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Proprio come avevamo stabilito, nel momento in cui Octavia ebbe le informazioni, ne inviai una copia a Niylah. Pochi minuti dopo, mi aveva inviato un messaggio con la posizione di dove avrei potuto trovarla. Perciò, mi ero preparata per andare da Nia e raccontarle quello che era accaduto. Non l'avevo incontrata di persona, poiché mi era stato detto che si trovava in riunione, tuttavia una donna con una cicatrice sulla guancia (cominciavo a credere che fosse un loro segno distintivo) mi aveva lasciato comprendere che potevo riferire a lei e dunque anche quella piccola parte del piano era stata portata a termine. 

***

La sera prima del mio appuntamento con Niylah, Lexa mi aveva invitato a cenare da lei. Capivo che Anya e Raven volessero stare insieme prima che, in positivo o in negativo, cambiassero le nostre vite perciò avevo accettato l'invito.
La tensione e l'agitazione sembravano concretizzarsi intorno ad ognuna di noi, quasi come un demone che si gonfiava sul nostro petto occupando sempre più spazio e diventando sempre più pesante. Becca si era preoccupata, così come il povero Lincoln che non sopportava l'idea di vedere Octavia in quello stato. Eravamo state in grado di convincerli ad andare fuori città per il fine settimana, affinché non venisse fatto del male a nessuno dei due. Octavia si era opposta, dicendo che doveva restare per assicurarsi che non ci facessimo uccidere e proprio nel momento in cui quel termine ("morire") aveva lasciato la sua bocca in maniera quasi scherzosa, mi ero resa conto che era impallidita come se avesse compreso la serietà della situazione per la prima volta. Alla fine, aveva deciso di raccontare a Lincoln che era estremamente stanca a causa dei piccoletti e lui era stato più che felice di portarla fuori città per provare a rilassarsi insieme.

<<Non mi piace tutto questo silenzio>>, mormorò Madi, alternando lo sguardo tra di noi. <<Ho la sensazione che qualcosa succederà>>, aggiunse subito, stringendo le sopracciglia. Aden annuì, trovandosi d'accordo con sua sorella. Mi morsi il labbro inferiore, serrando la mascella. Lexa ed io ci guardammo negli occhi.

<<Non è nulla, tesoro>>, disse Lexa, sorridendole in maniera gentile. 

<<Hai promesso niente segreti>>, disse la ragazzina, stringendo le braccia al petto. Lexa sospirò, scuotendo leggermente la testa.

<<Lo so ed è una promessa che terrò per sempre, davvero. Domani accadrà qualcosa, però tu non devi preoccuparti>>, disse la donna. 

<<Non puoi decidere cosa raccontare e cosa no! Se ti succede una cosa, dobbiamo saperlo>>, disse Madi. I suoi occhi divennero improvvisamente lucidi, il mento le prese a tremare e seppi che sarebbe scoppiata a piangere da un momento all'altro.

<<Domani dovrò incontrare delle persone>>, dissi. Lexa mi lanciò un'occhiata severa, lasciandomi comprendere che dovevo tacere. <<Non ho la più pallida idea di come reagiranno quando mi vedranno. Tua madre si preoccupa per me>>, spiegai, alzando le spalle. Madi mi guardò, come se stesse provando a capire se stavo mentendo o meno. 

<<Perché dovrebbero reagire male?>>, domandò la piccoletta. Aden, che aveva osservato la scena in estremo silenzio, prese a scrivere qualcosa sul suo tablet, mostrandomelo pochi istanti dopo la domanda di sua sorella. "Temi che non ti perdoneranno come hanno fatto la mamma e la zia a causa del fatto che sei andata via?", lessi. 

<<Sì, esatto>>, dissi, inarcando un angolo della bocca verso l'alto. Madi prese il braccio di suo fratello, voltando lo schermo verso di lei per poter leggere quello che aveva scritto. Mi guardò poi con curiosità e alla fine annuì, come se la spiegazione l'avesse soddisfatta. 

<<Se non ti perdonano, sono idioti. Lo vedo nei tuoi occhi che sei buona, Clarke>>, commentò la piccoletta con estrema leggerezza. A quel punto, fui io a faticare a trattenere le lacrime e Lexa poggiò una mano sulla mia, guardandomi con attenzione. 

The future I found in the pastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora