Niylah

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<<Hai bisogno di una mano?>>, domandai a Lexa, poggiando la spalla contro lo stipite della porta della cucina. Madi mi sorrise, continuando a lavare la verdura come sua madre le aveva detto di fare.

<<Stai lontana dalla cucina, Clarke. Sei un pericolo>>, disse lei, scuotendo la testa. La ragazzina si mise a ridere, provando a nascondersi contro la manica mezza alzata della maglia che aveva indossato dopo essersi tolta la divisa. 

<<Non è vero! Insomma, lo ero in passato, però adesso ho imparato>>, provai a giustificarmi. 

<<Sai cosa potresti fare? Dare una mano ad Aden, dovrebbe fare i compiti di matematica e potrebbe essere un'ottima occasione per ripassare qualcosa>>, mi stuzzicò. Roteai gli occhi sentendomi ferita nell'orgoglio, tuttavia al tempo stesso non potetti evitare di sentirmi come se finalmente fossi nel posto giusto. Quella sensazione di inadeguatezza che mi aveva accompagnato per tutto quel tempo sembrava essere sparito nel nulla, ed ebbi la sensazione che la presenza di Lexa ne fosse il motivo.

<<E' da tempo che non visitavo Polis, eppure ero sicura che gli ospiti non si trattassero così>>, dissi ad Aden, sedendomi al suo fianco. Era poggiato sul tavolino del soggiorno, che era separato dalla cucina da una porta lasciata aperta in quel momento. Le nostre schiene posavano contro lo stesso divano bianco in pelle dove aveva girato quel video Costia, riuscivo persino ad immaginarmela a registrare quelle parole. 
Da quello che avevo capito, Aden preferiva fare i compiti prima di cena mentre Madi preferiva dopo. In quella maniera, tuttavia, si erano anche divisi i compiti: la ragazza aiutava Lexa a cucinare e preparare la tavola, mentre dopo lui sparecchiava. Non c'era stato bisogno che me lo dicessero, però avevo capito che solitamente lo aiutava Costia. Non doveva essere stato facile per nessuno di loro. 

<<Posso darti una mano?>>, domandai, sporgendomi in avanti per vedere il suo quaderno. Aden lo spostò verso di me, indicandomi un esercizio con la punta della matita. In alto a destra era stato segnato un risultato utilizzando dell'inchiostro rosso, ma quel risultato non combaciava con quello che mi stava mostrando lui. 

<<Oh, ecco qui l'errore. Moltiplicazioni e divisioni vanno svolte nell'ordine in cui appaiono, perciò prima di dividere il sei col tre, devi moltiplicarlo per due e ti trovi con quattro>>, spiegai indicando il passaggio sbagliato. I suoi occhi si illuminarono e un sorriso radioso si formò sul suo volto, solo per poi accigliarsi e guardarmi in maniera seria. Inarcai un sopracciglio. Lui prese il tablet che posava accanto al quaderno, cominciando a scriverci qualcosa.

"Come conosci Costia e Lexa?", mi chiedeva. 

<<Eravamo amiche da quando eravamo bambine. Poi, per alcuni motivi personali me ne sono andata da Polis>>, dissi. Annuì, riprendendo poi a scrivere.

"Perché sei tornata?".

<<Per Costia. Non sono stata una buona amica andando via senza dare spiegazioni, lo so, però non potevo stare lontana dalle persone con cui ho trascorso praticamente tutta la mia vita sapendo che soffrivano>>, ammisi, alzando le spalle. 

"Capisco", lessi. Poi, cancellò velocemente per ritornare  a scrivere.

"Il funerale c'è stato una settimana fa, però. Perché non sei venuta prima? Se volevi stare al loro fianco, saresti dovuta venire subito". Dallo sguardo, non sembrava mi stesse accusando, eppure mi sentii stranamente ferita dalle sue parole. Mi morsi il labbro inferiore, lanciando uno sguardo verso la cucina. Madi rideva perché Lexa le aveva passato il dito sporco di sugo sul naso.

<<Come ti ho detto, non sono stata una buona amica. Mi sono svegliata una mattina e mi sono lasciata tutti loro alle spalle senza dare una spiegazione...quando ho saputo di Costia, non sapevo cosa fare: tornare per stare con la mia famiglia in un momento così delicato, o continuare a fingere di non averne una? Ci ho impiegato del tempo a capire cosa volevo per davvero e rendermi conto che dovevo smetterla di scappare dalle mie responsabilità>>. Ci guardammo negli occhi e per un istante ebbi l'impressione di star guardando la mia migliore amica, poiché soltanto nel suo sguardo avevo visto così tanta comprensione e sicurezza. 

The future I found in the pastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora