.

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