Suonai il campanello, passandomi una mano tra i capelli con agitazione. Il mio cuore batteva con così tanta violenza da rimbombarmi nelle orecchie, quasi come se qualcuno avesse sostituito la musica del mio telefono con quel rumore assordante.
Passarono pochi secondi prima che aprisse la porta, ma per me sembrarono delle ore interminabili. Mi morsi il labbro inferiore quando i suoi occhi scuri incontrarono i miei: era passato così tanto tempo...avevo quasi dimenticato quanto mi sentivo al sicuro ogni volta che mi guardava. Solo che l'ultima volta che avevo visto i suoi occhi, non erano così gonfi e lucidi per un pianto che, immaginavo, andasse avanti da giorni.<<Clarke!>>, mormorò, con la voce rotta dal pianto. Sorrisi debolmente, stringendo con più forza la manica del borsone che avevo in spalla. <<Fino a questo istante, non riuscivo ad immaginare che fosse vero. Ho creduto fosse uno scherzo>>, continuò, allungando con esitazione una mano per toccarmi il braccio. Mi si spezzò il cuore a vederla in quello stato, poiché sembrava temesse che sarei scomparsa se mi avesse toccata. Per spazzare via le sue preoccupazioni, incontrai la sua mano a mezz'aria, sentendomi confortata da quel tocco così familiare.
<<Per favore, entra. Immagino tu stia morendo dal freddo>>, disse, facendosi di lato per permettermi di passare. Mi guardai intorno, osservando la sua nuova casa. Un lungo corridoio semi illuminato presentava quattro porte ed immaginai che ci stessimo dirigendo in cucina, poiché sentivo il rumore di un televisore e una teiera aveva appena preso a fischiare. Non potetti evitare di sorridere quando trovai un pavimento a scacchi bianco e nero e ricordai tutti i pomeriggi passati a casa di sua madre in cui ci sfidavamo a camminare soltanto su un solo colore e il primo che perdeva doveva fare i compiti agli altri per due giorni.
<<E' stata solo una strana coincidenza, ma Anya dice che è stato il pavimento ad avermi fatto scegliere questa casa>>, commentò, come se avesse letto i miei pensieri. <<Ti prego, sentiti a casa tua. Accomodati, togli il cappotto...Il tè lo prendi ancora con due cucchiai di zucchero, no?>>, disse tutto d'un fiato. Annuii, togliendomi il cappotto e sedendomi sulla sedia in mogano che si trovava di fronte alla porta della cucina. Non mi piaceva dare le spalle alle porte; dovevo sempre assicurarmi che nessuno entrasse improvvisamente. Ero leggermente paranoica.
<<Come sta Anya?>>, domandai, per smorzare il silenzio. Raven si schiarì la gola, posando lo sguardo sullo zucchero che stava mettendo nelle tazze.
<<Lei...sta...tirando avanti come meglio può>>, sussurrò, porgendomi una tazza di porcellana bianca. Riconobbi il servizio da tè di Becca e la malinconia invase il mio cuore a pensare, inevitabilmente, a tutte le persone che giravano intorno alla casa di Becca Woods.
<<Ogni volta che finisce di lavorare si reca da Lexa, per vedere come sta o se ha bisogno di qualcosa. Ma sono convinta che poi finiscano entrambe a bere vino e piangere per Costia>>, disse, stringendo la mascella come se lei stessa faticasse a trattenere le lacrime oppure il suo corpo dall'andare a prendere una bottiglia di vino. Cercai di ignorare i battiti del mio cuore che, a gran voce, mi urlavano contro di sentirmi in colpa per tutte le persone che avevo abbandonato e di lasciare che le emozioni che i loro nomi causavano in me mi uccidessero, perché me lo meritavo.
<<Non è molto felice che sia qui, vero?>>, domandai, volendo concentrarmi su altro. Raven, che nel frattempo si era seduta di fronte a me, si sistemò i capelli scuri in una coda di cavallo disordinata. Mi sentii triste al notare le occhiaie e la pelle pallida.
<<Anya, così come tutti noi, prova delle emozioni contrastanti per te, Clarke. Eravamo senza parole quando ci hai chiamato, visto che pensavamo tu fossi sparita dalla faccia della Terra ma, al tempo stesso, tu e Lexa eravate più legate a Costia di tutti noi. Non avremmo mai potuto rifiutarci di ospitarti>>, disse, alzando le spalle.
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The future I found in the past
FanfictionQuando Clarke Griffin tornò a casa quella mattina, non si aspettava di certo di trovare una lettera che aveva come emittente Costia Green, la sua migliore amica d'infanzia. Ancor di più, non si aspettava di trovare un biglietto aereo per ritornare a...