Lincoln

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Dopo la conversazione con Lexa, passarono ben tre giorni prima che ci vedessimo di nuovo. Roan aveva trovato il modo di farci sapere che c'erano dei progressi e doveva vederci per discutere, tuttavia era necessario che non destassimo sospetti perciò aveva organizzato un incontro particolare in un locale. Nonostante il fatto che sapessimo che era dalla nostra parte, tirammo comunque un sospiro di sollievo quando scoprimmo che ci saremmo recati nel locale che possedeva Lincoln, il marito di Octavia. 

Era sempre stato uno creativo e quando un suo amico gli mostrò quanto era divertente inventare miscele nuovi per gli alcolici, non aveva più smesso di darsi alla pazza gioia. Aveva seguito numerosi corsi, poiché fare il bartender non era così facile come si poteva immaginare. Poi, come mi aveva già anticipato Octavia, grazie a Pike aveva trovato un locale ed aveva potuto aprire la propria attività. Da quando aveva aperto, e sicuramente grazie all'influenza del commissario, le cose non facevano altro che andare a gonfie vele. Il che significava che di sabato sera c'erano sempre numerose persone e non avremmo dato troppo nell'occhio mentre Roan ci spiegava le novità che aveva scoperto. 

Perciò, ci organizzammo come avrebbe fatto un qualsiasi gruppo di amiche per uscire il sabato sera. Lincoln ci aveva riservato una sala nell'area "vip", dicendoci che saremmo state più tranquille. Al tempo stesso, ci lasciò comprendere che ci avrebbe tenuto d'occhio per tutto il tempo (Octavia non gli aveva raccontato nulla, tuttavia ciò non rendeva lui meno protettivo. Doveva assicurarsi che nessuno ci infastidisse). 

<<Quindi, cosa diavolo dovremmo fare adesso?>>, borbottò Anya, sistemandosi la spallina del vestito rosso che indossava. Sembrava un pesce fuor d'acqua e compresi che era passato parecchio tempo dall'ultima uscita in un locale; era una poliziotta e una donna sposata, dunque immaginai che non erano i tipi di uscite a cui era solita prestarsi. Stessa cosa poteva essere detta anche per Raven e Lexa, che si guardavano intorno in maniera agitata e la prima aveva persino provato a coprirsi le orecchie con le mani mettendo su un'espressione scocciata. 

<<Aspettiamo i nostri drink, così ci rilassiamo un po', eh?>>, dissi, lanciandole un buffetto affettuoso sulla gamba. <<Sembrate molto a agitate tutte e tre. Calme>>, mormorai, poggiando la schiena contro la poltrona in pelle bianca. Poggiai le mani sui braccioli, lanciando un'occhiata verso la porta di ingresso de locale. Fortunatamente, la stanza in cui ci trovavamo aveva una visuale limpida e diretta sulla porta, perciò avremmo notato subito l'ingresso di Roan. 

<<Ascolta, bambolina, l'ultima volta che sono stata in un locale avevo vent'anni, adesso ne ho trentadue. Mi sento a disagio>>, disse la poliziotta, inarcando un sopracciglio castano. Piegai la testa di lato, osservandole con curiosità.

<<Scusate, cosa fate solitamente il sabato sera?>>, chiesi sconvolta. 

<<Restiamo a casa, al massimo usciamo coni  nostri amici...sai sposati ed adulti. I locali li lasciamo ai ragazzini>>, scherzò Raven, alzando le spalle. 

<<Sapevo che senza di me le cose erano pessime, ma non immaginavo così tanto>>, esclamai, portandomi una mano sul petto. Proprio in quell'istante, il cameriere ritornò con i nostri drink, posando sul tavolino in vetro i vari ordini. Alla fine, mi porse un bigliettino, andando via prima che potessi fare alcun tipo di domanda. 

"Va' in pista a ballare. La mia informatrice troverà un modo per giungere a te"

Lessi a voce alta e compresi di chi era il biglietto, mi chiesi per un breve istante dove diavolo fosse per avermi vista. Poi, mi resi conto che dovevo sembrare il più naturale possibile e guardarmi intorno con sospetto non sarebbe stata una mossa molto intelligente. 

<<Voi bevete pure. Io vado a vedere se riesco a trovare qualcosa di...vivo>>, le presi in giro, bevendo un gran sorso del mio Cuba Libre. Mi misi in piedi, recandomi verso la porta della piccola stanza. 

The future I found in the pastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora